Lupin 2×06 – Capitolo 6TEMPO DI LETTURA 4 min

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Lupin 2x06 RecensioneGiunge ad un passo dal termine la seconda stagione della serie dedicata alla reinvenzione del famoso personaggio nato dalla penna di Maurice Leblanc. Questo “Capitolo 6” è per certi versi un episodio anomalo per i canoni di Lupin. A differenza della gran parte delle puntate, qui viene a mancare il solito paradigma narrativo a cui lo spettatore è inconsciamente abituato, che vede Assane impegnato a mettere confusamente in atto un suo piano, per poi spiegare verso il finire dell’episodio i retroscena e gli escamotage usati dal ladro gentiluomo.
Stavolta Kay e Uzan scelgono di tradire i loro standard per votarsi maggiormente allo sviluppo delle interazioni tra i personaggi e alla trama orizzontale. Sono comunque presenti i flashback, con tanto di prosieguo del cammino della nazionale francese di calcio ai mondiali del ’98 (maledetti rigori!), ma manca ancora una vera motivazione a spingere l’antagonista Jean-Luc Keller. Insomma, Lupin prosegue con tutti i suoi difetti ben noti a tutti, però stavolta si gioca la carta dell’amore. Quello tra Claire e Assane, mai venuto meno e motore invisibile dell’intera stagione, e quello tra madre e figlio, elemento sorpresa di questa seconda stagione.

UN COACH IN FAMIGLIA


Nota di merito: Alex, il coach di basket di Raoul, è forse il miglior travestimento della stagione per Assane. Il protagonista, infatti, entra ed esce da qualsiasi posto con la disarmante facilità con cui una persona entra a fare colazione al bar la mattina. Invece per quanto riguarda Alex, forse anche data la vicinanza di questo alter ego alla famiglia di Assane, la maschera sembra alquanto riuscita, senza dare quasi mai l’impressione di star vedendo un volto di plastica. Questa incarnazione di Assane si è ritagliato tanto spazio all’interno di questa stagione, regalando agli autori una vera e propria sfida per creare un arco narrativo anche per tale personaggio.
Una sfida che si può tranquillamente dire superata, vista la crescente relazione con Claire che arriva ad un passo da un bacio che potrebbe far crollare tutto il castello di carte creato da Lupin. Fa storcere un po’ il naso il tempismo con cui Claire sembra essersi totalmente dimenticata di suo marito. I due hanno certamente lo stesso carattere, ma Claire è ormai convinta che Assane sia ancora vivo, quindi non dovrebbe pensare più al suo “rimpiazzo”.

LA FUGA DI MARIAMA


Il vero tasto dolente dell’episodio è tutto ciò che circonda il personaggio di Mariama, la ritrovata madre di Assane, fino al momento in cui si ha il miglior momento dell’intero “Capitolo 6”, l’abbraccio tra madre e figlio. In particolare, però, sono due i momenti che proprio non funzionano nella storyline di Mariama in questa puntata. Sicuramente il primo è la fuga da Keller, che avviene dopo che la donna riesce all’improvviso a disfarsi delle fasce con cui era legata. Una risoluzione che arriva senza alcuna costruzione, avviene e basta, perché deve succedere, come tante, troppe cose nel passato dello show.
Dopodiché c’è il messaggio inviato ad Assane, attraverso il solito L’Objecteur. Il rendez-vous criptato è un messaggio fin troppo implicito, che non può in alcun modo portare il protagonista a recarsi dove si trova sua madre. La donna che canta al binario della metro è lì a cantare tutti i giorni? La sua voce si riesce a percepire da così lontano? Sono domande che si balenano spontaneamente anche in uno spettatore che ha ormai accettato il livello di quel che sta guardando. Cose troppo fragili per stare in piedi, che si salvano solo grazie al risultato di tutto ciò. Stavolta forse il fine ha giustificato i mezzi.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il modo con cui Assane si rivela a Claire
  • Il rapporto tra Assane/Alex e Caire
  • Assane che finalmente si riunisce con sua madre…
  • Il cliffhanger finale che rende impossibile fermarsi prima del finale
  • Si è arrivati al finale senza sapere perché l’antagonista sta facendo tutto ciò
  • Claire che subito riesce ad abbandonarsi tra le braccia di Alex
  • Il gratuito (finora) cammino della Francia ai mondiali del ’98
  • … ma il piano di Mariama non sta in piedi
  • Assane continua a girare tranquillamente senza che nessuno lo riconosca

 

Una puntata diversa dal normale per Lupin. Assenti le rapine e i grandi piani di Assane per lasciar spazio allo sviluppo dei personaggi, e per stavolta si può passare oltre anche alle solite forzature.

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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