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Villanelle: “Do you think I’m a monster?”
Eve: “You’re so many things.”
Villanelle: “Doesn’t answer my question.”
Eve: “I think we all have monsters inside of us. It’s just that most people manage to keep theirs hidden.”
Eve: “You’re so many things.”
Villanelle: “Doesn’t answer my question.”
Eve: “I think we all have monsters inside of us. It’s just that most people manage to keep theirs hidden.”
Una stagione inconcludente dall’inizio alla fine. E’ questo il doloroso resoconto che emerge alla fine della terza stagione di Killing Eve.
Gli otto episodi che hanno formato questo terzo ciclo narrativo, infatti, si sono dimostrati coerenti tra loro raccontando una storia che, partita senza un apparente percorso da seguire, si è ritrovata sul finale in maniera totalmente incompiuta. Tornando indietro alla season premiere, è difficile trovare una storyline prefissata che nel corso della narrazione ha raggiunto un vero obiettivo. In definitiva, cosa abbiamo visto in questa terza stagione?
Tra gli elementi di primo piano vi era sicuramente il nuovo status di Eve: senza più un lavoro e una casa, un matrimonio ormai definitivamente sulla via del tramonto e con gli effetti del season finale della scorsa stagione da digerire. Eppure, della Polastri quest’anno si è visto poco e niente. La sua storyline è stata decisamente meno incisiva, per un personaggio che ha vagato in lungo e in largo da un paese all’altro senza raggiungere un reale proposito.
Anche i nuovi personaggi non si sono rivelati all’altezza della situazione; il nuovo team che ha spalleggiato Eve è servito solo come punto d’appoggio, mentre hanno deluso le aspettative characters come Dasha e Geraldine. In questo caso, però, se la prima ha almeno avuto un ruolo più centrale, regalando anche un momento finale più consistente al sempre enigmatico Konstantin, pessimo è stato invece l’apporto di Geraldine, pedante e lamentosa dall’inizio alla fine, e intenzionata a far discendere Carolyn in questo vortice di passività.
Dal canto suo, Carolyn in questa stagione ha pagato la staticità della trama inerente a qualsivoglia tipo di indagine. Con l’MI6 quasi del tutto inesistente, l’unica storyline che si presentava carica di aspettative, non solo per il personaggio ma per l’intera storia, ha infine fallito miseramente. La morte di Kenny, avvenuta proprio nella prima puntata di stagione, lasciava presagire un utilizzo più centrale di questo avvenimento e di tutti i riscontri che ne sarebbero emersi, invece l’intero plot è risultato di poco spessore dall’inizio alla fine. Tutti elementi che, nell’insieme, hanno dato vita ad un miscuglio di fatti e situazioni riproposti a caso, coadiuvati spesso da macchiette comiche che hanno sì reso scorrevole e piacevole la visione di ogni episodio, ma che in sostanza hanno lasciato ai posteri veramente ben poco.
Gli otto episodi che hanno formato questo terzo ciclo narrativo, infatti, si sono dimostrati coerenti tra loro raccontando una storia che, partita senza un apparente percorso da seguire, si è ritrovata sul finale in maniera totalmente incompiuta. Tornando indietro alla season premiere, è difficile trovare una storyline prefissata che nel corso della narrazione ha raggiunto un vero obiettivo. In definitiva, cosa abbiamo visto in questa terza stagione?
Tra gli elementi di primo piano vi era sicuramente il nuovo status di Eve: senza più un lavoro e una casa, un matrimonio ormai definitivamente sulla via del tramonto e con gli effetti del season finale della scorsa stagione da digerire. Eppure, della Polastri quest’anno si è visto poco e niente. La sua storyline è stata decisamente meno incisiva, per un personaggio che ha vagato in lungo e in largo da un paese all’altro senza raggiungere un reale proposito.
Anche i nuovi personaggi non si sono rivelati all’altezza della situazione; il nuovo team che ha spalleggiato Eve è servito solo come punto d’appoggio, mentre hanno deluso le aspettative characters come Dasha e Geraldine. In questo caso, però, se la prima ha almeno avuto un ruolo più centrale, regalando anche un momento finale più consistente al sempre enigmatico Konstantin, pessimo è stato invece l’apporto di Geraldine, pedante e lamentosa dall’inizio alla fine, e intenzionata a far discendere Carolyn in questo vortice di passività.
Dal canto suo, Carolyn in questa stagione ha pagato la staticità della trama inerente a qualsivoglia tipo di indagine. Con l’MI6 quasi del tutto inesistente, l’unica storyline che si presentava carica di aspettative, non solo per il personaggio ma per l’intera storia, ha infine fallito miseramente. La morte di Kenny, avvenuta proprio nella prima puntata di stagione, lasciava presagire un utilizzo più centrale di questo avvenimento e di tutti i riscontri che ne sarebbero emersi, invece l’intero plot è risultato di poco spessore dall’inizio alla fine. Tutti elementi che, nell’insieme, hanno dato vita ad un miscuglio di fatti e situazioni riproposti a caso, coadiuvati spesso da macchiette comiche che hanno sì reso scorrevole e piacevole la visione di ogni episodio, ma che in sostanza hanno lasciato ai posteri veramente ben poco.
Villanelle: “I think my monster encourages your monster. Right?”
Eve: “I think I wanted it to.”
Eve: “I think I wanted it to.”
Ma se a livello di storia e sviluppo narrativo Killing Eve continua a deludere, non si può certo dire la stessa cosa per quanto riguarda la caratterizzazione di uno dei suoi personaggi. Forse era già chiaro sin da “Are You From Pinner?”, quando lo show ha dato vita per la prima volta ad un episodio Villanelle-centrico, ma a giro terminato appare palese come questa terza stagione abbia avuto la ragazza come protagonista incontrastata. Sono stati otto episodi totalmente incentrati su questo character, con un attento sguardo alla sua crisi e alla sua conseguente presa di coscienza che ha portato Oksana a crescere davanti agli occhi dello spettatore. A tal proposito, si esalta soprattutto il cambiamento della donna rispetto allo scorso season finale: se in quell’occasione la frase ripetuta ad Eve fu un perentorio “you’re mine“, la volontà manifestata in questa “Are You Leading Or Am I?” di lasciarla andare parla da sola per il mutamento del personaggio.
Ma le protagoniste di Killing Eve restano sempre due e non è certo un caso che il momento più alto dell’intero season finale risieda tutto lì, in quei minuti finali che mettono faccia a faccia Eve e Villanelle. Anche qui, il paragone con “You’re Mine” è inevitabile, per un confronto che adesso si presenta completamente diverso, più emotivo e profondo e con le due donne disposte ad aprirsi e a venirsi incontro. Le due protagoniste hanno salvato l’intera puntata grazie alle loro interazioni, allo loro facce, frasi e gesti, mostrando che quando Sandra Oh e Jodie Comer appaiono insieme in scena rappresentano sempre una garanzia, sia che i loro personaggi si diano la caccia sia per un confronto emotivo reale. Il cliffhanger che chiude l’episodio, poi, regala quella giusta dose di aspettativa per il prosieguo della loro storia, rendendo ancora più palese di come gli autori si siano abbondantemente cullati nella narrazione di questa stagione grazie al rinnovo per una quarta già messo in tasca da tempo.
Ma le protagoniste di Killing Eve restano sempre due e non è certo un caso che il momento più alto dell’intero season finale risieda tutto lì, in quei minuti finali che mettono faccia a faccia Eve e Villanelle. Anche qui, il paragone con “You’re Mine” è inevitabile, per un confronto che adesso si presenta completamente diverso, più emotivo e profondo e con le due donne disposte ad aprirsi e a venirsi incontro. Le due protagoniste hanno salvato l’intera puntata grazie alle loro interazioni, allo loro facce, frasi e gesti, mostrando che quando Sandra Oh e Jodie Comer appaiono insieme in scena rappresentano sempre una garanzia, sia che i loro personaggi si diano la caccia sia per un confronto emotivo reale. Il cliffhanger che chiude l’episodio, poi, regala quella giusta dose di aspettativa per il prosieguo della loro storia, rendendo ancora più palese di come gli autori si siano abbondantemente cullati nella narrazione di questa stagione grazie al rinnovo per una quarta già messo in tasca da tempo.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Come avvenuto nella scorsa stagione, anche quest’anno Killing Eve non riesce a riproporre la magia presentata nel suo ciclo inaugurale. Il problema però è che la serie non sembra volerci nemmeno provare.
Beautiful Monster 3×07 | 0.36 milioni – 0.1 rating |
Are You Leading Or Am I? 3×08 | 0.39 milioni – 0.1 rating |
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.