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Teen drama, superpoteri e YouTube: cosa potrebbe mai andare storto?
Guardando il pilot di Impulse la risposta più diretta ed istintiva sarebbe: tutto.
Andiamo però con ordine.
La trama della serie risulta abbastanza sempliciotta, ma al contempo rinforzata da un nonsense calato qui e là nella storia: Henrietta (Maddie Hasson, già vista in Mr. Mercedes) è la protagonista indiscussa dal momento che la serie segue le sue avventure personali e sociali dopo che, durante un tentativo di stupro, scopre di avere un mix di poteri tra telecinesi e teletrasporto. Durante la sua prima manifestazione di tale potere, però, renderà paraplegico Clay, il ragazzo che stava cercando di violentarla. Ed è qui che Wikipedia rende il tutto interessante specificando che lo show cercherà di approfondire la psiche di Henrietta, nonché il bisogno della stessa di metabolizzare cause (il tentativo di stupro) e conseguenze (Clay paraplegico) della manifestazione del suo potere.
C’è da attendersi, dato prologo ed epilogo dell’episodio stesso, che maggiore risalto verrà dato alla questione dei poteri e della loro origine, ma almeno per il pilot si è deciso di mettere completamente da parte queste questioni dando spazio piuttosto all’elemento narrativo che forse sarebbe sicuramente interessato di meno: il teen drama.
Anche la costruzione dei personaggi si basa su cliché narrativi talmente abusati da far quasi ribrezzo: il Golden Boy dell’istituto, Clay, è ovviamente fortemente interessato alla giovane misantropa protagonista della storia; la famiglia è strutturalmente complessa e fatica a dialogare con Henrietta; c’è ovviamente la presenza del comparto “nerd”. Considerate le modalità presentazione di Clay si rasenta il ridicolo: in una città completamente ricoperta di neve, strade ghiacciate e clima polare, il giovane scende dal suo american truck con un pallone da basket rosso fiammante custodito gelosamente tra le sue mani. Viene quindi da chiedersi a cosa esattamente servisse il pallone in quella scena se non per strizzare l’occhio allo spettatore dicendogli “ehi, ehi, questo è il bel imbusto della storia”.
Ma il cliché forse più grande è rappresentato dalla caratterizzazione e presentazione della protagonista, Henrietta (Henry). Una ragazza devota alla solitudine più completa, antisociale, mal sopportata dal resto dei suoi coetanei: la stessa ragazza/sorellastra con la quale convive non riesce a vederla di buon occhio, così come il padre di quest’ultima. La situazione famigliare, di cui si accennava poco sopra, è un’altra componente che fa scadere nel puro cliché la storia, nonostante possa in futuro ribaltare le carte in tavola ed essere sfruttato in maniera differente rispetto al solito blando sfondo narrativo. La madre di Henry ama il padre di Jenna, obbligando i quattro ad una convivenza forzata mal vissuta da praticamente tre persone su quattro.
Un sicuro elemento di interesse che verrà probabilmente portato alla luce più avanti nella stagione è la figura paterna, al momento assente, per Henry e che verosimilmente rappresenta il ponte di collegamento tra il lato “umano” della giovane teenager ed il suo superpotere celato al mondo.
La rappresentazione della serie fino a questo punto potrebbe non rendere giustizia al prodotto in sé: la recensione evidenzia in particolar modo i lati negativi, i cliché narrativi, dei personaggi costruiti in maniera a dir poco poco innovativa (e questo è sarcasmo ovviamente) ed una votazione finale che rispecchia quanto sopra detto. Tuttavia Impulse ha del sicuro potenziale che almeno nel pilot risulta inespresso: il voler mettere il focus non sulla banale lotta tra bene e male, bensì sulla drastica scoperta di una giovane dei suoi poteri paranormali potrebbe essere una saggia decisione, concedendo spazio agli sceneggiatori prima di contestualizzare il racconto, mostrando l’umanità e la socialità del personaggio di Henrietta per poi successivamente calarla all’interno di un contesto supereroistico in più larga scala. Il fatto che venga abbozzata una tratta di stupefacenti proprio all’interno della cittadina fa sicuramente percepire la volontà di mettere schierare subito in campo la giovane con i suoi superpoteri, magari per mettere i bastoni fra le ruote proprio all’organizzazione, ma si tratta di banali supposizioni al momento.
Lo slap, quindi, rispecchia sicuramente la puntata dal momento che il pilot convince e cattura davvero poco l’attenzione, ma si tratta di uno schiaffo quasi amichevole, non fatto con violenza: Impulse ha delle valide potenzialità per alzare la china e diventare un buon prodotto d’intrattenimento cercando di non amalgamarsi troppo alla massa di serie teen-supereroistiche fin qui uscite. Il punto della questione, come il più delle volte, è se e quando riuscirà a metterle in gioco.
Guardando il pilot di Impulse la risposta più diretta ed istintiva sarebbe: tutto.
Andiamo però con ordine.
La trama della serie risulta abbastanza sempliciotta, ma al contempo rinforzata da un nonsense calato qui e là nella storia: Henrietta (Maddie Hasson, già vista in Mr. Mercedes) è la protagonista indiscussa dal momento che la serie segue le sue avventure personali e sociali dopo che, durante un tentativo di stupro, scopre di avere un mix di poteri tra telecinesi e teletrasporto. Durante la sua prima manifestazione di tale potere, però, renderà paraplegico Clay, il ragazzo che stava cercando di violentarla. Ed è qui che Wikipedia rende il tutto interessante specificando che lo show cercherà di approfondire la psiche di Henrietta, nonché il bisogno della stessa di metabolizzare cause (il tentativo di stupro) e conseguenze (Clay paraplegico) della manifestazione del suo potere.
C’è da attendersi, dato prologo ed epilogo dell’episodio stesso, che maggiore risalto verrà dato alla questione dei poteri e della loro origine, ma almeno per il pilot si è deciso di mettere completamente da parte queste questioni dando spazio piuttosto all’elemento narrativo che forse sarebbe sicuramente interessato di meno: il teen drama.
Anche la costruzione dei personaggi si basa su cliché narrativi talmente abusati da far quasi ribrezzo: il Golden Boy dell’istituto, Clay, è ovviamente fortemente interessato alla giovane misantropa protagonista della storia; la famiglia è strutturalmente complessa e fatica a dialogare con Henrietta; c’è ovviamente la presenza del comparto “nerd”. Considerate le modalità presentazione di Clay si rasenta il ridicolo: in una città completamente ricoperta di neve, strade ghiacciate e clima polare, il giovane scende dal suo american truck con un pallone da basket rosso fiammante custodito gelosamente tra le sue mani. Viene quindi da chiedersi a cosa esattamente servisse il pallone in quella scena se non per strizzare l’occhio allo spettatore dicendogli “ehi, ehi, questo è il bel imbusto della storia”.
Ma il cliché forse più grande è rappresentato dalla caratterizzazione e presentazione della protagonista, Henrietta (Henry). Una ragazza devota alla solitudine più completa, antisociale, mal sopportata dal resto dei suoi coetanei: la stessa ragazza/sorellastra con la quale convive non riesce a vederla di buon occhio, così come il padre di quest’ultima. La situazione famigliare, di cui si accennava poco sopra, è un’altra componente che fa scadere nel puro cliché la storia, nonostante possa in futuro ribaltare le carte in tavola ed essere sfruttato in maniera differente rispetto al solito blando sfondo narrativo. La madre di Henry ama il padre di Jenna, obbligando i quattro ad una convivenza forzata mal vissuta da praticamente tre persone su quattro.
Un sicuro elemento di interesse che verrà probabilmente portato alla luce più avanti nella stagione è la figura paterna, al momento assente, per Henry e che verosimilmente rappresenta il ponte di collegamento tra il lato “umano” della giovane teenager ed il suo superpotere celato al mondo.
La rappresentazione della serie fino a questo punto potrebbe non rendere giustizia al prodotto in sé: la recensione evidenzia in particolar modo i lati negativi, i cliché narrativi, dei personaggi costruiti in maniera a dir poco poco innovativa (e questo è sarcasmo ovviamente) ed una votazione finale che rispecchia quanto sopra detto. Tuttavia Impulse ha del sicuro potenziale che almeno nel pilot risulta inespresso: il voler mettere il focus non sulla banale lotta tra bene e male, bensì sulla drastica scoperta di una giovane dei suoi poteri paranormali potrebbe essere una saggia decisione, concedendo spazio agli sceneggiatori prima di contestualizzare il racconto, mostrando l’umanità e la socialità del personaggio di Henrietta per poi successivamente calarla all’interno di un contesto supereroistico in più larga scala. Il fatto che venga abbozzata una tratta di stupefacenti proprio all’interno della cittadina fa sicuramente percepire la volontà di mettere schierare subito in campo la giovane con i suoi superpoteri, magari per mettere i bastoni fra le ruote proprio all’organizzazione, ma si tratta di banali supposizioni al momento.
Lo slap, quindi, rispecchia sicuramente la puntata dal momento che il pilot convince e cattura davvero poco l’attenzione, ma si tratta di uno schiaffo quasi amichevole, non fatto con violenza: Impulse ha delle valide potenzialità per alzare la china e diventare un buon prodotto d’intrattenimento cercando di non amalgamarsi troppo alla massa di serie teen-supereroistiche fin qui uscite. Il punto della questione, come il più delle volte, è se e quando riuscirà a metterle in gioco.
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Un prodotto originale di YouTube. Ed al momento per poterlo apprezzare, forse, bisogna davvero avere l’età media del pubblico di YouTube.
Pilot 1×01 | ND milioni – ND rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.