Agli inizi ci si poteva sorvolare sopra, pensando che i difetti di Monarch: Legacy Of Monsters si sarebbero risolti col passare delle puntate. Fino a qualche episodio fa si poteva chiudere un occhio, sperare in un risvolto positivo nel finale, ma le varie problematiche che sono state riscontrate col passare delle settimane sono purtroppo una costante, e bisogna dunque prenderne atto.
La trama del 1955, dopo essere tornata nello in “Terrifying Miracles“, viene dimenticata nuovamente, ed è ormai chiaro quanto questo possa essere un peso nell’economia di uno show come quello ideato da Chris Black e Matt Fraction. Lee Shaw viene ridotto all’osso, favorendo gli ennesimi cinquanta minuti dedicati a raccontare il background di uno dei tre protagonisti, che nonostante ciò non riescono ancora a far presa sul pubblico. Anzi, tra tutto ciò che non funziona in Monarch forse la colpa più grande è equidistribuita tra May, Cate e Kentaro, protagonisti piatti e insipidi come pochi.
CORAH
Tocca infatti a May stavolta raccontare la sua back-story, in un fallimentare tentativo di dare tridimensionalità e spessore a un personaggio finora alquanto odioso per la sua incoerenza. Un’incoerenza che viene anche abbastanza giustificata dalla sua storia. Infatti, tutte le sue scelte si rivelano figlie di decisioni sbagliate, come ad esempio andare a ficcanasare in file segreti della compagnia in cui lavora: la Applied Experimental Technologies.
Ci si augura che con “Will The Real May Please Stand Up?” Black e Fraction abbiano terminato con questi episodi incentrati su un singolo personaggio, anche perché, oltre a non riuscire nel proprio obiettivo, questi portano con sé anche l’effetto collaterale di sminuire sempre più gli altri comprimari. Cate e Kentaro, infatti, vengono tralasciati bellamente dalla narrazione, per ripescarli solo in occasione di un accenno di triangolo amoroso, che rischia di far deprimere ancor di più il character, già abbastanza impalpabile, di Kentaro.
APEX
Dopo esserci andati giù pesante con i protagonisti, che dovrebbero comunque essere le colonne portanti di una narrazione seriale, si possono spendere due parole positive sulla nascita della compagnia rivale di Monarch. Sia chiaro che la Monarch non è proprio la più limpida delle agenzie, tuttavia sembra comunque agire per scopi nobili, a differenza della Apex Cybernetics che non sembra farsi scrupoli per sperimentare cyberneticamente sugli animali. Una sperimentazione che porterà in futuro a costruire quello che in Godzilla vs. Kong si rivelerà come MechaGodzilla.
L’entrata in scena della Apex è un vero e proprio plot twist. Un ottimo collegamento, che permette di connettere nello sfondo i vari film del MonsterVerse e che forse potrebbe dare alla Monarch un vero e proprio villain da combattere. Una sorta di SHIELD contro Hydra sotto forma di spionaggio industriale, calato nel contesto dei Titani, che potrebbe giovare all’intera trama orizzontale della serie.
IL PIANO DI SHAW
Troppo poco spazio viene concesso al sempre interessante e magnetico Lee Shaw di Kurt Russell. Viene a galla l’alleanza sorta tra il Colonnello e l’agente Duvall, che però non permette ancora di decifrare l’enigma dietro agli attriti con la direttrice Verdugo. Se non altro rimane l’unico personaggio concretamente sulle tracce di Hiroshi in questo episodio.
Tuttavia, col passare degli episodi continua a farsi più pesante la mancanza di rivelazioni in merito ai vari segreti che coinvolgono la Monarch e il personaggio di Kurt Russell. Resta solo una discreta sequenza finale in chiusura di puntata, più che altro appagante dal punto di vista visivo, che mostra forse un indizio sulle vere intenzioni di Shaw e ciò che forse Verdugo vorrebbe mettere a tacere.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Iniziano a diventare troppe le bocciature per Monarch: Legacy Of Monsters, che ha scelto di puntare sul cavallo sbagliato affidando lo scettro di protagonisti all’impalpabile trio composto da Cate, Kentaro e May.
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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.