“Fammi capire bene. Tu hai manomesso una navicella aliena saltando su un volo di sola andata per la Luna, ti sei smarrito da qualche parte lassù nella galassia… eppure non ne vuoi ancora sapere di crepare?“.
Sono parole ricolme d’amore e rispetto quelle pronunciate da Pope dopo il consueto rientro annuale sulla Terra del Divino Mason, vittima di un numero ormai inquantificabile di rapimenti alieni, ma non per questo minimamente scosso emotivamente o fisicamente (seriamente Tom, neanche un accenno di jet lag?). Dopo l’imbarazzante season finale della passata stagione, ciliegina sulla torta di un’annata che grazie a motociclisti mascherati armati di lanciafiamme e tute di Faraday artigianali ha ridefinito il concetto di trash, la II Mass torna prepotentemente a sbudellare e detonare alieni di ogni forma e dimensione grazie alla guida del suo immortale ed onnisciente leader.
La storia riprende esattamente da dove ci eravamo lasciati l’anno scorso. In base a quanto visto nei primi minuti dell’episodio, il nostro professore sembrerebbe essere entrato in contatto con una nuova razza aliena, determinata a risvegliare il “guerriero” nascosto dentro di lui attraverso la visione mistica dell’ormai defunta signora Mason. Così, tra mezzi busti di Woodrow Wilson e bruschi risvegli in stile Inception (ma soprattutto affioramenti in superficie che non si vedevano dal finale di “Bagnomaria” di Panariello), il Divino si ritrova inspiegabilmente in riva al mare a due passi dal quartier generale. Espediente che a questo punto si presume ecciti sessualmente gli sceneggiatori di “Cieli Cadenti” – probabilmente gli stessi de “Gli Occhi Del Cuore” – , in quanto riproposto ciclicamente anno dopo anno (vizio già sottolineato nella recensione della puntata 4×03 “Exodus“) e che conferma per l’ennesima volta la qualità di questo fantastico show (Ctrl+V is the way).
Fatta eccezione per Pope, l’unico a stupirsi del miracoloso ritorno di Tom, nessun altro sembra essere realmente sorpreso nell’apprendere la notizia. La condizione di Divino, utilizzata scherzosamente da noi per sdrammatizzare la situazione penosa in cui riversa lo show, è lentamente diventata una reale caratteristica del personaggio (e la frase di apertura della recensione ne è una chiara prova) e l’impressione è che gli autori abbiano deciso di sfruttare la componente trash dello show a proprio favore secondo la strategia del “so bad is so good“. Questo spiegherebbe alcune delle “cafonate” messe in scena in questa premiere. Tanto per elencarne alcune: l’inutile capriola di Anne prima di avventarsi sull’alieno e la successiva scena alla “Smokin’ Aces” in cui addolcisce la sua morte perché, così dice lei, vuole sapere cosa uccide e vuole dominarlo (no, seriamente, non ha il minimo senso); l’idea di usare Scotty come esca per gli Skitter affamati facendolo poi detonare senza alcuna pietà (premurandosi però di chiudergli gli occhi prima di ridurlo a brandelli); o ancora la resa dei conti tra Tom e il Padrone con frase ad effetto e quadruplo colpo alla nuca. L’idea è probabilmente quella di mostrarci un professor Mason cambiato in seguito alla morte della figlia, più cinico e in bilico tra bene e male. Il risultato effettivo è una parodia dello show stesso, ormai lontano dal genere fantascientifico e sempre più vicino all’action anni ’80.
Azzeccata invece la morte di Danny, cruenta al punto giusto, totalmente inaspettata e probabilmente unico punto a favore dell’episodio. Già in passato la serie ci ha abituato a dipartite improvvise, peccato che nella maggior parte dei casi i personaggi morissero dopo un episodio interamente dedicato a loro e quindi senza alcun colpo di scena. L’espressione di Anthony, impietrito di fronte al corpo mutilato dagli skitter, rappresenta il momento più alto in questi quaranta minuti di sproloqui, esplosioni e siparietti amorosi fastidiosi già per i protagonisti, figuriamoci per gli spettatori.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Shoot The Moon 4×12 | 2.42 milioni – 0.5 rating |
Find Your Warrior 5×01 | 2.04 milioni – 0.5 rating |
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.