La Guerra Dei Vicini è una simpatica commedia messicana che non lascia senza sorprese. Tra zebre-asini, prime comunioni rituali e uno sciccoso quartiere d’élite, c’è da divertirsi.
La storia vede due donne, Leonor e Silvia, letteralmente agli antipodi: la prima è la matriarca di una famiglia media con problemi economici (e di legge), la seconda è invece parte di una famiglia molto ricca, senza scrupoli e del tutto intenzionata a rimanere nella propria tranquillità anche a costo di una guerra.
Sin dai primi minuti del pilot si nota subito il taglio comico della vicenda presentata e il carattere delle due protagoniste, ben definito e riconoscibile (forse troppo). Il personaggio di Silvia viene introdotto in contemporanea con quello di Leonor: la donna si trova, infatti, con un uomo (un amante?) sul taxi di Leonor. Dopo essere stati rimproverati da quest’ultima per le troppe effusioni, il caratteraccio di Silvia emerge subito con la distruzione di parte della macchina che ha come conseguenza il furto della borsa di Silvia ad opera di Leonor. Ed è da questo susseguirsi di vicende che si dà avvio alla storia.
LEONOR E SILVIA
Come si accennava, da subito emerge il contrasto tra le due donne, a partire dalla situazione del taxi, che serve agli autori Carolina Rivera e Fernando Sarinana per accendere il meccanismo comico.
Purtroppo, però, la serie risente di eccessivi cliché che compromettono l’impressione iniziale: perché tutte le famiglie medie del Messico devono avere un membro della famiglia ex-galeotto? E poi ancora, la donna che fa la corte al marito, la gelosia, la nonna che vive nella stessa casa della famiglia in quesitone, l’ossessione per la prima comunione, la fortuna sfacciata, e via di seguito su questa falsariga.
Oltre a questi elementi, emerge l’impostazione dei rapporti familiari assolutamente troppo semplificata, anche se si comprende la difficoltà di rendere tutto quello che gli autori volevano comunicare in soli trenta minuti. Forse è stato il minutaggio a disposizione il vero problema: la serie si compone infatti di soli sei episodi e in questo pilot troppe erano le informazioni da inserire, data la complessità della vicenda.
Il confronto di classe comunque risulta evidente, seppur con i problemi sopra evidenziati e, in testa, gli stereotipi, che potevano essere evitati. Unitamente, appaiono eccessive anche diverse situazioni ormai ben conosciute al pubblico, e dunque fin troppo viste in prodotti del genere, che nonostante il ridotto minutaggio non mancano di venir fuori.
UN EX-GALEOTTO MA CON UN GRAN CUORE (E UN PO’ DI FEDE)
Nota di merito va alla costruzione del personaggio di Tomàs, fratello di Leanor, interpretato da Christian Vàzquez: lo zio non sembrerebbe una figura centrale nella famiglia Lopez ma costituisce sicuramente un punto di riferimento per i più piccoli e, in particolare, per la giovane Jani. A tal proposito, il discorso che le rivolge prima della sua prima comunione è commovente e mostra il buon carattere del ragazzo che, nonostante i suoi problemi, riesce ad essere d’esempio e soprattutto a far riflettere nella maniera corretta una giovane donna alle prese con la prima decisione importante della sua vita.
Ovviamente, però, anche questo personaggio risente di un eccessivo schematismo in quanto la sua azione è volta da un lato a salvare la situazione e dall’altro a complicarla. E come sempre in questi casi o in questo genere di prodotti, tutto ai fini della trama.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un risultato oscillante per questo pilot di La Guerra Dei Vicini che non lascia molto allo spettatore, se non il vago ricordo a distanza di qualche giorno. Sembrerebbe un prodotto di immediato consumo come ce ne sono tanti che, a visione ultimata, sarà destinato ad essere presto sepolto e dimenticato.
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La notte sognivaga passeggia nel cielo ed il gufo, che mai dice il vero, sussurra che sono in me draghi ch'infuocano approdi reali e assassini seriali, vaghi accenti d'odio feroce verso chiunque abbia una voce e un respiro di psicosfera che rende la mia indole quanto mai nera. Però sono simpatica, a volte.