“Valar Morghulis” ovvero “tutti gli uomini devono morire“: Game Of Thrones conclude qui il percorso di questa stagione e lo fa regalando una puntata pregna di avvenimenti, accompagnata da scelte di location e musiche eccellenti.
La risoluzione dello scorso episodio, arriva (troppo) in fretta: mentre Jon contratta la resa dei Bruti con il loro re, Mance, ecco arrivare Stannis Baratheon e la sua cavalleria che in un momento ribaltano la situazione. Continua ad evidenziarsi il difetto più grande della serie, come già ripetuto diverse volte: gli avvenimenti alla Barriera sono mal spiegati, poco approfonditi e per il momento, Stannis e compagni non sono da meno. Sarebbe stato molto più d’impatto il suo arrivo durante la battaglia e soprattutto sarebbe stato meglio se, gli sceneggiatori, avessero dedicato più attenzione alla motivazione per cui Stannis decide di partire per il Nord. Certo è che lo sguardo di Melisandre tra le fiamme, la dice lunga e si spera sia indice di cambiamento per le vicende legate ai Guardiani: “…and now our watch is ending“.
Oltre la Barriera, Bran arriva finalmente a destinazione: il giovane Stark, dopo aver rinunciato a tutto, alla fine anche al suo mentore Jojen, incontra il Corvo a tre occhi. Siamo ai confini del mondo e si respira fortemente una magia antica, dalla manifestazione dei Figli della Foresta, fino agli scheletri nella neve. Uno degli ultimi Stark riesce a completare la sua avventura per cominciarne una nuova e in quel: “You’ll never walk again. But you will fly”, capiamo come il suo destino sia ancora tutto da scoprire.
Chi invece non ha idea di cosa le accadrà è Arya: il segmento a lei dedicato è uno dei migliori dell’intero episodio. L’incontro con Brienne e il feeling che da subito instaura con lei, è una licenza poetica che gli sceneggiatori si prendono rispetto ai libri, ma funziona benissimo. Se da una parte vediamo confrontarsi le due donne guerriere di tutta la saga, dall’altro la morte del Mastino è decisamente più onorevole qui che negli scritti. Lo scontro tra Brienne e Sandor è feroce e sanguinoso e vede la Guerriera vittoriosa, anche se perde il suo obiettivo. Arya infatti, lascia il Mastino, ormai in fin di vita e si imbarca per Braavos: la potenza del finale di puntata è suo, particolare l’uso della musica e Maisie Williams è perfetta. Non dimenticheremo quel “Valar Dohaeris” tanto facilmente. Un plauso anche a Sandor Clegane, personaggio dalle mille sfaccettature, ultima controversa figura paterna per la giovane Arya.
Tutti i figli Stark hanno tagliato i legami con il loro passato e voltato pagina per iniziare definitivamente il proprio percorso di vita e vendetta: qualche puntata fa era stato il turno di Sansa, ora è toccato a Jon, Bran ed Arya.
Al di la del Mare Stretto, incontriamo Dany e le contraddizioni del suo essere regina. “Freedom means making your own choices”: la donna si scontra con una dura realtà; liberare schiavi significa, in alcuni casi, strappare uomini e donne dalle loro case e per queste persone, non esiste dignità nel vivere per strada. Daenerys comprende che la libertà è qualcosa di molto più complicato di ciò che credeva e che non si regna solo con le buone intenzioni La Liberatrice di Catene è anche costretta a incatenare i suoi draghi: dopo aver avuto prova dell’uccisione di una bambina da parte di Drogo, decide di rinchiudere Viserion e Rhaegal perchè selvaggi e pericolosi. La scena ha una carica emotiva fortissima ed evidenzia la sofferenza della donna che da Madre, deve ripudiare quei figli che con la loro nascita l’hanno eletta una regina libera.
Se la progenie Stark sceglie la propria strada, anche quella Lannister fa lo stesso: Cersei, ormai prossima alla follia, rivela al padre il suo rapporto incestuoso con Jaime: “I love my brother. I love my lover“; quest’ultimo, in accordo con Varys, sottrae Tyrion alla morte.
Tutti gli uomini devono morire e come accennato da Petyr Baelish, si può morire nei modi più impensati. Chissà se Tywin Lannister si è reso conto di questo, mentre dopo anni di soprusi e ingiurie, Tyion si è preso la sua vendetta. Con il volto sofferente, per aver subito l’ennesimo tradimento e aver ucciso la donna che amava, il Folletto non esita a mettere in atto la fine dell’uomo che ha reso la sua vita un’inferno. I Lannister pagano sempre i loro debiti e Tywin muore nel modo meno dignitoso che si possa immaginare. Ennesima interpretazione strepitosa di Peter Dinklage, in viaggio per mare, verso un destino diverso, migliore o peggiore, ancora non ci è dato sapere.
Questa quarta stagione è riuscita a portare a termine diverse trame pur aprendo innumerevoli strade nel destino dei vari personaggi: a fronte di alcuni difetti, Benioff e Weiss sono riusciti a ricostruire magistralmente il mondo in cui i personaggi di Game Of Thrones si muovono, affidandosi alla recitazione straordinaria di un cast di qualità, senza tralasciare plot twist importanti ma arricchendoli, non avendo timore di allontanarsi dal materiale originale, scelta in gran parte rivelatasi vincente.
PRO:
- Peter Dinklage e Tyrion, ormai la stessa persona, realizzano la vendetta perfetta
- La gestione della storyline di Bran
- Maisie Williams bravissima: “Valar Doaheris” Arya e certo che avrai una cabina!
- L’incontro-scontro tra Brienne e il Mastino
- Daenerys e le difficoltà del suo ruolo di Regina e Madre
- Location e musiche che rendono ancor più epica questa puntata finale
- Dialoghi interessanti e intelligenti, attori davvero bravi e in parte, quasi tutti
- Solita superficialità nelle vicende dei Guardiani della Notte
- L’arrivo di Stannis confuso e con poco mordente
The Watchers On The Wall 4×09 | 6.9 milioni – 3.7 rating |
The Children 4×10 | 7.0 milioni – 3.8 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.