Graceland 3×01 – B-PositiveTEMPO DI LETTURA 5 min

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Graceland doesn’t exist just because there were a few agents who wanted an ocean view, you know? I mean, the house, it’s… It’s pretty dope, right? But at the end of the day, it’s just walls. What gives it its value are the people inside. That’s us. 
Every time we go under, guys, we… we are holding hands with the devil. Now, thankfully, there’s always five people pulling the other way. So I guess I’m telling you because I… I know already it’s gonna get a lot worse before it gets any better, but I’m hoping you guys will be there to pull me home.

Il “cambiare tutto per non cambiare niente” è una delle filosofie più seguite da parte di chi scrive sceneggiature di telefilm o di fumetti perchè è un qualcosa che permette di creare momentanei scossoni, generare clamore, per poi tornare allo status quo da cui tutto è partito per ricominciare da capo. Graceland, pur avendo alle spalle un numero esiguo di episodi, segue un po’ questa filosofia e lo dimostrano i casi di Odin Rossi, la morte di Juan Badillo ma anche la non-morte di Mike Warren. D’altronde stiamo parlando di una season premiere, aspettarsi qualcosa di diverso sarebbe stato sbagliato, fate mea culpa.
“B-Positive” ricomincia esattamente 10 giorni dopo il cliffhanger di “Faith 7” e, esattamente come pronosticato nella scorsa recensione, Mike è vivo e vegeto. Nonostante per i primi 5 minuti si giochi molto su quest’attesa, passando da un funerale a stralci di giornale intitolati “Unnamed FBI Agent Dies In LA Hospital“, l’assenza di Aaron Tveit dalla 3° stagione era un suicidio annunciato che, proprio perchè palese, non è avvenuto. Uccidere il proprio protagonista non è una scelta saggia a meno che non ci siano problemi legati al contratto o la volontà dell’attore di abbandonare la serie (vedasi l’ultima uscita in Grey’s Anatomy), in tutti gli altri casi quello che si è visto corrisponde ad un cliffhanger, niente di più e niente di meno. Rimasti con il fiato sospeso in attesa di vedere come Jeff Eastin avrebbe giustificato il twist narrativo, ciò che più sorprende in questo ritorno di Graceland è la totale assenza di una spiegazione per la miracolosa resurrezione di Mike. Ovviamente la “bravura” dei medici è l’unica spiegazione possibile ma il fatto che debba darsela il pubblico e non lo stesso telefilm è un qualcosa che difficilmente si può accettare, soprattutto perchè indice di un’assenza di logicità oltre che di una noncuranza dei dettagli.
Come si diceva ad inizio recensione, la tendenza a scardinare la normale routine dei personaggi per poi ripristinarla una volta finito l’hype è una pratica che si sta diffondendo a macchia d’olio in Graceland. Nella scorsa stagione si è assistito ad un progressivo evolversi della relazione tra Paige e Mike, relazione che è ripassata dal lato professionale a quello intimo per poi autodistruggersi con una serie di bugie “dette a fin di bene” che hanno condotto Paige a fare da Giuda nei confronti del suo ex interesse amoroso. La scelta di smascherare Mike e di mandare Sid ad ucciderlo è stata molto discutibile, assolutamente necessaria per arrivare al cliffhanger dello scorso season finale, ma totalmente discutibile. In un susseguirsi di screzi il tentato omicidio è risultato come il punto più basso, un punto da cui difficilmente ci si potrebbe più rialzare ma, come già detto, il cambiare tutto per non cambiare niente fa ormai parte dello schema e quindi bisogna accettarlo: Mike, probabilmente ancora innamorato di Paige, la perdona in un moto di bontà quasi forzato; allo stesso tempo quest’ultima sceglie di lasciare Graceland ma alla fine viene trattenuta (forse momentaneamente) dallo splendido discorso motivazionale di Briggs riportato sopra nell’incipit. Tutto risolto in poco tempo quindi, rimarranno comunque degli strascichi ma il grosso dei problemi si è risolto come una bolla di sapone, e ciò non è necessariamente un bene.
Sempre sulla falsariga di quanto detto sopra, la cassetta su cui è registrato l’omicidio di Juan Badillo è ora alla mercè del nuovo capo di Briggs che, con una totale noncuranza della situazione dovuta alla necessità di mantenere in libertà il personaggio di Daniel Sunjata, viene delegittimata del suo potenziale. Sfruttare il ricatto come arma per l’espiazione del peccato di Briggs è un’ottima scelta narrativa perchè offre spunti per un’intera stagione, spunti che, come si evince dal finale, mirano a riunificare i membri di Graceland sotto un’unica egida e un unico spirito. Guardando il rovescio della medaglia però tutto l’hype creato in una stagione e mezza crolla perchè di fatto viene passata una spugna sopra le possibili pene, azzerando il background malvagio del personaggio.
In tutto ciò gli altri personaggi vengono totalmente accantonati: Charlie compare solo per fare un dito medio all’altro personaggio dimenticato, Jakes, mentre per Johnny si concede leggermente più spazio ma solo quel che basta per lasciare interdetti sia sulla sua attuale situazione con Carlito, sia per il passaggio in macchina dato a Sid nel finale.
Ci si aspettava qualcosa di più dal ritorno di Graceland? Sicuramente. C’è molto spazio di manovra per migliorare e ritornare ai livelli della 1° stagione, quello che ci vuole ora è solo un’adeguata combustione di eventi ed una razionalità delle sceneggiature che è venuta clamorosamente a mancare da qualche tempo a questa parte.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Si prova a ripristinare la filosofia di Graceland grazie al discorso di Briggs
  • Buona chance per una storyline corale quella di Briggs e della Sarkissian Family
  • Mike è vivo
  • Assenza di spiegazione per la non-morte di Mike
  • Svilito il valore della cassetta in cui è registrato l’omicidio di Juan Badillo
  • Poco spazio agli altri personaggi
  • Il mantra del “si cambia tutto per non cambiare niente”

 

A giudicare dai numeri, Graceland torna con la sua potenziale ultima premiere perchè, ok che è stato cambiato di giorno e orario finendo alle 22:00, ma i rating parlano chiaro, così come anche il numero di spettatori in netto calo. La gestione scellerata della scorsa stagione si sta ancora facendo sentire pagando un dazio che difficilmente riuscirà a scontare. Ovviamente i prossimi 12 episodi dovranno provare a smentire quanto detto.

 

Faith 7 2×13 1.23 milioni – 0.5 rating
B-Positive 3×01 1.01 milioni – 0.3 rating

 

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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