Dark 2×07 – Der weiße Teufel – The White DevilTEMPO DI LETTURA 5 min

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Dark-2x07“I più sono convinti che quel che è fatto, è fatto. Il destino non si può cambiare, ogni sforzo è vano. E coloro che osano sfidare il destino vanno sempre incontro ad una delusione. Perché il destino ha il vizio di decidere il proprio corso. Ma prima di cedere al volere del destino è forse il caso di considerare la forza dell’animo umano e la forza che sprigiona dal proprio libero arbitrio.” (6×00 – Lost: Final Chapter)

Il leit motiv narrativo di questa stagione è quello del cambiamento, della modifica del passato. Ecco quindi che a fare da contraltare al lostianol’Universo trova sempre il modo di correggere la rotta” ha iniziato a farsi strada il più coraggioso “non dovrà più accadere allo stesso modo”. L’obbiettivo di Jonas, utilizzato quasi fosse un pupazzo prima da Claudia, poi da Adam e successivamente ancora da Claudia, è quello di evitare in qualsiasi modo la terribile sciagura nucleare che dovrebbe colpire Winden sancendo la morte, tra le tante vittime, di Martha. Per evitare proprio la dipartita della ragazza che ama (da annotare l’impegno della serie nel voler evidenziare la diatriba interna del giovane dopo la scoperta della sua parentela), Jonas è pronto a tutto. Anche al suo stesso sacrificio: convinto da Adam, infatti, nella 2×05 ha fatto ritorno nella linea temporale del 2019 per impedire al padre di suicidarsi. Se tale azione avesse avuto successo, Jonas (e di conseguenza Adam) non sarebbero mai esistiti, scomparendo in maniera definitiva. Come appurato, però, tutto ciò non avviene. Proprio in questo passaggio dovrebbero essere portate all’attenzione dello spettatore due annotazioni specifiche che potrebbero rivelarsi utili con il sopraggiungere del finale.
Nella quinta puntata della prima stagione, quando Jonas e Lo Straniero si incontrano sulla panchina, quest’ultimo ammette a Jonas che Mikkel/Michael “una volta gli salvò la vita”. Come ben mostrato, Michael non sembrava intenzionato a suicidarsi, ma dopo la rivelazione di Jonas mostra segni di cedimento e, per la sopravvivenza del figlio, compierà l’insano gesto. Tale decisione darà luogo a quello che comunemente viene indicato come paradosso della conoscenza: Jonas con la lettera influisce sulle decisioni del padre che non aveva alcuna intenzione di suicidarsi in quel dato momento, un’intenzione che gli viene impartita direttamente dal futuro. Quindi, esattamente chi influisce chi in questo paradosso: Michael scrive una lettera dopo aver letto lo stesso suo scritto che Jonas gli ha mostrato e che proveniva dal futuro.
La seconda specifica che deve essere fatta, ma che rappresenta come detto ad inizio recensione l’elemento portante di questo secondo ciclo narrativo, riguarda il fatidico punto di rottura di questo loop passato-presente-futuro. Una rottura che fatica ad essere presentata allo spettatore che si vede propinare, ad un solo episodio dalla conclusione, una puntata pressoché statica e più incentrata al voler riprendere in mano ogni singola sottotrama fin qui palesatasi in scena. Tutti i personaggi ritornano sul palco, quindi, ma con il giusto minutaggio: nonostante infatti appaia ben chiaro l’obbiettivo di mantenere l’attenzione dello spettatore rivolta a (quasi) tutti i personaggi in scena, alcuni vengono giustamente circoscritti.

“Gli umani sono strane creature. Ogni loro azione è guidata dal desiderio… e i loro caratteri sono forgiati dalla sofferenza. Per quanto essi provino a sopprimere tale sofferenza a reprimere il desiderio non potranno mai liberarsi dall’essere eternamente schiavi dei loro sentimenti. Finché la tempesta li sconvolgerà dall’interno non riusciranno a trovare pace. Né da vivi… né da morti. E quindi, giorno dopo giorno, faranno ciò che è necessario. La sofferenza sarà la loro nave… il desiderio, la loro bussola.”

A stonare, forse, è la sottotrama riguardante il furto di identità di Aleksander Tiedemann che ad ora fatica a trovare dei veri collegamenti con l’impalcatura principale di Dark (i viaggi temporali), ma che potrebbe riservare nell’immediato futuro dei risvolti di sicuro interesse.
Così come in Lost, e recentemente analizzato in Westworld, anche Dark cerca di ripresentare la diatriba tra determinismo e libero arbitrio andando a sfidare la logica della consequenzialità temporale per permettere a Jonas di impedire avvenimenti passati (o futuri, dipende dal punto di vista della narrazione). La vera sfida non è più svelare tutti i segreti che aleggiano attorno alla cittadina di Winden dal momento che alcuni, la maggior parte di quelli tralasciati fino a questo punto, rappresentano dei meri riempitivi. Ciò che aspetta Baran bo Odar è molto più difficile, ossia riuscire a giustificare e collegare le tre stagioni (ricordiamo che il terzo ciclo narrativo sarà anche l’ultimo) dando una motivazione del perché il piano di interferenza temporale di Jonas sia riuscito o non sia riuscito. Un compito effettivamente difficile, ma ci sono da tenere presenti due fattori che potrebbero sancire la riuscita del prodotto: il primo elemento è la coerenza narrativa che ha permesso allo spettatore di ritrovare svariati richiami tra un episodio e l’altro (anche di stagioni differenti), un qualcosa che potrebbe apparire scontato ma che in campo seriale non spesso viene sfruttato a dovere; il secondo elemento è la conoscenza, da parte di Baran bo Odar, degli episodi a disposizione, ossia del tempo che potrà effettivamente sfruttare per incastrare e disincastrare la trama a suo piacimento.
L’episodio, che come detto rappresenta un aperitivo dolce amaro per l’imminente finale, si nutre di numerose scene di carattere sentimentale sia di stampo famigliare (Katarina-figli e Claudia-Egon), sia di stampo amoroso (Jonas-Martha e Hannah-Ulrich). Contemporaneamente, però, continua a portare avanti la proprio narrazione dove il passato influenza il futuro e viceversa.
D’altra parte tutto è collegato, no?

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Dialoghi e monologhi sempre di ottima qualità
  • Musiche, fotografia e regia
  • Episodio che riprende in mano tutte le varie sottotrame fin qui presentate
  • L’incontro tra Jonas e Claudia (a parti inverse rispetto alla 2×05) sul finale di puntata
  • La morte di Egon…
  • …una morte abbastanza prevedibile considerato il fatto che l’unico vero pericolo per l’ex poliziotto era Ulrich, da giorni ormai ritornato nel penitenziario psichiatrico
  • Forse troppo sentimentalismo (parentesi Hannah e Ulrich)
  • Aleksander, il detective e la loro personale sottotrama
  • Ora tutti viaggiano nel tempo: un elemento di fondamentale importanza che venendo concesso a tutti viene depotenziato

 

La votazione è dettata più dal passato (che, trattandosi di Dark, influenza il presente) che dall’episodio stesso: questa settima puntata non convince appieno e non concede allo spettatore dei veri e propri spunti di riflessione, rappresentando piuttosto un punto di collegamento tra un episodio più che ottimo ed il finale di stagione.

 

Ein unendlicher Kreis 2×06 ND milioni – ND rating
Der weiße Teufel 2×07 ND milioni – ND rating

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

2 Comments

  1. Prima di tutto complimenti per le ‘schede’ degli episodi, molto ben scritte, chiare ma molto esaustive.
    Poi sono assolutamente d’accordo sull’ultimo punto del ‘pollice verso’. Lo strumento a disposizione di tutti spegne un po’ la sua forza e crea anche dialoghi surreali da ‘supermercato’ del viaggio nel tempo: ‘hai tu la macchina?’ ‘no ce l’ha mia mamma’ ‘ok, quando torna avvisami che devo andare io’ e cose così.
    Per contro avrebbe potuto essere una strategia (di Adam?) mettere a disposizione vari dispositivi per confondere le cose e creare scompiglio tra le persone (cosa che in parte accade….).
    Mettterei nei ‘pollici su’ la scelta di far rimanere Hannah nel passato, liberatasi di Ulrich, ormai non ha più nulla nel futuro che la trattenga ma è una scelta controcorrente visto che tutti cercano di tornare nell’anno corretto.

  2. Grazie infinite per i complimenti (e per i commenti), Andrea! Sono sempre molto graditi. Specialmente per serie come Dark dove la condivisione e l’esposizione di idee e teorie risulta essere parte attiva dello show stesso.
    Considerato il finale, l’abuso dei viaggi temporali trova un certo tipo di spiegazione anche se rimane in certi punti dell’episodio al limite dell’assurdo (come la scena citata da te dove Magnus non trova la macchina del tempo perché se l’è portata via Katarina).
    Per i personaggi di Ulrich e Hannah ancora potrebbe esserci spazio e modo di ritorno, dipende dall’interesse degli sceneggiatori di approfondire le loro sottotrame anche se a conti fatti risulta ormai ben poco da dire.

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