“Ok, doke, nobody, no crime.
Nobody, no crime.”
Arrivati alla penultima puntata, arrancando nella visione di un prodotto che ha dimostrato di essere ormai in caduta libera, ci accorgiamo di come la superficialità nel trattare storia e personaggi abbia reso Gotham una serie dimenticabile e noiosa, provocando in noi di RecenSerie la rabbia dell’aver assistito ad un’occasione sprecata.
Come abbiamo ripetuto diverse volte, il potenziale e il materiale di partenza davano a Bruno Heller tutte le carte in regola per costruire uno show accattivante, come si è visto nei primi episodi; non si sa per quale ragione, ad un certo punto, i difetti di scrittura sono venuti fuori prepotentemente e di salvabile, purtroppo, è rimasto davvero poco.
L’arco narrativo dedicato all’Orco si conclude qui, evidenziando l’irritante inutilità di Barbara. Forse si voleva cavalcare l’onda del successo di 50 Sfumature Di Grigio, magari si voleva essere più raffinati accennando alla storia tra La Bella E La Bestia, oppure tirare fuori dalla donna il suo lato più oscuro: la realtà è che nessuna delle tre ipotesi è riuscita, a causa dell’inesistente approfondimento sulla personalità della donna, della dubbia recitazione di Erin Richards e della situazione comica in cui si è trovata. È normale, dopo aver visto spade, pistole e strumenti vari di tortura, passare la notte con un uomo e al mattino dopo stupirsi del suo essere pazzo e psicopatico?
Altro tasto dolente è la facilità con cui Gordon e Bullock arrivano a capire le intenzioni dell’Orco e a scoprire dove si trova: non è la prima volta che i nostri eroi la fanno facile e in un battito di ciglia si ritrovano a risolvere tutto ma addirittura con solo l’aiuto di un rumore sospetto è al limite del fantascientifico. sarebbe stato più onesto e realistico confessare che conoscessero come risolvere il caso perché già informati dalla sceneggiatura: almeno avremmo avuto un simpatico siparietto di rottura della quarta parete.
Uno dei motivi per cui abbiamo continuato a seguire Gotham resta senza dubbio il Pinguino, che finalmente, innesca la tanto annunciata guerra tra Maroni e Falcone: basta con le solite scaramucce tra i due criminali, Oswald si gode il suo capolavoro, compiacendosi della sua ascesa e osservando la distruzione dei suoi rivali. La costruzione della vicenda di Oswald è la migliore di tutto il serial, portata avanti ad un ritmo lento ma con attenzione ai particolari, inserendo un pezzo alla volta in modo coerente e il risultato, al contrario del resto, è riuscito.
Anche su Bruce è stato fatto un lavoro abbastanza efficace. Le interazioni con Selina hanno mostrato il lato migliore del futuro Batman che da solo ancora non regge bene la scena ma che è riuscito a portare avanti la propria storyline convincendo; in questa puntata lo vediamo faccia a faccia con una verità occulta su suo padre e con il personaggio di Lucius Fox. Purtroppo, quando personaggi del genere si legano ai nomi di attoroni come quello di Morgan Freeman, l’immaginario collettivo è tiranno e automaticamente non si rimane molto soddisfatti dalla resa telefilmica: o meglio, non così soddisfatti di come si sperava. Ad ora l’unica speranza è che, nella futura seconda stagione, possano sfruttarlo meglio e non far cadere anche questo character nel limbo di Gotham in cui risiedono tutti quei personaggi introdotti solo per numero (tipo Ivy e Crane).
Nello stesso limbo, tra le altre cose, abitava in pianta stabile anche Edward Nygma che esce a prendersi una boccata d’aria fresca riformattandosi come un personaggio accattivante e dal futuro roseo se ben sfruttato e sviluppato almeno tanto quanto la crescita e la cura riservata per il Pinguino. La confessione di colpevolezza con la lettera con il suo nome tra le righe, sono un velato e gradevole trampolino di lancio verso il suo criminoso alter-ego, sopratutto perché viene vista l’origine di una delle sue caratteristiche peculiari quando vestirà ufficialmente i panni dell’Enigmista. Va anche detto, però, che queste dinamiche sono scaturite con fin troppa velocità: da scemo del villaggio a lucido folle proto-Enigmista in una scarsa manciata di episodi, se gli sceneggiatori non definiscono bene il background del personaggio il rischio di una Barbara Kean al maschile è altissimo.
Dopo ventuno episodi, però, Gotham arriva in zona season finale con tutti i difetti in bella vista e non basta dare agli spettatori un paio di personaggi buoni per risollevare magicamente la qualità mentre tutto il resto attorno a loro crolla senza credibilità. Qualche buona intuizione e molta superficialità: il confronto con le prime puntate è abissale, per risollevare le sorti della serie non bastano più le strizzatine d’occhio agli affezionatissimi del Cavaliere Oscuro, ci vuole un sano esame di coscienza seriale, una rimboccata di maniche e altro tempo, che, almeno per questa stagione, non c’è più.
- In questa puntata viene rivelato l’indirizzo della Wayne Manor: 1007 Mountain Drive, Gotham City. In verità, l’indirizzo utilizzato è una citazione all’ormai leggendaria Batman: The Animated Series (di cui forse molti si ricordano la sigla Italiana cantata da Cristiana D’Avena), una delle migliori serie animata basate sui fumetti di sempre e, secondo alcuni, la migliore di tutte. La serie faceva parte di un universo narrativo composto da più serie animate conosciuto come DC Animated Universe dove la villa di Bruce Wayne era situata nella stessa ubicazione e allo stesso indirizzo della sua versione telefilmica. L’indirizzo viene citato per la prima volta nella storia in due parti “The Demon’s Quest”, composto dagli episodi 60 e 61 della serie.
- La lettera scritta da Edward Nygma in cui “confessa” di aver commesso l’omicidio del fidanzato di Miss Kringle sarà, in futuro, uno dei tratti distintivi del suo alter-ego criminoso. Quando Nygma diventerà l’Enigmista e Wayne diventerà Batman, il Re degli Indovinelli sarà solito sfidare il Cavaliere Oscuro fornendogli degli indovinelli che, una volta risolti, porteranno alla soluzione del caso; siccome Batman è un personaggio dalle facoltà intellettive enormemente sviluppate, questi indovinelli diventeranno via via sempre più difficili e macchinosi, trasformando Batman nell’ossessione personale dell’Enigmista, che farà sua ragione di vita battere il Crociato Incappucciato in una sfida intellettuale, dimostrando la sua superiorità.
- Fa il suo debutto il personaggio di Lucius Fox, comparso per la prima volta su Batman #307 del 1979. Venne contattato dalle Wayne Enterprises in un periodo in cui Bruce Wayne non riusciva a mettere ordine né nei suoi conti aziendali, né in quelli personali; dopo aver magistralmente risolto la questione, venne nominato CEO dell’azienda. Mentre nella sua versione più famosa (per l’appunto, quella interpretata da Morgan Freeman nella Dark Knight Trilogy) è l’unico membro della divisione scientifica della Wayne Enterprises, nei comics è più esperto in finanze e il suo compito principale è quello di occultare i fondi che Bruce utilizza per finanziare la sua attività di Batman e tutti i mezzi che possono servirgli, evitando l’ipotetica venuta di un Coleman Reese fumettistico. Ha un figlio di nome Luke che ha accettato di ricoprire il ruolo di Batwing: uno dei tanti aiutanti di Batman nella sua crociata, dopo la morte del suo predecessore.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Under The Knife 1×20 | 4.30 milioni – 1.5 rating |
The Anvil Or The Hammer 1×21 | 4.60 milioni – 1.5 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.