Sin dal suo lancio, avvenuto qui in Italia nell’ormai lontano 24 marzo 2020, Disney+ ha dovuto sopportare parecchie accuse. Le più insistenti riguardavano la scarsezza di contenuti più “maturi” o che vadano oltre il PG (Parental Guidance). Dal 23 febbraio, con l’arrivo di Star, tali accuse hanno perso ogni tipo di fondamento. All’interno della doverosa ventata d’aria fresca portata dal nuovo brand di Disney+ è presente anche Godfather Of Harlem, prodotto sicuramente più adulto riguardante la criminalità organizzata nella Harlem degli anni ’60.
Godfather Of Harlem, che negli USA va in onda sul canale Epix, è scritta da Chris Brancato e Paul Eckstein, già autori di un’altra serie di genere gangster: Narcos. Il prodotto di Star condivide con la serie originale Netflix l’ispirazione a personaggi e ad accadimenti reali, romanzando la storia per veicolare un messaggio di fondo.
IL PADRINO È TORNATO
Il protagonista assoluto di questo doppio pilot è sicuramente il “Godfather” di Harlem citato nel titolo. Ellsworth Raymond “Bumpy” Johnson ha appena finito di scontare i suoi dieci anni di prigione ad Alcatraz. Tornato nel suo quartiere di Harlem, un tempo capitale del suo impero criminale, si scontra con il tempo trascorso durante la sua detenzione. Molte cose sono cambiate e il vecchio Bumpy è ormai un pesce fuor d’acqua (“Who is James Brown?”).
A dare spessore al carismatico protagonista c’è Forest Whitaker (The Butler – Un Maggiordomo Alla Casa Bianca, L’ultimo Re Di Scozia), premio Oscar nel 2007, nettamente superiore rispetto ai colleghi in scena in ogni inquadratura per magnetismo e espressività. L’inconfondibile espressione di Whitaker fa da padrone e lo accompagna nell’esplorazione di una nuova Harlem, ben diversa da quella lasciata in eredità prima di essere imprigionato.
AFRO VS ITALY
Nelle strade imperversa una sanguinosa guerra tra due rami della famigerata famiglia Genovese. La mafia italiana della Grande Mela, nella figura di Frank Costello (Paul Sorvino), deve gestire la coesistenza tra gli “italiani”, capeggiati da Vincent Gigante, e gli afroamericani al servizio di Bumpy Johnson. Lo show non si tira indietro e sceglie di mostrare la guerriglia urbana in tutte le sue crudeltà. L’idea alla base di questa prima stagione è apprezzabile. Brancato e Eckstein rappresentano due etnie sociali, come afroamericani e italiani, vittime entrambe di razzismo, scontrarsi tra loro con ogni mezzo necessario.
L’antagonista è anche di tutto rispetto, in quanto interpretato dal grandissimo Vincent D’Onofrio (Ratched, Daredevil). Il Vincent Gigante di D’Onofrio è un villain affascinante, nervoso di fronte ad un boss con molta più esperienza di lui ma ansioso di giocarsi le sue carte. La presenza dei due criminali interpretati da due attori di serie A è ben contornata da attori come il già citato Paul Sorvino e Luiz Guzmàn, ottimi caratteristi che non fanno altro che impreziosire lo show.
BLACK POWER EVERYWHERE
Tuttavia, guardando oltre la superficiale faida tra clan di quartiere, Godfather Of Harlem è un affresco sulla situazione culturale afroamericana nei primi anni ’60. Gli showrunner colgono la palla al balzo e inseriscono il personaggio di Malcolm X, interpretato ancora da Nigél Tratch, per renderlo un sequel ideologico del fortunato film del 2014 Selma – La Strada Per La Libertà. Operazione simile a quella del Charles Manson di Damon Herriman visto sia in Mindhunter che in C’era Una Volta A… Hollywood.
Nel confrontarsi con l’islamismo di Malcolm X c’è il cristianesimo battista proclamato dal pastore Adam Clayton Powell Jr., interpretato dal (come sempre) delizioso Giancarlo Esposito. I due personaggi trasportano lo scontro armato in scontro ideologico e teologico. Due icone storiche che si sono servite della religione per primeggiare in politica, o forse hanno sfruttato la politica per dar voce alla loro religione. Ciò che è certo è che Godfather Of Harlem ha presentato alla grande le sue potenzialità, portando in scena tanti attori importanti e tematiche interessanti.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Godfather Of Harlem si presenta in grande stile con un cast ambizioso e una messa in scena coraggiosa. La trama orizzontale è stata appena snocciolata nella doppia première e lascia parecchia curiosità tra guerre per le piazze di spaccio, parentele nascoste, fantasmi del passato e la lotta all’eroina.
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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.