Ghoul 1×02 – The Nightmares Will BeginTEMPO DI LETTURA 3 min

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Una miniserie di soli tre episodi può essere tranquillamente rapportata ad un racconto, se si vuole giocare al parallelo letterario secondo cui una serie di lunghezza standard sarebbe invece un romanzo. Normale quindi che il secondo episodio debba portare la narrazione nel vivo e preparare la conclusione dell’ultimo atto.
Un plauso va sicuramente fatto per il tipo di messa in scena minimale. Pochi ambienti, pochi personaggi e addirittura pochi ma incisivi momenti horror o splatter. Tale incisività non era per niente scontata se si pensa che il primo episodio metteva in scena una realtà distopica – come non perdersi in grandi descrizioni di un universo di fantasia? – e soprattutto vi era una grande varietà di scenari, oltre a una base di salti temporali nell’avviare la narrazione.
“The Nightmares Will Begin” rende esplicito anche il lato horror dello show, solo vagamente accennato nella premiére. Questo risvolto può essere letto in maniera duplice. Sicuramente è positivo il fatto che il tutto sia stato dosato in un crescendo che culmina con la “visione” di Nida (l’aspetto orrorifico resta per ora sempre in una dimensione onirica o comunque confusa, come nella stanza al buio, al massimo ci sono gli occhi del prigioniero che diventano neri): l’atmosfera claustrofobica del centro di detenzione e il risvolto dell’interrogatorio amplifica il senso di impotenza degli ufficiali/secondini che, con la descrizione distopica e nazionalista del precedente episodio, sembravano pienamente in controllo della situazione. Indubbiamente non si può applaudire allo stesso modo per l’originalità del tema trattato. Il demone che semina zizzania e risveglia i sensi di colpa rappresenta un topos narrativo non certo nuovissimo. Ciò non va a intaccare l’originalità di quanto mostrato, senz’altro però sembra di trovarsi di fronte a un esercizio di stile applicato ad una produzione internazionale proposta da Netflix. Esercizio di stile non perché la trama sia soggetta al genere proposto, ma perché ripresa di tante opere letterarie o cinematografiche in cui l’elemento horror viene solo dato in “assaggio”, aumentando di molto l’inquietudine e il senso di pericolo. Sono poi situazioni in cui l’ambientazione gioca il vero ruolo da protagonista che permette lo svilupparsi del caos all’interno di un ordine prestabilito e funzionante. La ripresa del clima claustrofobico è, come detto, ovviamente riconducibile solo a questa 1×02, considerando che già la 1×01 mostrava una maggiore varietà. In questo senso il prossimo episodio decreterà la sorte di Ghoul, decidendo da un lato di potenziare quanto visto in questo secondo episodio, oppure di creare un terzo blocco con tempi e luoghi differenti in cui sviluppare il particolare universo narrativo descritto.
A proposito dell’universo narrativo, ciò che veramente colpisce è la caratterizzazione dei personaggi. Questi, in un minutaggio non elevatissimo, riescono a emergere in una tridimensionalità tutt’altro che scontata. Ogni singolo elemento potrebbe essere visto come stereotipo della narrazione militare, ma in realtà c’è sempre un qualcosa che rende meno armonica (e meno scontata) la caratterizzazione. L’ufficiale che mette in discussione tanto la protagonista quanto il colonnello ha tutt’altro che lo sguardo malvagio e l’etichetta di villain piantata addosso. Vedendo il colonnello bere, poi, lo spettatore stesso è portato a dubitare dell’efficacia di Dacunha. Ma lo spettatore, più che altro, è portato ad avere lo stesso grado di diffidenza anche verso la stessa Nida, protagonista che, ricordiamolo, nel primo episodio decide di denunciare il padre. Ecco, ciò che veramente è interessante è notare questa realtà dove effettivamente l’ideale nazionalista prende piede in maniera totalmente indiscutibile anche nella protagonista. Gli autori però, al contrario, non mettono mai in discussione la natura distopica di questo fondamentalismo, non impedendo comunque allo spettatore di provare empatia.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Horror a piccole dosi
  • Caratterizzazione dei personaggi
  • L’intera sequenza dell’interrogatorio
  • Personaggi ambigui
  • Rispetto al precedente episodio, la staticità ambientale e temporale
  • L’intero plot non brilla per originalità

 

Il basso numero di episodi e il minutaggio non elevatissimo rendono ancora più godibile un tipo di narrazione che non presenta picchi di originalità, ma che comunque merita un ringraziamento.

 

Out Of Smokeless Fire 1×01 ND milioni – ND rating
The Nightmares Will Begin 1×02 ND milioni – ND rating

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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