La puntata “numero nove”, quella che nelle tre stagioni passate era sempre stata il culmine della tensione narrativa ed emotiva, quest’anno è forse una delle più controverse, perché è mancato quel qualcosa in più, soprattutto dopo gli eventi raccontati nello scorso episodio.
Il confronto con la battaglia di Blackwater viene spontaneo: anche questa puntata è dedicata solo ad una storyline ma, nonostante gli sforzi, non si riesce nell’intento di creare un altro momento altissimo di serialità televisiva: che cosa non ha funzionato?
Dunque, nelle scorse recensioni si è più volte detto che la scrittura riguardante la Barriera appariva frettolosa e superficiale: per Martin è indubbio che gli avvenimenti in cui sono coinvolti Guardiani della Notte e Bruti siano importanti, non sappiamo ancora come ma di sicuro uno dei momenti cardine della saga sarà la lotta contro gli Estranei, poiché fin dalla primissime pagine delle Cronache, è chiaro che il motto “Winter is coming” è un presagio che evidenzia una minaccia realistica. Ma nella serie questa portata emotiva non riesce ad arrivare, a coinvolgere lo spettatore come invece fu per “Blackwater“: Tyrion, Cersei, Tywin, Stannis, erano e sono molto più interessanti, le loro vicende le sentivamo molto più vicine, percepivamo la disperazione, la paura di quello che stava accadendo e la risoluzione di quello spettacolare momento ha poi influenzato per sempre l’andamento generale della serie.
In “The Watchers On The Wall” i personaggi non hanno grandissimo fascino su chi guarda, proprio perché mal approfonditi, cosa che non si rileva nei libri e, a fine episodio, non si ha la sensazione che sia davvero cambiato qualcosa né nelle vicende dei Guardiani né tanto meno in quelle più ampie di tutto il racconto.
La parte più soddisfacente riguarda tutta la messa in scena: costumi, luoghi, l’animazione di giganti e mammut, la regia attenta di Neil Marshall (lo stesso di “Blackwater” ma anche del pessimo Black Sails) contribuiscono a dare enfasi alla storia e alcuni personaggi ne escono molto bene come Pyp o Grenn: indimenticabile il coraggio e la disperazione nel pronunciare il giuramento dei Guardiani, davanti al gigante e alla morte imminente.
Interessante anche il ricordo di Maestro Aemon e del suo essere Targaryen, dimenticabile e davvero priva di emozione la storia tra Sam e Gilly.
La narrazione da parte degli sceneggiatori è ben cadenzata tra scene spettacolari, come quella della falce e altre più intime: qui arriviamo al momento atteso da molti, l’incontro-scontro tra Jon e Ygritte. Nonostante il fatto che anche alla Bruta sia stato riservato lo stesso trattamento debole, non possiamo che dispiacerci della sua morte e del suo ultimo “You know nothing Jon Snow“: la donna incarnava al meglio lo spirito della sua gente, pur amando con tutta se stessa Jon, e con lei viene a morire anche gran parte della poca attenzione emotiva/narrativa che avevamo nei confronti della storyline della Barriera.
La bellezza di Kit Harrington cela le sue capacità recitative: se non ha certe battute, scritte apposta per dare spessore al personaggio, si rivela debole, poco affine al Jon dei libri, alla sua forza d’animo e al coraggio che questi dimostra; forse questo è uno dei tasti più dolenti, perché in fondo è lui il protagonista degli avvenimenti raccontati e la sua recitazione gioca decisamente a sfavore.
PRO:
- Spettacolarità nelle scene di battaglia
- Narrazione ben cadenzata tra scene di guerra e momenti più intimi
- Il giuramento dei Guardiani
- L’addio a Ygritte
- Portata emotiva inferiore alle aspettative
- Superficiale scrittura di molti personaggi e conseguente indebolimento degli avvenimenti alla Barriera
- Kit Harrington con un Jon troppo sottotono
L’episodio resta buono ma non all’altezza di “The Mountain And The Viper“: il motore empatico che porta lo spettatore ad immedesimarsi nella vicenda è stato drasticamente ridotto e, pur notandone i pregi, la puntata si conferma senza infamia e senza lode.
The Mountain And The Viper 4×08 | 7.1 milioni – 3.9 rating |
The Watchers On The Wall 4×09 | 6.9 milioni – 3.7 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.