Arrivata la fine di questa terza stagione di Halt And Catch Fire, praticamente in concomitanza con l’annuncio del rinnovo per un quarto ed ultimo (e insperato?) ciclo.
Nonostante siano stati trasmessi con due titoli distinti nella stessa serata, i due episodi finali si possono considerare come un corpo unico, essendo entrambi ambientati quattro anni più tardi rispetto a quanto visto la scorsa settimana.
Va fatta una premessa: sarebbe stato interessante valutare l’episodio e le sue implicazione nel caso la serie non avesse continuato il suo percorso per un’ulteriore stagione.
E’ importante metterlo in risalto poiché l’impressione finale alla fine della visione dei due episodi è di una sostanziale incompletezza nello sviluppo dell’arco di ogni personaggio.
Arrivato al culmine della narrazione, lo spettatore viene lasciato con una gran voglia di vedere cosa succederà. Per fortuna i fan della serie (pochi visti i sempre pessimi ascolti che ottiene lo show) avranno modo di essere accontentati ancora per un altro anno.
I due episodi sono divisi in due parti.
Nella prima i quattro personaggi principali hanno modo di rincontrarsi dopo tanto tempo mentre nella seconda cercano di tornare a lavorare insieme come una volta.
La scelta di utilizzare la fiera del Comdex come scusa per un nuovo incontro tra tutti loro, la dice lunga sull’intenzione degli autori, cioè quella di mostrare quanta strada è stata percorsa da quella prima volta.
E’ interessante notare come il motore della trama di tutto questo (e si potrebbe dire dell’intera stagione) sia Donna. Colei che più di ogni altro ha dimostrato essere più concreta e orientata all’obiettivo. Dei quattro protagonisti, è forse quella che ha compiuto il percorso più complesso e, a suo modo, più originale. Da semplice moglie di Gordon quasi al di fuori del mondo informatico che aveva lasciato all’apice del suo entusiasmo, qui si vede contemplare lo stato sociale e lavorativo che ha raggiunto, rivestendo un ruolo che conta nell’azienda di Diane.
Peccato che tutti i sacrifici compiuti e le scelte discutibili fatte l’abbiano portata a sentirsi sola. Molto più dei suoi ex amici che in qualche modo sembrano aver compiuto qualche compromesso verso i loro rapporti sociali disfunzionali.
E’ lei che li ricontatta con la speranza di ritornare a sentirsi di essere umana. Non considerando che quelle persone un tempo le ha usate senza troppi scrupoli morali, per un bene superiore che non c’è mai stato (l’OPA fallita di Mutiny).
Per la legge del contrappasso sarà lei a farne le spese, forse in un finale poco chiaro nelle intenzioni degli autori. L’essere stata estromessa, più l’essere coerente con quanto ha fatto a Cameron in passato ma diventare il possibile nuovo “villain” nell’ultima stagione, potrebbe non essere la scelta migliore, come già visto per Joe.
Quest’ultimo viene finalmente riportato alla luce dopo una stagione in cui alternativamente non era troppo presente o si atteggiava da guru zen neanche troppo credibile.
Il senso di colpa per Ryan ha fatto nascere in lui la possibilità di considerare il coinvolgimento alla pari degli altri come una risorsa per portare a compimento la grande idea della svolta, andando a soddisfare, in maniera sana stavolta, quel desiderio di sfida per un futuro glorioso, sua cifra caratteriale.
Futuro con il quale finalmente si trova a confrontarsi anche Gordon, personaggio troppo spesso esaltato solo per la sua remissività ma che qui finalmente si vede tentare di abbattere quei paletti da lui stesso costruiti in nome di un mondo ideale che non esiste. Che va avanti, di corsa, molto più di quello che lui ha mai pensato.
Interessante vedere come la sua opinione sul progetto del WWW da costruire cambi, da troppo anticipatoria a reale e necessaria, da spettatore a vero protagonista. Perché adesso può essere fatto, senza attendere il momento giusto, mai arrivato lungo la sua carriera lavorativa.
In questo è importante vedere come si relaziona all’ultimo personaggio del gruppo di protagonisti; una Cameron ancora non pienamente risolta ma abbastanza lucida da vedere quanto questo progetto e le persone come Joe e lo stesso Gordon siano importanti per lei. La sua possibile casa, il luogo dove sentire se stessa, che per troppo tempo non ha mai vissuto.
Nonostante sappia quanto Donna sia stata importante per lei, riesce ad essere lucida per capire come non sia sano lavorarci, alla luce della facilità con cui Donna sa mettere da parte le persone problematiche. Nel suo penultimo dialogo con lei, la sentiamo ammettere finalmente i suoi limiti in relazione a quelli degli altri e riconoscerne quindi il valore.
Sarà interessante vedere quanto di questo progetto verrà costruito e portato avanti da loro. Progetto che ha alla base la connessione tra cose diverse, probabilmente la natura più intima degli esseri umani. Quel qualcosa che può essere qualsiasi cosa, di cui ognuno ne fa l’uso che vuole e che ci vede.
La sfida definitiva, in cui tutti, per motivi diversi, vogliono esserci e farne parte.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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You Are Not Safe 3×08 | 0.36 milioni – 0.1 rating |
NIM 3×09 | 0.40 milioni – 0.1 rating |
NeXT 3×10 | 0.28 milioni – 0.1 rating |
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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.