Godless 1×05 – 1×06 – Shot The Head Of A Snake – Dear Roy…TEMPO DI LETTURA 5 min

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Frank Griffin: “There’s different sorts of men. Some don’t have taste of fight. But they can talk, they can reason. That’s almost as good. Then there’s some men who can only talk through their guns or their fists.”

 

Queste penultime due puntate di Godless gettano finalmente luce sul passato di Roy Goode e sul suo rapporto conflittuale con Frank Griffin.
Potrebbero essere considerate una semplice parentesi introspettiva sul protagonista principale della serie, una delle tante presenti per ogni singolo personaggio, ma in realtà sono qualcosa di più.
Se si ricercasse un archetipo letterario per Roy, questo sarebbe sicuramente Oliver Twist. Come il personaggio dickensiano, infatti, Roy è un orfano costretto a crescere in un mondo che non ha molta pietà nei confronti dei più deboli, degli ultimi. Trova così un porto sicuro in una “famiglia particolare”, quella di Frank Griffin (che si potrebbe definire il Fagin della situazione) e la sua banda di rapinatori. Salvo poi accorgersi che questo mondo che all’inizio gli sembra familiare non lo è poi così tanto.
Si tratta di una parentesi importante nella vicenda narrata in Godless e non solo perché fa luce su elementi importanti della trama che gli spettatori attendevano da tempo. Ma soprattutto perché ribalta completamente i canoni narrativi della serie stessa, rendendo ancora più interessante quanto raccontato. Già in “Fathers & Sons” si era visto il lato più umano di Frank, reso un personaggio con molte più sfaccettature rispetto al bandito sanguinario visto nelle prime puntate.
Qui addirittura lo si vede fare da mentore e padre a uno spaurito bambino impartendogli insegnamenti certamente discutibili ma sempre con un affetto che appare sincero (e conoscendo anche il suo vissuto si capisce il perché).
Quando si parla di Godless si parla sempre di un western “classico”: un mondo manicheo dove ci sono i forti e i deboli, in cui i secondi soccombono sempre ai primi, e dove non c’è posto per la pietà. Un mondo, per l’appunto, “senza Dio”. Eppure, in questi due episodi si vede come una qualche forma di speranza c’è eccome, anche in questi luoghi. Basti pensare al personaggio di suor Lucy Cole e al suo impatto positivo sul giovane Roy Goode (e sul fratello Jim di cui finalmente si conoscono le parole della famosa lettera, vero e proprio MacGuffin stagionale).
Seppur con la sua consueta dose di spargimenti di sangue, dunque, il mondo rappresentato in Godless assume sempre più i contorni del western crepuscolare dei film di Sergio Leone e di Tonino Valerii con una nota di realismo che però non tralascia alcuni spunti di misticismo e riflessioni filosofiche.
Assimilabile, forse, solo a Gli Spietati, film capolavoro di  Clint Eastwood, con cui ha parecchi punti in comune.
Particolarmente interessanti, in questo contesto, sono le sequenze descrittive, quelle in cui apparentemente non succede nulla come tutte le scene in cui vengono ammaestrati i cavalli (vero leitmotiv di serie) e cavalcate varie nelle praterie. Queste riempiono comunque la narrazione grazie alla musica e alle ampie panoramiche che danno alla serie un aspetto sia realistico che epico e sono il vero omaggio a tutta la tradizione del genere western.
Si può affermare che, per una volta, la lentezza narrativa di ogni puntata sia in realtà il suo punto di forza, utile a creare quel climax narrativo che crea tensione e suspense fino ad arrivare al cliffhanger finale. Si tratta di una serie che si prende i suoi tempi e lo fa bene.
Soprattutto perché le cose da raccontare sono tante. Godless è una serie che è partita fin da subito come corale e si può dire, giunti a questo punto, che ogni singola storyline sia stata ampiamente approfondita in queste sei puntate dando a ogni personaggio, anche il più secondario di tutti, una sua caratterizazione e un archetipo letterario particolare che lo definisce.
Elementi che, messi insieme, hanno aiutato a costruire e a rendere riconoscibile “l’universo Godless”.
Così se Roy è Oliver Twist, Whitey e Louise sono sicuramente Romeo e Giulietta e Bill McNue un Ulisse (ma anche Telemaco volendo) che parte lasciando indifesa la sua Itaca, ostaggio dei Proci (gli uomini di Valentine), per intraprendere un lungo viaggio alla ricerca di sé stesso.
Ognuna di queste storyline è stata sviscerata per bene, persino quella più secondaria di tutte ossia quella relativa a Martha Bischoff (la ragazza che va in giro sempre nuda).
Quest’ultima, giunta a questo punto della trama, appare quasi la più surreale di tutte e serve al solo scopo di far ricongiungere Mary Agnes e Callie. Troppo poco per renderla memorabile e soprattutto non in linea con quanto narrato finora proprio per il suo lato surreale e comico, ma può darsi che trovi un suo perchè nell’ultima parte della storia.
Si tratta però dell’unica nota negativa in una puntata che è degna di nota. Procedendo con i suoi soliti ritmi, infatti, il sesto episodio si preoccupa di racchiudere in pochi minuti (è l’episodio che dura di meno in assoluto) tutte le storylines della trama grazie a un lungo montaggio alternato finale senza precedenti che mostra anche un lungo flashback a colori della vita pre-incidente in miniera.
Così passato, presente e futuro della città convergono negli estenuanti ultimi minuti dove si arriva al momento tanto atteso dagli spettatori: la banda di Frank impara dove si nasconde Roy e parte per compiere la propria vendetta. Il tutto in un climax finale che rilascia suspense per le sorti degli abitanti di La Belle.
A questo punto come andrà a finire si scoprirà solo nel prossimo episodio. Appuntamento a La Belle per mezzogiorno (di fuoco).

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Flashback sull’infanzia di Roy
  • Lettera di Jim Goode
  • Panoramiche western e musiche di sottofondo
  • Lentezza della trama (per una volta)
  • Dialoghi
  • Montaggio alternato finale
  • Storyline di Martha Bischoff (la ragazza nuda)

 

Finalmente vengono fatti vedere i retroscena del rapporto conflittuale che c’è tra Roy e Frank. Intanto nella città di La Belle sono tornati degli uomini ma non hanno buone intenzioni, mentre la banda di rapinatori impara dove si nasconde Roy. Lo scontro finale si avvicina: chi vincerà?

 

Fathers & Sons 1×04 ND milioni – ND rating
Shot the Head Of A Snake 1×05 ND milioni – ND rating
Dear Roy… 1×06 ND milioni – ND rating

 

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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