Arrivati al secondo episodio, bisogna constatare una cosa: la miniserie ideata da Dahvi Waller, ma come ormai chiaro basata su fatti realmente accaduti, è molto difficile da seguire. E lo è principalmente per la natura del soggetto, storicamente molto distante dall’italiano medio che non ha vissuto sulla sua pelle, e magari neanche sapeva, della battaglia americana riguardo l’ERA (Equal Rights Amendment). Ecco quindi paventarsi la necessità di introdurre lentamente personaggi come Phyllis Schlafly o Gloria Steinem che, molto probabilmente, risulteranno misconosciuti ai più.
Con nove episodi a disposizione ed un apprezzabilissimo uso del minutaggio in ogni puntata (finalmente non si abusa di un’ora di girato ma si sta sempre intorno ai 40-45 minuti che sono anche più digeribili), la showrunner Dahvi Waller ha provato a mantenersi il più distaccata possibile dalla narrazione offrendo diversi punti di vista in base ai vari character.
Se nel pilot il focus principale, nonché una visione diversa degli USA, era stata gentilmente offerta dalla Schlafly (ed il titolo “Phyllis” era un buon indicatore), questo secondo episodio sposta invece l’attenzione su un’altra donna (ed il nome della puntata cambia di conseguenza in “Gloria”), mantenendo come il characther della Blanchett sempre ben presente nel quadro generale.
E spoiler, a giudicare dagli altri nomi degli episodi, verrà dato spazio anche a:
- Shirley Chisholm (1×03 “Shirley”)
- Betty Friedan (1×04 “Betty”)
- Jill Ruckelshaus (1×06 “Jill”)
- Bella Abzug (1×07 “Bella”)
Gloria: “No, really, I wanna know. How, how long are we supposed to wait? How many more women are going to die from botched abortions while we wait for men to feel comfortable with us having control over our own bodies? How many women are gonna be forced to give birth to babies they can’t afford to feed while we wait for housewives, who have no idea what it’s like to have to work to survive, to feel comfortable with women having power? How long do we give people to adapt to change? Am I the only one who’s so fucking tired of waiting?“
Con l’introduzione formale di Gloria Steinem, lo scontro tra femministe e anti-femministe conservatrici (capitanate da Phyllis) prende ufficialmente il via e potrebbe serenamente essere stato usato anche come base per una stagione di Feud (ufficialmente rinnovato da FX ma di fatto cancellato in via non ufficiale per via del nuovo contratto di Ryan Murphy e Netflix). Le due donne hanno una visione della vita profondamente diversa ed è ovviamente anche frutto delle esperienze personali di ciascuna che ha fatto maturare pensieri e necessità diametralmente opposte, come verrà chiarito anche a fine episodio con un breve flashback di un’irriconoscibile Steinem.
Se sulla Blanchett non c’è pressochè niente da dire visto che l’interpretazione è e rimane molto algida ma dannatamente profonda (un po’ come tutti i characther che ha interpretato), si potevano nutrire perplessità su Rose Byrne che invece, un po’ a sorpresa della stessa Byrne come ha candidamente ammesso, sforna una performance decisamente ottima. Forse anche migliore di quella della sua rivale. C’è stato decisamente uno studio attento della parlata e del modo di vestirsi ed atteggiarsi che ripaga tutta la visione.
L’unico neo in tutto ciò è la necessità di avere più accesso a questo mondo che, al momento, è fondamentalmente tenuto sulle spalle solo di Phyllis Schlafly e Gloria Steinem che monopolizzano la visione lasciando molto distanti dallo schermo tutti i personaggi secondari che le circondano: ci sono, sono lì a tenere in piedi qualche chiacchierata ma, fondamentalmente, sono solo di supporto e non hanno un minimo di profondità caratteriale. Fatta forse eccezione per Bella Abzug e Fred Schlafly.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Phyllis 1×01 | ND milioni – ND rating |
Gloria 1×02 | ND milioni – ND rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.