Non è facile essere un fan della serie francese targata Netflix. In primis, per accettare tutto quello che succede, più che un occhio si dovrebbero chiudere entrambi e tapparsi pure le orecchie.
La sospensione dell’incredulità viene portata all’eccesso e l’unico modo per accettare quello che viene mostrato è quello di divenire lo yes man per antonomasia.
Trattare così gli spettatori non può che essere vista come una mancanza di rispetto, eppure Lupin è arrivata, in qualche modo, ad una terza ed immeritata parte (stagione). Chapeau agli sceneggiatori per riuscire ad avere ancora un lavoro nonostante tutto.
MA COSA STIAMO GUARDANDO?
Se la caduta di Assane dello scorso episodio aveva destato interesse per il proseguimento della stagione visto, un possibile stravolgimento dello show, la scoperta che fosse parte del piano del ladro francese rende l’accaduto ancora più ridicolo.
È davvero possibile credere che una persona possa salvarsi e rimanere illesa da una caduta di sedici metri solamente grazie ad un piccolo airbag? È lodevole l’intenzione di Netflix di insistere sulla somiglianza di Assane con Lupin, visti i continui rimandi volontari ai libri di Maurice Leblanc, ma il voler far credere allo spettatore della riuscita di questo piano è un insulto alla sua intelligenza.
Nel mondo del cinema e delle serie tv più e più volte si sono finte le morti dei protagonisti, come ad esempio in Sherlock nella versione televisiva della BBC oppure in quella cinematografica con protagonista Robert Downey J.. In quei casi il piano è stato studiato intelligentemente, oppure si è tentato di nascondere e non far vedere bene l’accaduto lasciando allo spettatore il compito di immaginare come sia andata. Purtroppo, in questo caso, la rappresentazione scenica è stata davvero orribile.
Altro elemento che lo show ha dato troppo per scontato è il modo in cui il personaggio interpretato da Omar Sy è riuscito a liberarsi dalla propria tomba, tra l’altro non è stato visto nemmeno dai partecipanti del suo stesso funerale passando come se nulla fosse davanti a loro. In questa serie, si è capito, basta avere dei vestiti diversi dagli abituali per passare inosservati.
UNA POSSIBILE SVOLTA
Assane: “Mamma?”
Mariama: “Sanni, metti la perla nella cassetta delle offerte. Tieni questo telefono con te e vattene.”
Assane: “Mamma, sei tu? Dove sei?”
Mariama: “Ti prego, Sanni. Lascia la perla o mi uccideranno.”
Assane: “Come so che sei tu?”
Mariama: “Ricorda, Sanni. […] Ascoltami. Quelli che mi hanno presa dicono che devi lavorare per loro.”
Fortunatamente non tutti i personaggi dello show sono idioti e c’è qualcuno che riesce a tenere testa ad Assane. Questo è il caso dei probabili villain stagionali che sono riusciti a risalire alla madre del ladro e a comprendere facilmente che quest’ultimo ha solo dissimulato la propria morte.
Una svolta interessante potrebbe essere che la madre sia lei stessa l’architetta di questo ricatto ai suoi danni e che voglia impadronirsi della perla usandolo. Si spera, quindi, che i prossimi appuntamenti saranno più dignitosi di queste prime puntate di questa terza parte. Una speranza forse vana dato che questa serie aveva reali possibilità di essere un ottimo prodotto seriale, invece non lo è stato e probabilmente mai lo sarà, nonostante abbia come protagonista un ottimo attore come Omar Sy.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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“Capitolo 2” è l’ennesima puntata che non meriterebbe di essere vista da milioni di persone, ma che invece dovrebbe essere osservata con attenzione dagli sceneggiatori di tutto il mondo per non correre il rischio di commettere gli errori operati da George Kay, François Uzan e Tony Saint. E fa sorridere il fatto che ben tre persone si siano unite per produrre quanto visto. Che imbarazzo.
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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.