Lupin 2×07 – Capitolo 7TEMPO DI LETTURA 4 min

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recensione Lupin 2x07Lupin non è certo una delle migliori serie sfornate da Netflix. Tuttavia finora si è rivelata una delle sorprese maggiori, guadagnandosi lo status di guilty pleasure, con un certo seguito fra gli appassionati (dall’uscita è costantemente fra le top 10 delle serie più viste della piattaforma).
Il motivo risiede principalmente nel carisma del suo interprete, Omar Sy, che è riuscito a dare corpo e sfaccettature sempre diverse al proprio personaggio. Il tutto unito ad una struttura abbastanza classica ma collaudata in cui il protagonista si dimostra un abile “factotum” in grado di compiere imprese impossibili.
In questo caso, quindi, la cosa interessante non è tanto vedere che colpo complesso escogiterà Lupin ma piuttosto come Assane Diop riuscirà a venire fuori da situazioni sempre più imprevedibili e rocambolesche finché la perdita di credibilità nello spettatore non avrà raggiunto il suo apice massimo.

LUPIN E LA DECOLONIZZAZIONE


In tutto questo lo show si dimostra abbastanza “furbo” inserendo alcune tematiche contemporanee che, più che modernizzare il personaggio di Maurice Leblanc, servono innanzitutto a dare allo spettatore un ulteriore motivo per empatizzare con il protagonista. In questo episodio, per esempio, si gioca molto sulla tematica razziale, con l’ennesimo travestimento in cui Assane finge di essere un eroe di guerra del Ciad (ex-colonia francese) per poter ingraziarsi un ex-generale della legione straniera.
Il pretesto è ottimo per intavolare numerosi momenti imbarazzanti e comici in cui Assane si prende gioco del velato razzismo dei francesi nei confronti delle popolazioni africane (da cui lui stesso proviene) e del boomerismo di cui il generale è portatore sano.
Una critica sociale non da poco (peraltro impreziosita da un’entrata in scena di Assane sulle note di una versione reggae della Marsigliese) considerando l’estrema attualità di tale satira. Si tratta certamente della parte più riuscita dell’episodio, ed è perfettamente in linea con il personaggio rappresentato, peraltro già portatore di tali tematiche riguardanti i disagi delle periferie francesi, come già visto nei numerosi flashback dell’infanzia e dell’adolescenza. Certo, c’è anche un po’ di retorica in tutto questo, ma ciò contribuisce a renderlo estremamente “simpatico” e in questo sta tutta la forza non solo dell’episodio ma di tutto lo show.

FINALE UN PO’ MEH!


Per tutto il resto, purtroppo, anche quest’ultimo episodio si dimostra perfettamente in linea con i precedenti. Lo show va avanti facendo leva sulle esagerazioni e sulle trovate assurde, per cui i colpi di Lupin sembrano sempre dettati più dal caso e dalla fortuna che non da una vera e propria elaborazione studiata.
In particolare, il finale è fatto apposta per risolvere un po’ tutte le problematiche e le storyline nate in seno alla stagione. Si va quindi incontro ad un happy ending abbastanza stucchevole in cui la famiglia Diop si trova finalmente riunita. Tutti meno che Assane che, alla fine dell’episodio, decide di costituirsi per salvaguardare la sua famiglia seguendo il consiglio iniziale di Claire.
E già così, come scelta narrativa, andrebbe anche bene poiché conclude felicemente il percorso evolutivo di Lupin e della sua famiglia e lascia dietro di sé una nota agrodolce che rende il tutto più realistico e meno retorico. Ma proprio qui ha inizio, invece, un plot twist che, come Alessandro Borghese insegna, “ribbalta completamente il risultato“.
Si scopre infatti nel cliffhanger finale che quanto visto in questa seconda stagione potrebbe in realtà essere una lunga ed elaborata macchinazione di Pellegrini, il vecchio nemico di Assane, desideroso di vendetta dopo quanto successo nella prima stagione.

CONCLUSIONE


Un finale che lascia dunque alcune perplessità in merito. Di fatto, riscrive completamente le storylines di alcuni personaggi-chiave della storia (l’amico fraterno Benjamin e la madre Mariama), poiché lascia presupporre un loro coinvolgimento nella macchinazione ai danni di Assane. Il che sconvolge più lo spettatore che non Assane stesso, portando a chiedersi a cosa si sia assistito per sette episodi.
D’altro canto, tale rivelazione lascia adito ad una possibile terza stagione, anche se Netflix non ha ancora lasciato dichiarazioni al riguardo. Viene da pensare che gli autori abbiano voluto lasciare una porta aperta per tale possibilità. Peccato che, anche se molto d’effetto, tale snaturamento dei personaggi sia un po’ un autogol per quanto visto finora, rischiando così di far perdere alla storia la già poca credibilità che aveva.
Una scelta che poteva essere evitata o giocata in modo decisamente diverso poiché, così com’è stata realizzata, cozza enormemente con quanto visto finora. Bisognerà vedere se Netflix deciderà di rinnovare lo show dato che, a conti fatti, rimane la sensazione di qualcosa d’incompleto. Decisamente non quello che il pubblico si sarebbe aspettato.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Introduzione…
  • La presa per il culo al vecchio generale boomer e remix dell’inno francese
  • Storyline del passato di Assane
  • Finale
  • …anche se lo strattagemma di Claire ha del risibile
  • Reunion famiglia Diop
  • In generale strattagemmi abbastanza ingenui
  • Finale

 

La seconda stagione di Lupin conferma quanto visto durante tutte le sette puntate. Buoni spunti qua e là ma mai sviluppati fino in fondo e un’ingenuità di base che la rendono una buona serie senza troppe pretese. Rimane un finale emozionante (anche se con qualche riserva) che potrebbe lasciare adito ad un’ulteriore stagione.

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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