Lemony Snicket’s: A Series Of Unfortunate Events 1×03 – The Reptile Room: Part OneTEMPO DI LETTURA 4 min

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In all honesty, I prefer long-form television to the movies. It’s too much more convenient to consume entertainment from the comfort of your own home.

Archiviata la prima puntata della stagione (che, come si sarà notato, è suddivisa in due parti, così come tutti gli episodi di questo show) la narrazione entra, finalmente, nel vivo.
In effetti si potrebbero riassumere le prime due puntate come una lunga introduzione alla situazione e ai caratteri dei personaggi in un’ottica totalmente orizzontale. Qui, invece, è la verticalità che fa da padrona ed il tono della serie si fa decisamente più avventuroso mescolando generi diversi tra loro (soprattutto spy story e thriller, per la tensione costante che intercorre per tutta la puntata), la storia degli orfani Baudelaire diventa la storia dei loro tutori, uno più strambo dell’altro. Come il Dottor Montgomery Montgomery (l’ottimo caratterista Aasif Mandvi), noto erpetologo a cui vengono affidati gli orfani secondo precise indicazioni da parte dei genitori (la cui storyline continua a  rimanere sullo sfondo ma che potrebbe riservare ben più di una sorpresa).
Questa soluzione “verticale” permette di approfondire maggiormente i personaggi adulti lasciando spazio a ottimi caratteristi che riescono nell’intento di tridimensionalizzare il character a tutto tondo, cosa che non era riuscita nella celebre trasposizione cinematografica dell’opera di Lemony Snicket che pretendeva di riassumere tutti questi personaggi nell’arco di due ore di film, di fatto sacrificandoli, mentre il vantaggio della serie tv (e soprattutto di questa soluzione narrativa della “puntate appaiate”) è proprio quello di lasciare il giusto tempo a tutti i protagonisti dello show. Anche perché i romanzi sono di fatto concentrati più sugli adulti che sui bambini.
A questo proposito si è discusso a lungo (tra recensori) su quanto questa serie sia da considerarsi “per bambini” o “per adulti”, la risposta è che si tratta certamente di un prodotto “per famiglie” nonostante siano presenti elementi di violenza e si parli di morte il punto di vista rimane pur sempre quello dei bambini, che però osservano e giudicano (con chiari intenti satirici da parte dell’autore) il mondo degli adulti. E quello che traspare dai loro occhi non è certamente positivo: il mondo di Lemony Snicket è un mondo di adulti imperfetti, chi più chi meno. Persino lo “zio Monty” (finora l’unica figura di adulto positiva) non è esente da difetti a giudicare dalla sua ingenuità e ostentata fiducia nei propri mezzi che, alla fine, gli si ritorcerà contro (è inutile lamentarsi degli spoiler perché ci pensa già Patrick Warburton con i suoi spiegoni, a volte parecchio irritanti). Non a caso i bambini sono gli unici che riconoscono puntualmente i piani e i travestimenti del Conte Olaf mentre gli adulti no.
A scapito, però, di un’estrema attenzione mostrata nella caratterizzazione degli adulti, bisogna anche dire che gli orfani Baudelaire finora non hanno ancora sviluppato una loro personalità forte (al di là delle loro abilità che però vengono sempre centellinate nella narrazione degli eventi). La sensazione è sempre quella di “passività” dei protagonisti nei confronti degli adulti, ed è auspicabile un cambio di rotta in questo senso per non farli cadere nel pozzo dei personaggi “belli ma inutili”.
Per il resto è da elogi la performance di Neil Patrick Harris che in questa puntata raggiunge vette di trasformismo (per quanto riguarda il suo personaggio) assolute con tanto di citazioni meta-televisive che strizzano l’occhio al pubblico stesso della piattaforma (si potrebbe quasi affermare che tutta la puntata sia un mega-product placement per Netflix stessa).
Ai cinefili incalliti, inoltre, piacerà sicuramente la scena ambientata al cinema, sia per le numerose citazioni nascoste ai classici dell’orrore, sia per l’intento chiaramente satirico dei comportamenti degli adulti quando guardano i film (compresa la questione dei sottotitoli, altro leitmotiv netflixiano).
Pur cambiando la formula, quindi, si confermano i motivi di successo della serie: il sottile humour nero e satirico, la scenografia spettacolare, a metà tra Wes Anderson e Tim Burton, un buon uso della CGI e un’attenzione estrema ai particolari e ai tormentoni verbali che diventano soluzioni narrative originali e innovative.
Attenzione però: la visione è particolarmente sconsigliata agli ofidiofobici (qualsiasi riferimento al recensore della puntata è puramente casuale).

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Neil Patrick Harris
  • Aasif Mandvi aka Montgomery Montgomery
  • Battute di Sunny
  • L’iguana urlante a cucù
  • Scenografia barocca
  • Attenzione estrema ai particolari
  • Riferimenti meta-televisivi
  • Scena al cinema
  • Cammei importanti: Matthew Walker e Mary Black
  • “Subtitles? This film is boring already!”
  • Puntata sconsigliata agli ofidiofobici
  • Spoileroni di Patrick Warburton/Lemony Snicket
  • Baudelaire ancora troppo statici e inespressivi

 

Dopo il Pilot iniziale, iniziano le vere sventure degli orfani Baudelaire con una puntata avvincente che mischia tra loro i generi più disparati (dal racconto d’avventura, all’horror, al thriller…) e regala un’altra grande performance di Neil Patrick Harris. Unica avvertenza: non guardate questa e la prossima puntata se avete paura di rettili e serpenti.

 

The Bad Beginning: Part Two 1×02 ND milioni – ND rating
The Reptile Room: Part One 1×03 ND milioni – ND rating

 

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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