Il grande enigma di quest’anno è rappresentato da Last Resort, vera e propria scommessa vista la trama e il budget che necessita per non sembrare ridicolo. Se il plot iniziale poteva creare qualche dubbio, il pilot sgancia un missile che fa esplodere la Last Resort mania.
L’idea che mi ero creato su questa serie è stata decisamente spazzata via, per fortuna, da un cast e una trama avvincenti e convincenti che meritano sicuramente un’occasione e 40 minuti del tempo di chiunque. Ciò che fa più presa non è tanto il Mc Guffin che dà il via a tutto quanto l’idea dell’esistenza di un complotto nazionalistico che sta alle spalle che sà tanto del Prison Break dei vecchi tempi. Chiariamo che nessuno è rinchiuso in una prigione e la tensione palpitante che garantiva un infarto ad ogni episodio dei fratelli Scofield e Burrows qui non si trova ma non per questo manca la sensazione di stare incollati alla sedia. Da quando si sono alzate le aspettative, grazie a show come Lost, Fringe, Prison Break, Breaking Bad e chi più ne ha più ne metta, risulta sempre più difficile soddisfare e sorprendere lo spettatore con trovate che non abbia già visto, bè direi che l’equipaggio di un sottomarino nucleare che diserta e dichiara l’isola (fittizia) di Sainte Marina una nazione sovrana dotata di testate armamenti nucleari può essere una bella svolta alle “solite situazioni” di cui ci si va spesso lamentando.
Poco importa se le scene sott’acqua non sembrano esattamente reali e fanno venire i brividi a chi aveva visto Terra Nova, tutto il resto funziona e molto bene. L’idea di gestire un equipaggio assolutamente non coeso paga e ai fini delle sottotrame che ne possono derivare è assolutamente efficace. Il Capitano Marcus Chaplin interpretato da un dotatissimo Andre Braugher, che se vi state domandando dove lo avete visto forse potete saziare la vostra sete qui, alla tenera età di 50 anni è qui alla prova del nove per entrare nel mondo dei big del piccolo schermo e la caratura che riesce a dare al Capitano è di certo un punto a suo favore. Tocca a lui calmare gli animi della ciurma agitati da un Chief of the Boat (COB) Joseph Prosser alquanto irrequieto e contrariato da quanto avviene e dai Navy Seal che sono stati caricati a bordo del sottomarino prima dell’inizio della fine di tutto. Proprio questi Navy Seal sembrano la causa di questo pasticcio internazionale perchè, stando a quanto ammesso da uno di essi, hanno ucciso le persone sbagliate. Ora resterà da risolvere questo mistero che vale il lancio di qualche testata nucleare sul Pakistan e la morte di, stando alla stima del Capitano, 4.3 milioni di pakistani. Stima un po’ alla buona visto che il Pakistan conta circa 180 milioni di persone ma vabbè, questa gliela passiamo.
La vista di questi 40 minuti è piacevole e la sensazione che si ha è che forse una director’s cut sarebbe stata più idonea per un pilot simile, sicuramente le varie sfaccettature dall’intrigo politico alla presa di coscenza dei famigliari sarebbe stata meno frettolosa. Insomma non era tanto una questione di allungare il brodo quanto di rendere più omogeneo il susseguirsi degli eventi che, per la ridondanza che hanno, dovrebbero meritare più tempo di quello concesso dal volere dell’ABC. Tolto questo la qualità di trame e protagonisti (un commento per XO e Julian me lo riservo al prossimo episodio) sono molto elevate e sembrano nascondere piani già ben delineati per il futuro e questo può far solo che ben pensare. Si sentiva la mancanza di un intrigo internazionale in questa stagione telefilmica.
PRO:
- Plot che offre finalmente qualcosa di nuovo
- Caratterizzazione personaggi ottima
- Potrebbe sembrare la prima parte di un film tv da quanto è fatta bene
- Geniale l’idea di proclamare l’isola come nuovo stato sovrano
- Audace, visti i tempi, la scelta di utilizzare uno stato come il Pakistan come obiettivo di testate nucleari americane
CONTRO:
- A volte un po’ troppo sbrigativo nei passaggi ma, come ho detto, è per colpa dei 40 minuti canonici
Un piccolo commento sull’audience: la serie si colloca nella serata critica del giovedi sera tra mostri sacri di vario tipo e quindi è difficile che emerga facilmente nonostante i più che dignitosi 9 milioni di spettatori della premiere. C’è solo da sperare che gli americani si rendano conto del gioiellino che hanno tra le mani e non se lo lascino scappare…
VOTO EMMY
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.