Puntuale come ogni anno, Grey’s Anatomy si presenta con l’ottava puntata che funge da winter finale. Il medical drama della ABC, infatti, si prende due mesi di pausa pronto a tornare sugli schermi il prossimo 24 febbraio.
Sono passati gli anni, ma non si può certo dire che Grey’s Anatomy abbia subito un vero cambio d’identità: come ogni mid-season che si rispetti, infatti, anche “It Came Upon A Midnight Clear” mette in scena l’immancabile cliffhanger che terrà in sospeso il destino di uno dei personaggi fino al prossimo episodio. Un modus operandi consolidato che, tuttavia, non ha più lo stesso effetto di un tempo.
EPPURE L’HO GIÀ VISTO
C’è più di una situazione già vista in quest’episodio prima della pausa invernale.
Le dinamiche tra i vari personaggi seguono ormai da tempo sempre lo stesso pattern, ripetuto quasi in loop. Passano gli anni, cambiano anche i protagonisti ma le storie di fondo restano sempre le stesse. Un utilizzo ripetuto che cambia il peso emotivo delle storyline, seppur questo vari di situazione in situazione.
Tra le storie che si portano dietro comunque uno strascico emozionale rientra sicuramente il trapianto del povero Farouk, anche se la trama in questione riporta sempre ad uno stesso punto: classica situazione già vista, con un intervento in bilico a causa dell’incidente di turno. In questo caso specifico, poi, non si comprende bene quale ruolo voglia svolgere Megan Hunt all’interno della stagione.
Arrivata come guest, il suo inserimento a livello medico con l’operazione di Farouk aggiunge spessore al suo arco narrativo e si pone come storyline interessante anche a livello generale. Allo stesso tempo, però, appare ancora indefinito il suo ruolo strettamente più personale: dalla vicinanza con Hayes, fino ai problemi psichici. Probabilmente, l’evolversi del personaggio dipenderà dal ruolo di Abigail Spencer nello show, per ora inserita come recurring character.
Altro evento di rilievo dell’episodio (ma che ripropone ancora situazioni già viste) è sicuramente l’errore in sala operatoria di Levi. Anche in questo caso, seppur ripetuta, la storia porta con sé una considerevole componente emotiva oltre che un fondamentale passo dal punto di vista narrativo. La presunzione di Levi è un sentimento già affrontato con gli innumerevoli specializzandi che si sono susseguiti nel corso degli anni, così come l‘immancabile caduta che riporta con i piedi per terra e, spesso, ad una crescita del personaggio.
In tutto ciò, resta invece fuori dal comparto emotivo l’incidente del trio Teddy-Owen-Cormac. Anche qui si prende spunto da innumerevoli situazioni del passato ma l’esecuzione risulta talmente forzata ed esasperante da sciogliere qualsiasi preoccupazione. Il destino di Owen rimane così in bilico ma, tra l’esperienza accumulata dallo spettatore e la poca simpatia per il personaggio, saranno pochi quelli che resteranno con il fiato sospeso per i prossimi due mesi.
IL SENSO DELLE COPPIE
Anche dal punto di vista sentimentale Grey’s Anatomy tende a riproporre sempre gli stessi stilemi ma uno dei punti più negativi che lo show ha sviluppato negli ultimi anni sta forse proprio nell’inesistente longevità delle coppie.
Il percorso creazione-distruzione avviene così velocemente che il pubblico non riesce neanche a capacitarsi di ciò che è successo o cambiato. É questo sicuramente il caso della coppia Amelia-Link che dopo un veloce flirt, qualche dubbio sulla gravidanza e divergenze di opinioni sul matrimonio, sembrano già un caso chiuso. Non che si voglia assistere a drammi e tira e molla continui, ma appare ormai difficile affezionarsi a qualsiasi nuova relazione dato che gli autori sembrano continuamente intenzionati a promuovere il valzer delle coppie.
E infatti, sono bastati pochi episodi di questa nuova stagione per presentare all’orizzonte nuove situazioni sentimentali. Tolti Meredith e Nick, che fanno storia a sé stante, sono Jo-Link e Amelia-Kai le novità stagionali che, tuttavia, sembrano già peccare di un’evoluzione celere. E se il bacio tra Amelia e Kai è soltanto l’ovvia conclusione di sguardi e scene telefonate sin dal loro primo incontro, diverso sembra il caso di Jo e Link. I due formerebbero anche un’ottima coppia, tuttavia ciò che non convince al momento sono le modalità con cui si è arrivati a questa svolta. Dopotutto, celerità e cambi repentini non fanno mai bene alla narrazione.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Le storyline saranno pur sempre le stesse ma è sicuramente cambiato il modo di raccontarle, diminuendo i sentimenti e accelerando l’esecuzione. Esempio lampante questo winter finale dove tra le varie storie poche suscitano davvero qualche emozione.
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.