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Sapete perché alcuni esemplari della prima ondata di serial comics, come per esempio il Batman di Adam West e Burt Ward, erano contemporaneamente i migliori e i peggiori adattamenti televisivi per un fumetto? Perché erano fedeli in tutto e per tutto a quanto succedeva nei fumetti dell’epoca; dalla carta al piccolo schermo, veniva riportata praticamente ogni cosa: dalle frasi kitch e camp, alle onomatopee degli sberlottoni durante le azzuffate. Con la loro buona volontà e ingenuità, telefilm del genere hanno dimostrato quanto i fumetti potessero prestarsi egregiamente ad un format come quelle delle serie tv, ed essere rappresentati con la stessa medesima potenza; però ha anche dimostrato come certi espedienti narrativi, e altri piccoli accorgimenti estetici, dovessero essere un po’ rivisti durante la trasposizione, proprio perché (con il cambio di format) si presentava anche un cambio di esigenze e priorità per aumentare la credibilità del prodotto. Alla luce di ciò, cosa centra tutta questa spatafiatta con Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D.? Centra eccome. Perché se per tutta la durata di questa stagione, la serie ha guardato ai suoi stessi errori per migliorarsi, questa volta guarda agli errori commessi dai suoi predecessori storici nel genere serial comics, e cerca di confezionare una puntata di stampo prettamente fumettistico, senza però scadere in errori alla The Amazing Spider-Man.
Tenendo solamente conto delle trentacinque puntate (22 episodi della prima stagione + 13 della seconda) finora trasmesse del serial ABC/Marvel Studios, “One Of Us” è sicuramente la più fumettosa di tutte e quella che ricalca in maniera più fedele i tipici schemi narrativi dei comics, oltre che a presentarne i medesimi sviluppi seguendo la tradizione di storytelling delle pagine patinate; ma come detto nell’introduzione, pur costruendo l’episodio nella maniera sopracitata, esso non cade negli errori commessi dai suoi passati colleghi, tenendo sempre in considerazione l’evoluzione dello show stesso, ma anche del pubblico. Lo spettatore, col passare del tempo, con la sua maturazione e la vulcanica creazione di opere in svariati media, è diventato decisamente più esigente, pretendendo credibilità, fedeltà con l’opera originale e introspezione; in questa puntata, Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. riesce egregiamente a soddisfare tutti e tre i desideri.
Le motivazioni che portano Calvin a reclutare questo manipolo di perdenti per compensare la superiorità numerica (e qualitativa) del Team Coulson, sono tipiche della tradizione del fumetto e del cattivo di un qualsivoglia storia fittizia: pure e semplice vendetta; il tutto è però reso credibile e spettacolare agli occhi di un serial tv, grazie alla certosino background costruito in precedenza (precisamente, in “What They Become“) tra Cal e la sua nemesi Phil Coulson. Il piano semplice ma efficace, l’indovinello per attirare “l’eroe” nella trappola, il carismatico blaterare del cattivo, la contromossa intelligente di quest’ultimo e il successivo confronto fisico: tutto stupendamente ritratto secondo i tipici schemi del fumetto, senza mai scadere nell’assurdità. Certo è un po’ un anti-climax interrompere il confronto tra Calvin e Coulson sul più bello, regalando allo spettatore un fastidioso senso di coito interrotto, ma si fa perdonare con la magnifica e sempre ben coreografata scazzottata successiva, ricalcando nuovamente gli scontri all’ordine del giorno degli eroi dei fumetti contro i villain di turno. Certo, i soggetti reclutati da un Kyle MacLachlan sempre più in parte e che dà segni di divertirsi sempre di più nel ruolo di Calvin Zabo/Mr. Hyde, non sono esattamente un gruppo di menti eccelse e chissà quali minacce planetarie, ma è già tanto che abbiamo visto due super-gruppi (o sort of) scontrarsi come nei comics: accontentiamoci.
Ma come dicevamo sopra, lo show non butta tutto al vento per concentrarsi solo su una trama più vicina agli schemi fumettistici, ma si ricorda anche di tutto il resto e alterna la parte più action di “One Of Us”, con introspezioni e indagini. Graditissima e assolutamente intelligente la scelta dell’espediente narrativo dello psicologo, per approfondire e umanizzare personaggi dal passato abbastanza sconosciuto di May e Skye/Daisy, oltre che cogliere la palla al balzo per offrire allo spettatore una panoramica molto più realistica e logica dei superpoteri. Abbiamo visto pezzi da novanta come Capitan America, Iron Man e Thor prendere confidenza con i loro poteri, ma mai perderne il controllo e farli diventare un pericolo per sé stessi e per gli altri, e mai dover confrontarsi con una dote più grande di loro; ammesso e concesso che elementi prettamente fantascientifici come i superpoteri sono cose ovviamente di fantasia, è chiaro che lo spettatore maturo vorrebbe vederne una sua interpretazione nel caso questi elementi esistessero davvero nella vita reale: e nella vita reale, se superpoteri del genere esistessero, sarebbe normale che qualcuno di loro possa presentarsi come ostico, o addirittura pericoloso da dominare. E’ un mero dettaglio, ma un dettaglio che fa la differenza tra un serial pressapochista, e uno con la testa sulle spalle, che prende in considerazione ogni sfaccettatura degli stessi elementi da esso introdotto.
Ultimo ma non ultimo, il cliffhanger finale da soffio al cuore. Al momento, il colpo di scena (che lascia il tempo che trova fino ad ulteriori spiegazioni e approfondimenti) aveva solamente uno scopo: quello di rafforzare il genere spy/thriller del serial e incasinare la testa dello spettatore. Beh, complimenti: ci siete riusciti.
L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo
Poteva RecenSerie non sbattersi per voi e raccattare tutte le curiosità e le ammiccate d’occhio per la nuova stagione di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D.? Maccerto che no, doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, ecco a voi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia disseminati nella puntata.
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“One Of Us” è stato pubblicizzato dalla Marvel Comics con un’ immagine promozionale realizzata da Declan Shalvey (matite) e Jordie Bellaire (colori). Cliccate qui per visualizzarla.
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Il personaggio di Andrew Garner è stato inventato appositamente per lo show, così come Wendell Levi, Francis Noche e John Bruno.
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Il supergruppo di criminali visto nella puntata è ufficialmente il primo team composto interamente da super-villains o presunti tali a debuttare nel Marvel Cinematic Universe. Organizzazioni come l’Hydra escluse, fino ad oggi, non c’era mai stata nessuna controparte (o qualcosa di simile) che si contrapponesse a gruppi formati totalmente da personaggi buoni come i Vendicatori.
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Tuttavia, il gruppo formato da Calvin (battezzato col nome di “The Slicing Talons”) è inedito nei comics e, anche lui, creato appositamente per lo show.
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Karla Faye Gideon compare anche nei fumetti e gioca un ruolo abbastanza importante nella miniserie in sei parti Daredevil: Redemption, pubblicata dalla Marvel nel 2005. Debutta per la prima volta sul primo dei sei numeri della mini, ma il personaggio in questione è qualcosa di molto diverso da quanto visto nell’episodio; nei comics è di fatti una persona normalissima e senza potere alcuno, ma comunque vittima di violenze casalinghe da parte del marito come accennato nella puntata (con l’unica differenza, che in quest’ultima, era il fidanzato). Devil la salverà poi dal violento marito, ma poi Karla non ricomparirà mai più in nessuna storia successiva.
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I tutori che Skye/Daisy indossa dopo il suo collasso, sono un riferimento a dei guanti che la sua controparte fumettistica ha in dotazione ogni qualvolta che indossa il suo costume mentre è in missione. Nei comics non è mai stato approfondito il suo ruolo, lasciando intendere che fosse un semplice ornamento, ma è possibile che lo show voglia dare una spiegazione precisa a quei guanti e (probabilmente) spiegare che utilizzandosi può controllare meglio i suoi poteri.
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Quando Cal parla con i suoi compagni di squadra, fa dei piccoli accenni alla Hyde Formula: un composto chimico di sua creazione che Zabo ha creato nei fumetti ispirandosi al romanzo Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde per ottenere superpoteri. Quando Zabo ingerisce la formula e diventa Mr. Hyde, acquisisce forza, resistenza e stamina sovrumana, oltre che a un fattore rigenerante: tutto questo a scapito della salute mentale, rendendo Hyde una figura dominata dall’ira e dal sadismo.
Facce da Fumetto
Conosciamo un pò di più i volti noti (e ignoti) dell’Universo Marvel cartaceo trapiantati qui, in questo serial televisivo dedito ad espanderne l’universo.
Angar L’Urlatore
Anche David Angar compare nei fumetti, quest’ultimo meglio conosciuto con l’alias di Angar L’Urlatore. Comparso per la prima volta su Daredevil #100 del 1973, David Alan Angar si trasferisce a San Francisco per diventare un hippie e attivista sociale, ma quando viene avvicinata dall’aliena Dragoluna (nei fumetti, figlia di Darx Il Distruttore dei Guardiani Della Galassia) egli accetta la sua proposta di sottoporsi ad un esperimento. Utilizzando la tecnologia dell’avanzatissimo pianeta Titano, Dragoluna sottopose le corde vocali di Angar a un bombardamento con ipersuono che, come risultato, diede ad Angar il potere di urlare a livelli sovraumani e creare allucinazioni a chi lo ascoltava. Dragoluna intendeva usare Angar come alleato contro Thanos, ma la donna venne anticipata dall’avvocato Kerwin J. Broderick, che assoldò l’uomo come assassino. Nella sua prima missione, Angar provò a uccidere Devil e la Vedova Nera, ma venne sonoramente sconfitto dalla coppia (che, all’epoca, vivevano una storia amorosa, passando alla storia per esser stati la prima coppia dei fumetti non sposata a vivere assieme); visti i pessimi risultati, Angar (spesso accompagnato dalla compagna Mimi Spaventia) combatté successivamente altri eroi come Iron Fist, la Donna Ragno, Shang-Chi, Occhio Di Falco, Mimo e Dragoluna stessa, collezionando sempre e comunque gli stessi risultati. Sfortunatamente per lui, è proprio grazie alla sua ex-partner che David Angar perderà la vita. Dopo esser stato sottoposto a svariati esperimenti dal criminale Fixer, Angar venne trasformato in un essere di puro suono, ma la sua nuova condizione si presentava instabile e incontrollabile; così, per evitare il peggioramento della stessa e ulteriori sofferenze, Mimi (ora reinventatasi come l’eroina Songbird dei Thunderbolts) lo uccise, mettendo così fine al suo dolore su Thunderbolts #59 del 2002.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Potremmo star qui a ricamare su un commento finale con chissà quanti bei fronzoli… ma è inutile che ci perdiamo in inutili chiacchiere. Con “One Of Us”, Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. è ufficialmente decollato e, da adesso in poi, ne vederemo sempre più delle belle. O meglio, questa è la promessa generale che il serial implicitamente fa ai suoi spettatori; ma con questa seconda stagione, la serie ABC/Marvel Studios si è guadagnata una certa dose di fiducia. Excelcior! Verso l’infinito e oltre! E chi più ne ha, più ne metta!
Who You Really Are 2×12 | 3.80 milioni – 1.5 rating |
One Of Us 2×13 | 4.34 milioni – 1.6 rating |
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