“#ThinkBrink” è l’ultimo episodio rilasciato da Prime Video come première di Gen V. Una puntata che riesce a racchiudere in poco meno di un’ora tutti i pregi che hanno contribuito a lanciare il nuovo show ideato da Eric Kripke (coadiuvato da due storici sceneggiatori di The Boys come Craig Rosenberg e Evan Goldberg) garantendogli sin da subito uno status alla pari del suo fratello maggiore.
Le paure che potevano essersi insinuate nel pubblico più navigato possono dirsi probabilmente già fugate dopo tre puntate che hanno, di fatto, settato lo standard qualitativo per ciò che è nato come un semplice spin-off.
La bravura degli showrunner risiede infatti nell’ambientare Gen V nel mondo di The Boys ma di farla camminare sulle proprie gambe. Ci sono solo personaggi nuovi, con tanti volti nuovi che si trovano ad agire nell’universo di Hughie e Homelander. Questa percezione è fortissima grazie probabilmente al contributo creativo dello stesso Kripke, che ha saggiamente scelto di lavorare allo spin-off del suo giocattolone per non incedere in brutti passi falsi e macchiare la reputazione di The Boys, ancora ben salda nell’immaginario collettivo del pubblico di serie TV.
ARMA X
È stato detto più volte come, almeno nelle intenzioni, Gen V affondi le sue mani nella testata New Mutants targata Marvel. D’altronde il teen drama resta una declinazione interessante (se ben usata) per andare a reinventare il genere supereroistico. E parlando di mutanti è impossibile non riesumare uno dei più grandi elementi dell’intera mitologia riguardante gli X-Men come il progetto Arma X. La storyline che riguarda il mistero che si cela attorno a Sam Riordan e la sua inumana detenzione ricorda infatti proprio l’arco narrativo su Wolverine, con Weapon X sostituito da un indecifrabile “The Woods“. Con la differenza che stavolta rinchiusa c’è una persona invulnerabile e super-forte, ma con un piccolo difetto, ovvero un cervello deforme.
Sam è infatti il vero traino di Gen V, che sta spingendo tutto il cast di protagonisti verso la risoluzione dell’enigma che lo vede rinchiuso in un magazzino segreto evidentemente collegato alla Godolkin University.
A tal proposito, sono molto interessanti i vari flashback disseminati in “#ThinkBrink” che iniziano a svelare qualcosa riguardante la trama orizzontale. Appare palese come i vari Marie, Andre, Cate, Emma e Jordan siano destinati a fare gruppo prima o poi, ma c’è sempre da stare attenti alla scrittura di Kripke e alle moltissime sfaccettature di cui dota i suoi personaggi e tramite cui il colpo di scena è sempre dietro l’angolo.
Tiffany Meyer: “What do I always say?”
Emma Meyer: “Oh. Pee after sex?“
GENITORI SUPER
“#ThinkBrink” è però anche un episodio spiccatamente verticale, che introduce un buon quantitativo di personaggi col solo scopo di dare un maggior background a tutto il cast di protagonisti.
Ciò che viene analizzato è proprio il rapporto che hanno questi giovani supereroi coi propri genitori, rei/meritevoli (dipende dal punto di vista) di aver dato ai propri pargoli neonati il famigerato Composto V. In particolare la puntata si sofferma su tre personaggi diversi, che hanno a che fare in un modo o nell’altro coi propri genitori. La madre di Emma, che è tra l’altro la vera protagonista dell’episodio, è un personaggio che si trova letteralmente agli antipodi rispetto alla figlia. Una figura fin troppo ingombrante che ha evidentemente “dopato” sua figlia per un mero vizio personale.
Dall’altro lato c’è Jordan, all’apparenza sempre in ordine ma con un disordine interiore figlio probabilmente dei suoi ormoni impazziti, ancor più stimolati dal suo potere molto originale e attuale. I suoi genitori rappresentano lo stereotipo della famiglia conformista e tradizionalista, “maledetti” dal potere del figlio, capace di eseguire un’aberrazione come cambiare sesso. È lodevole infatti l’attenzione donata al personaggio di Jordan, che rappresenta una sorta di tabù nella Vought. All’apparenza sempre al passo coi tempi ma in realtà spaventata dalle analisi di mercato.
Infine c’è Polarity, che sembra anche il personaggio forse più promettente a durare per più episodi. Il meschino padre di Andre, un “leccaculo” disposto a tutto pur di far prosperare la propria famiglia. La dinamica tra i due sembra essere quella più intrigante, in quanto le scene tra i due risultano piene di tensione. Dovuta in parte dalla personalità ambigua di Polarity, ma soprattutto a causa della disapprovazione del giovane super nei confronti di un padre esigente ma in tutto e per tutto il contrario di ciò che un supereroe dovrebbe rappresentare.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Anche la morte di un famoso professore non impedisce alla Vought di lavorare sul marketing. Prosegue quindi sulla buona scia Gen V, garantendo anche ai più dubbiosi la stessa qualità della serie madre. Anche il target sembra rimasto lo stesso, sfruttando il teen drama solo come escamotage narrativo per narrare una storia diversa ambientata nello stesso mondo.
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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.