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La Révolution 1×07 – Chapitre Sept: Le DilemmeTEMPO DI LETTURA 3 min

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Madeleine:Les signes de Dieu, comme du Diable, sont tout autour de toi. Il te suffit d’ouvrir les yeux pour les voir. (…) Cette année -là, plus que nulle autre, les signes étaient déjà là. Et parmi ceux qui ont refusé de les voir, crois- moi, aucun n’a surveçu.

 

Nelle prime battute, l’episodio regala una scena di lotta fra umani e vampiri, immersa in una nebbia da campagna lombarda a novembre-dicembre, degna di The Vampire Diaries e dei suoi spin-off anche senza movimenti super veloci.
Questi momenti d’azione, però, vengono offerti allo spettatore in dosi limitate. La serie preferisce curare i momenti di dialogo in cui la situazione di questa Francia del ‘700 viene descritta in modo accuratamente studiato per stabilire un parallelo con la situazione mondiale attuale (tanto più in quest’epoca di Covid).
Hanno così modo di emergere gli eroi positivi della storia, cioè il dottor Guillotin e la sua alleata Elise de Montargis, intenti a cercare una cura-vaccino mentre sono impegnati a difendersi dai nobili infettati. Proprio al medico tocca il discorso finale della puntata, che si distacca, per i suoi piacevoli tocchi di sana retorica, dal tono medio e compatto sempre tenuto fin qui da tutta la narrazione. Certamente però non si giunge alla vera epicità.
Nell’episodio in oggetto, però, imperversa soprattutto il cattivo, ovvero il debosciato conte Donatien. Ucciso il padre a sangue freddo, nulla lo ferma dal perseguire i suoi insani progetti. A sorpresa, l’unica opposizione la trova non in Guillotin, ma nella giovanissima Madeleine, la quale si difende col pugnale dal tentativo di sposarla da parte del giovin signore, guadagnandosi 92 minuti di applausi.
Madeleine, con le sue visioni, è un altro elemento sapientemente dosato attraverso le puntate e forse avrebbe meritato più spazio. Comunque, la breve scena in cui la sua immagine allo specchio si muove indipendentemente da lei risulta molto più d’effetto della battaglia coi vampiri di cui si diceva sopra.
Manca solo una puntata alla conclusione. Presumibilmente sarà dedicata allo scontro finale tra sangue rosso e sangue blu, ma ormai lo si è capito: chi cerca grande novità e originalità non li troverà in questa serie, né dal punto di vista stilistico, né da quello contenutistico. Rispetto ad un’altra serie ambientata nei secoli passati, ricca di elementi magici e suggestivi, ovvero Luna Nera, qui però gli attori sanno recitare (chi più, chi meno). Questo va a tutto vantaggio della resa scenica e della fruibilità da parte del pubblico.
Al momento non si sa se lo show avrà una seconda stagione, perché bisogna anche vedere l’evolversi della pandemia. Nel caso, le premesse ci sarebbero tutte: le prime scene sono ambientate nel 1789 e, per ora, la narrazione ha occupato solo un arco di tempo relativamente breve nel 1787. Ci sarebbe anche spazio per approfondire alcuni aspetti finora solo accennati, come i legami tra il parassita “sangue blu” diffuso in Francia e il voodoo della Louisiana e per osare di più.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Madeleine
  • La scena di Madeleine con l’immagine allo specchio
  • Musica classica nella colonna sonora
  • Donatien
  • Si evitano cadute nell’abisso del trash, ma anche i colpi d’ala che potrebbero elevare il prodotto

 

Allo show e ai suoi realizzatori va riconosciuto il merito di essersi astenuti dal buttar tutto in caciara, evitando l’effetto boiata pazzesca e mantenendo costante il tono di una serie che si prende sul serio quanto basta. Purtroppo, però, sembrano essere stati altrettanto attenti ad evitare ogni colpo d’ali, ogni elementi che avrebbe potuto aggiungere mordente incisività  alla narrazione. Ci si limita a qualche piccolo tocco di classe qua e là, come l’inserimento di celebri brani di musica classica e a qualche invenzione visiva, come il sangue blu. La mancanza programmatica di ogni attendibilità storica non è un difetto in sé, ma può favorire il distacco dello spettatore rispetto a quanto proposto sullo schermo, invece di favorirne l’immersione in un mondo fantastico. Voto medio, quindi, per un buon prodotto medio, realizzato con professionalità. Gradevole anche il formato adattissimo al binge watching, particolarmente in questo autunno di restrizioni.

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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