Non c’è descrizione migliore di quella usata nella scorsa recensione: nessuno sa gestire al meglio le morti dei propri personaggi quanto Grey’s Anatomy.
Dopotutto, il medical drama ha un curriculum di tutto rispetto in questo ambito e, nel corso degli anni (tanti), ha avuto fin troppo modo di esercitarsi in tale gestione.
Quando si parla di morte però, non ci si riferisce esclusivamente all’atto in sé, bensì a tutto il percorso di lutto che vi è dietro e che ogni personaggio affronta in modo diverso. Un percorso che Grey’s Anatomy è sempre stato attento nel presentare e che anche in quest’ultima occasione non fa eccezione.
QUELLI CHE RESTANO
La morte di De Luca è stato un evento che, in un modo o nell’altro, ha sicuramente colpito tutti nel profondo. Un avvenimento inaspettato che non solo ha sconvolto le vite dei protagonisti del Grey-Sloan, ma ha lasciato di stucco anche i telespettatori, del tutto impreparati ad una tale possibilità. E forse anche per questo l’ultimo saluto ad Andrew è risultato estremamente ben presentato in scena: nessuno si aspettava l’addio del character interpretato da Giacomo Gianniotti. Non a questo punto della stagione. Non in questo modo.
Un evento così estremo che non poteva non lasciare delle forti ripercussioni sul prosieguo della narrazione di questa diciassettesima stagione. Così come è solito fare lo show, dunque, “It’s All To Much” cerca di venire a patti con il dolore di ognuno dei personaggi rimasti e, come sempre in questi casi, riesce a farlo in modo convincente, mettendo a nudo le più disparate sensazioni e reazioni.
Si passa quindi dal rifiuto che tartassa la Bailey (ancora alle prese con il recente lutto dovuto alla perdita della madre), al senso di colpa di Schmitt, dall’accettazione di Owen al dolore di Maggie e di Helm. Si continua con il senso di impotenza di Richard per poi passare, in perfetto stile GA, a scene che dovrebbero alleggerire l’atmosfera (Jackson-Jo-Link) pur mantenendo alla base sempre la sensazione di lutto che permea tutto l’episodio.
E dopo aver descritto uno ad uno le reazioni dei personaggi, Grey’s Anatomy fa quello che sa fare meglio attraverso un commovente tributo che alza ulteriormente l’asticella emotiva della puntata.
Tuttavia, guardando gli attimi della commemorazione di De Luca non si può non pensare che nel scrivere quelle scene gli autori si siano ispirati alla realtà corrente. L’impossibilità di un funerale, l’impossibilità della vicinanza, di ottenere un conforto tramite il contatto con gli altri, sono tutte situazioni attuali nella realtà del Covid e lo show ha voluto rappresentare anche questo passaggio. Un’altra cosa che gli riesce bene.
QUELLI CHE FORSE RESTANO
Parallelamente alle dinamiche dell’ospedale si muovono ormai anche quelle sulla Spiaggia, il limbo di Meredith che la vede ancora lottare tra la vita e la morte. La riapparizione di Patrick Dempsey fa sempre enormemente piacere, anche perché i momenti tra i due coniugi si dimostrano di un’estrema leggerezza e quasi tenerezza che acquista ancora più valore in contrapposizione con i momenti drammatici in ospedale.
Tuttavia, la presenza di Derek e l’attrazione che questo suscita nei confronti di Meredith è palese che spinga la Grey ad abbandonare la lotta. Un colpo di scena finale che appare altamente improbabile anche in relazione ad una mera scelta narrativa. Questo nonostante la showrunner Krista Vernoff abbia affermato di star ideando l’attuale finale di stagione come un finale di serie, giusto perché “non si sa mai” (e questo non si sa mai è riferito essenzialmente al contratto in scadenza di Ellen Pompeo).
Il futuro dello show della ABC non è mai stato in bilico come adesso ma al momento, con storyline che si concentrano essenzialmente sulla pandemia, appare difficile immaginare un imminente finale data l’assenza di vero materiale per una degna conclusione.
QUELLI CHE NON SANNO PIU’ DOVE ANDARE
Nella precedente descrizione della gestione del lutto di De Luca, si è evitato appositamente di inserire la reazione di Teddy. Questo perché il personaggio della Altman merita ovviamente un capitolo a sé.
Purtroppo si deve sottolineare ancora una volta la pessima gestione che gli autori hanno fatto di questo character. Tornata al Grey-Sloan come un pallido ricordo di come si era presentata nella sesta stagione, negli ultimi tempi Teddy ha subito un assassinio continuo a livello di scrittura che ne ha rovinato la caratterizzazione. Una donna che sembra non sapere più cosa vuole, che gli autori hanno pensato bene di rendere indecisa quasi in modo patetico nei confronti di una scelta Owen/Tom che si è rivelata, a conti fatti, senza alcun criterio.
La scena finale di “It’s All Too Much” sembra proprio gridare quanto suggerito dal titolo per la Altman, che potrebbe ritrovarsi a raschiare il fondo del barile prima di iniziare a rialzarsi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Tra una commemorazione e l’altra, Grey’s Anatomy appare bloccato in un limbo proprio come la sua protagonista.
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.