A giro di boa ultimato, l’opinione su questa serie non può che continuare ad essere estremamente positiva anche a fronte di una trama diluita con i dovuti crismi del caso. Già si parlava della difficoltà nel generare da zero situazioni che permettessero di cantare e ballare in puro stile musical e, anche per questo, si giustificava la striminzita lunghezza della serie (8 episodi) che ricorda più un modus operandi da canale via cavo piuttosto che da ABC; a fronte di ciò era quindi doveroso attendersi una qualità per lo meno sufficiente che ne giustificasse la produzione. Non c’è quindi molto da sorprendersi se il doppio episodio in questione è l’ennesima riprova che Galavant è una perla rara in un panorama televisivo sempre più costituito da remake o serie fotocopia.
Vogliamo davvero trovare una pecca a Galavant? La trama orizzontale. Fin da subito è parso chiaro che se veramente si voleva trovare un punto a sfavore nella serie si sarebbe dovuto puntare il dito contro la semplice storyline. Semplice è un termine usato con connotato negativo perché fino ad ora Galavant ha rispecchiato i classici stilemi della narrativa cavalleresca, replicando pari pari molte delle ormai abitudinarie situazioni che vogliono. Fatta eccezione per il twist iniziale che metteva Isabela Maria Lucia Elizabetta sotto un’altra luce, nel lungo periodo però si è assistito al classico voltagabbana di quest’ultima, all’affiatamento tra compagni di viaggio fino ad arrivare all’imprigionamento di Galavant nelle segrete del castello. Tutte cose molto “classiche” nel vero senso del termine e, per questo, decisamente “semplici” da trattare. Galavant però non si è mai presentata come una serie che puntasse alla trama orizzontale come elemento portante, piuttosto invece si è configurata subito come un esperimento di musical fantasy e, come tale, la semplicità della trama è un elemento quasi secondario, decisamente non un difetto.
Assistendo a “Completely Mad…Alena” si ha già la sensazione di una storia che volge al termine, l’arrivo a Valencia è infatti stato decisamente anticipato sui tempi previsti dallo spettatore e di conseguenza le domande su come gli sceneggiatori riusciranno a riempire i restanti 3 episodi si moltiplicano esponenzialmente. A questo punto della narrazione Dan Fogelman, conscio dell’estrema linearità della trama, ha sfornato il cliffhanger che non ti aspetti e che, per certi versi, dovrebbe far rimangiare tutte le malelingue sulla storyline. Fogelman utilizza “Completely Mad…Alena” per chiudere un primo arco narrativo ricco di stereotipi ma in “Dungeons And Dragon Lady” rivoluziona l’intera struttura di Galavant soverchiando ruoli ed aspettative createsi fin qui. Il vero big bad della serie non è più King Richard, che al contrario diventa vittima delle sue stesse scelte, ma un po’ a sorpresa è Madalena la vera “cattiva” da sconfiggere e non più da salvare. I primi minuti del sesto episodio si aprono con il primo vero faccia a faccia tra Galavant e la Evil Queen Madalena, uno scambio di battute (anche canoro) che chiarifica una volta per tutte quali sono le vere intenzioni della donna, intenzioni che vanno a distruggere il sogno di riconciliazione che aveva smosso Galavant dalla depressione. La regina non è il classico personaggio indifeso, e questo era stato ben chiarito nelle varie puntate, ma è un’astuta stratega che mira a mantenere il suo status quo di donna più potente del regno con ogni mezzo (vedasi la beffa al povero Cuoco), compreso richiamare a corte il nonno di Sookie Stackhouse il legittimo erede al trono: Kingsley, il fratello maggiore di King Richard.
Le machiavelliche idee di Madalena l’hanno fatta assurgere a vero big bad della serie perché il suo animo e le sue azioni non possono che attirare l’odio del pubblico facendo confluire invece tutta la stima e la simpatia per lo sfortunato King Richard, vero e proprio mattatore della serie. Il personaggio di Timothy Omundson si è contraddistinto sin dall’inizio per un atteggiamento più bonario che altro e, per questo, anche nei momenti di “cattiveria” non si poteva non riconoscere un’ironia insita nelle sue frasi cupe (“Well, well, well…“) o nei suoi ordini di morte. La goffaggine ed il maltrattamento sono due armi molto potenti con cui influenzare l’opinione del pubblico e lui ne è un esempio.
A Fogelman va riconosciuto il fatto di saper gestire molto bene le situazioni surreali mischiandole con una profondità dei personaggi apparentemente inesistente. Il flashback sull’incoronazione di Richard, oltre a introdurre il fratello Kingsley, è utile per mostrare l’animo insicuro e timido che ha sempre avuto e che ora viene mascherato solo in parte dal potere esercitato tramite Gareth. Né più, né meno. Galavant è molto più di ciò che è in apparenza, è bene tenerlo sempre a mente.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Comedy Gold 1×04 | 4.11 milioni – 1.3 rating |
Completely Mad…Alena 1×05 | 3.38 milioni – 0.9 rating |
Dungeons And Dragon Lady 1×06 | 3.38 milioni – 0.9 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.