da una vita, emulando il suo idolo di sempre e Marley ha finalmente deciso di far vedere la luce alle sue canzoni.
I momenti migliori della puntata però rimangono appannaggio dei “vecchi” esponenti delle New Direction: Finn e Rachel. Le avventure di Finn e Puck al college sono state esilaranti e la performance di Don’t Stop Believing di Rachel ha fatto scendere qualche lacrimuccia nostalgica anche ai meno sentimentali. In questa stagione Finn e Rachel sono cambiati molto e anche il loro rapporto, anche se la telefonata di questa puntata mostra ancora quanto Rachel sia sempre perennemente troppo concentrata su se stessa per dedicarsi a qualcun altro. Finn, invece, è maturato molto: ha smesso di essere lo zerbino di Rachel e ha cercato un proprio sogno che metta in luce le sue qualità naturali di leader e, vedendo come è statao riaccolto dai ragazzi del Glee Club, ha decisamente trovato la strada giusta.
Protagonista della 4×20 è un altro esponente della “vecchia guardia” di Glee: Santana, altro talento in cerca di una strada da seguire. Dopo il diploma abbiamo visto una Santana molto confusa, quasi quanto Finn: universitaria e cheerleader poco convinta, abbandona le sicurezze del college per intraprendere l’avventura newyorchese ma, al contrario dei suoi coinquilini, non ha uno scopo ben preciso. Convinta da Kurt a prendere parte all’organizzazione del galà benefico del New York City Ballet, Santana abbassa finalmente le difese e svela le sue insicurezze e i suoi desideri più intimi nella commovente esibizione “At the Ballet”. Troppo poco spazio è stato invece concesso a Kurt ultimamente: protagonista dei primi episodi della stagione, soprattutto per la storyline Klaine, nella seconda metà di stagione il suo ruolo è stato ridotto a quella di mero aiutante delle sue coinquiline, lasciandoci con molti dubbi in sospeso (Che ne è del suo stage a Vogue.com? Come sta andando il suo percorso artistico alla Nyada? Sta ancora frequentando Adam? Come sta suo padre?). Tuttavia, stando agli spoiler che girano, il nostro amato Kurt tornerà presto sulla scena dando risposte a tutti i vari dubbi.
Sempre per rimanere in tema di questioni irrisolte, vediamo per l’ennesima volta Ryder alle prese con la disperata ricerca della vera identità della sua fidanzatina virtuale e, con grande maestria degli autori e altrettanta grande irritazione degli spettatori, questa identità non viene rivelata neanche stavolta. Per mitigare questo fastidio, viene però furbescamente inserito un breve flirt con Kitty che si conclude bruscamente a fine puntata, ma speriamo venga ripreso prossimamente, in quanto questa nuova Kitty sensibile e più umana sta piacendo davvero molto.
Altra questione importante, ma trattata in modo troppo superficiale è quella del rapporto Sue/Becky e del licenziamento di Sue che è chiaramente infelice lontano dal McKinley, ma non puà rientrarvi senza dire la verità su Becky e la sparatoria, anche se la versione di Sue inizia a destare molti sospetti.
PRO:
- Intreccio armonioso delle storyline dei vecchi personaggi con quelle dei nuovi e buona gestione del passaggio New York/Lima.
- Le scene di “vita da college” di Puck e Finn: Harlem Shake, confraternite, party e divertimenti sfrenati sono sempre i benvenuti in un telefilm che troppo spesso si dimentica di essere una commedia.
- L’esibizione di Don’t Stop Believing: un must per tutti i nostalgici di Glee.
- Piccoli passi avanti nell’evoluzione di diversi personaggi: Finn, Santana, Marley e Kitty.
CONTRO:
- Pochi passi avanti nella trama orizzontale, le numerose questioni irrisolte costituiscono un grosso ostacolo per la continuità e l’alta densità di storyline mette in crisi anche lo spettatore più attento e fedele.
- Troppi personaggi relegati ormai al ruolo di semplici comparse: Tina, Artie, Sam, Jake, Kurt e Blaine fanno più da contorno che altro.
Episodi piacevoli e divertenti ma fin troppo densi di avvenimenti e di questioni che rimangono poi irrisolte lasciando lo spettatore con un forte senso di insoddisfazione. E questa non è mai una buona cosa.
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.