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Girls 4×10 – Home BirthTEMPO DI LETTURA 6 min

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Nascite, rinascite e cambiamenti quasi epocali nella decima e ultima puntata della quarta stagione di Girls, intitolata a ragione “Home Birth”. La nascita di cui si parla è quella della figlia di Caroline, sorella di Adam: un parto in casa, sofferto, complicato – perché podalico. La nascita di cui si parla è anche metaforica, ed è quella delle nostre protagoniste, che in “Home Birth” trovano la loro dimensione esistenziale. Nelle scorse tre stagioni e, in parte, anche in quest’ultima le abbiamo viste arrabbiarsi, patire, sbagliare, raggiungere il tanto agognato sogno e poi crollare miseramente, in questo episodio invece sembra che la (ri)nascita sia alle porte. Finalmente le quattro ragazze sono alle prese con se stesse, ma non nel modo drammatico – a parte la sempre dolente e piagnucolosa Marnie – e nostalgicamente infantile a cui lo spettatore è abituato, bensì con coraggio sono di fronte al Futuro e questa volta gli vanno addosso. Quella che ci sorprende maggiormente è Hannah, l’artistoide, la scrittrice che, coronato il suo sogno, entra in una scuola d’arte, ma poi, persasi, torna a casa senza nulla in mano, anzi in perdita con la sua vita di prima (Adam). Se da un paio di puntate avevamo notato un cambiamento in lei, è proprio con “Home Birth” che la parabola del suo personaggio modifica il suo arco. All’inizio dell’episodio Hannah è incastrata nel suo stesso “ruolo”, respira a fatica, annaspa in un mare d’ansia, drammatizza ciò che le succede intorno (la situazione familiare), poi lei “acquista peso”, non è più la ragazzina egocentrica che abbiamo conosciuto.
L’eterna egoista, all’altezza della situazione, trova parole nuove, dirette al preoccupato Adam, ma anche a Caroline – nuda, nella vasca da bagno, in preda alle doglie, contraria alla nascita della figlia in ospedale – e a Laird – completamente succube della compagna. L’ultimo stadio della trasformazione avviene quando la nostra eroina di fronte alle suppliche di Adam di tornare insieme, non accetta. È veramente cresciuta Hannah quando alla mano tesa – sequenza di un rigore geometrico affascinante e struggente -, risponde con uno sguardo al futuro (il collega di lavoro), mettendo tra parentesi il passato.

Lena Dunham è brava a raccontare proprio questo, gli stralci di vita, le situazioni che a ciascuno sono accadute: c’è anche per noi una storia irrealizzabile, un sentimento malato e vitale che ci ha scosso e turbato. Nell’educazione sentimentale di tutti c’è stato un Adam, uomo che va e viene, che è roccia, ma è anche acqua che fa annegare, che ci vuole e ci tiene distanti, che prima solo desidera ma poi ama anche profondamente.
C’è stata una Hannah, donna che è femminista, ma bisognosa di tutto, che è tatuata in ogni centimetro del suo morbido corpo, ma è anche bambina spaventata, tanto fragile da essere quasi psicotica, che ha necessità di appoggio, ma con la stessa forza tiene lontani. Proprio qui Girls funziona, perché è in grado di farci immedesimare, esasperando debolezze e brutture.
La corsa in ospedale, a piedi, con Caroline in braccio, ha svegliato Hannah dal torpore: è tempo di crescere. Madre e figlia sono molto simili, ora però il cordone ombelicale “caratteriale” si è spezzato e lo capiamo quando le due parlano al telefono: se il rapporto tra i genitori continua insensatamente, quello di Adam e Hannah non è più lo stesso. La nostra protagonista forse è diventata grande – cosa che non si può dire di Adam – ed è evidente nel flashforward dei sei mesi successivi.
In quel bagno però c’è anche la ribelle e affascinante Jessa, è lei che si immerge nella vasca per vedere quanto è dilatata Caroline, è lei che prende in mano la situazione e riporta nel mondo reale Laird – e grazie a lui e alla compagna che nascono le situazioni più surreali e comiche -, e lo riappacifica con la propria dimensione mascolino-virile. Jessa ha sempre avuto la capacità di reinventarsi (dopo il matrimonio), di scappare (dopo la separazione) e tornare rigenerata, ma ogni volta il suo cambiamento era “a tempo” e lei era pronta per la prossima avventura. Dopo aver visto nascere una creatura la sua dichiarazione di “esserci” sembra non essere passeggera, ma una scelta di vita – finalmente qualcosa di buono lo ha fatto -: da grande vuole diventare terapista.
Poi c’è Shoshanna, ancora turbata dai cambiamenti che le sono toccati in sorte in questa serie, a cui finalmente propongono il lavoro dei suoi sogni – ma a Tokyo -, la ragazza si trova di fronte ad un bivio: l’uomo giusto – non emotivamente ma razionalmente – o il Lavoro. Shosh non mette da parte il suo futuro per un maschio da poco – che le chiede disperatamente di restare, di lavorare per lui nella sua azienda – ma decide di fare il grande salto. Nessuna paura, nessun ripensamento – non ha l’indole tentennante e spaventata di Hannah -, solo entusiasmo per lei. Vuole trovare il suo ruolo, la sua indipendenza, crescere insomma.
La storia meno avvincente è quella di Marnie che sì, canta da sola di fronte ad un pubblico, dal momento che Desi non si presenta al concerto – probabilmente per la lite avuta con Ray -, ma lo fa grazie allo sprone dell’amico innamorato di lei; è Marnie il personaggio che convince meno, quello che dal punto di vista narrativo non arriva ad una risoluzione (che ne sarà della sua storia con Desi?).

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Hannah e Adam
  • La telefonata tra Hannah e sua madre
  • Jenna che immerge la testa nella vasca
  • Il personaggio di Marnie
“Home Birth” è un buon finale di stagione, che soddisfa il pubblico. L’episodio e la stagione stessa ha fatto prendere il volo alle sue protagoniste, che trovano un certo equilibrio, la loro strada; ancora una volta Girls e la sua creatrice ci hanno stupiti. Questa quarta stagione ha segnato una sorta di spartiacque, fin dal principio si è compreso che gli intrecci tra i personaggi sarebbero stati difficili da gestire e i cambiamenti (Hannah in Iowa), se mal condotti, avrebbero potuto nuocere all’intero prodotto.
Cosa dovremmo aspettarci da una prossima stagione? Dunham sta tentando di dare un futuro alla nostra generazione? C’è un dubbio però, l’universo narrativo di Girls è stato fino a questo punto riconoscibilissimo, diventando quasi un marchio, e le quattro amiche, malconce, stressanti e stressate, fastidiose e infastidite, erano una certezza, cosa vorrà dire per il mondo diegetico questo bagno di maturità? Dunham non rischia di stracciare la forza narrativa delle sue protagoniste e del suo lavoro? Attendiamo la quinta stagione per saperlo.
Daddy Issues 4×09 0.70 milioni – 0.3 rating
Home Birth 4×10 0.69 milioni – 0.3 rating


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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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