Ottobre è per definizione il mese della birra. Almeno dal 1810 da quando l’Oktoberfest, il più grande festival popolare al mondo dedicato a questa bevanda, ne è diventato quasi il simbolo insieme alla città di Monaco di Baviera. Per questo motivo Netflix ha deciso di cogliere la palla la balzo e regalare ai propri abbonati una miniserie tedesca (uscita però il mese scorso sulla rete televisiva ARD) basata interamente su questo tema.
Oktoberfest Beer & Blood (il titolo originale tedesco è Oktoberfest 1900) già nel titolo rivela il soggetto e lo stile di questa serie orgogliosamente mitteleuropea. Lo scopo era quello, appunto, di celebrare il folklore e la tradizione della festa popolare tedesca con un grande melò storico (basato su fatti realmente accaduti, almeno a quanto si dice nei titoli di testa) che raccontasse gli albori della manifestazione e la sua modernizzazione in un contesto storico molto particolare come gli inizi del XX secolo.
I personaggi protagonisti di questa serie, infatti, sono due famiglie di birrai: i Prank e gli Hoflinger. I primi sono una famiglia di imprenditori di Norimberga giunti per la prima volta in città; viceversa la famiglia Hoflinger rappresenta le antiche dinastie di birrai monacensi che si oppongono alle innovazioni dimostrandosi fieri della loro impresa a conduzione familiare sebbene ultimamente siano parecchio in declino. È lo stesso patriarca Curt Prank (Misel Maticevic) a presentarsi all’inizio ed è il tipico esempio di “self-made man” che, nato povero, è diventato ben presto ricco (la serie lascia però supporre che deve avere ben più di uno scheletro nell’armadio al riguardo) e ora ha in mente di inserirsi nell’alta società di Monaco con grandi idee imprenditoriali che riguardano proprio la famosa fiera popolare della birra. In pratica Curt rappresenta “il nuovo che avanza” che in questo caso è il capitalismo ed il concetto di “evento pop” in cui si vorrebbe trasformare quella che, fino a quel momento, è ancora poco più di una semplice “sagra di paese”.
Se le dinamiche appena descritte possono risultare familiari e già sentite, è perchè in effetti lo sono. La miniserie riprende tutti i cliché possibili e immaginabili di praticamente tutte le serie tv e soap-opera che hanno come tema le faide famigliari ed i drammi storici. C’è di tutto: il conflitto fra “vecchio” e “nuovo”, una certa retorica sulle disparità sociali in un mondo, quello dell’inizio del ‘900, che inizia a respirare una certa aria di socialismo (è pur sempre la terra di Marx ed Engels), storie di formazione, intrighi e drammi amorosi in pieno stile “Romeo e Giulietta”.
Tutto pensato nel minimo dettaglio per catturare l’attenzione dello spettatore più mainstream (d’altra parte la rete d’origine è generalista) e pigro che vuole andare sul sicuro. Il problema è che, in questo modo, tutto risulta fin troppo prevedibile, tanto che questo episodio pilota funge da mera presentazione dei personaggi senza che accada veramente qualcosa di memorabile per più di 40 minuti (su 50 totali). I dialoghi risultano poi estremamente descrittivi ed esplicativi e la puntata si salva giusto per la musica e la ricostruzione storica di Monaco di inizio 900 (anche se certi paesaggi in CGI sono un pungo nell’occhio non indifferente).
Per il resto però la serie usa semplicemente come scusa la storia dell’Oktoberfest per imbastire l’ennesima soap-opera famigliare con tutti gli stilemi narrativi del caso, mostrando, nonostante il titolo, ben poca “birra” e tutto sommato anche ben poco “sangue”. L’ambientazione poteva essere la Monaco del ‘900 così come quella odierna (e forse avrebbe avuto molto più effetto), così come qualunque altra città o ambientazione, il risultato sarebbe stato lo stesso.
A tal proposito rimangono ancora un mistero la scena iniziale e finale dell’episodio in questione in cui vengono mostrati un gruppo di sedicenti pellirossa (come appaiono dai loro vestiti) che si aggirano per il fiume Isar. Così è l’introduzione dell’episodio, e la stessa scena si ripeterà alla fine. Ma la sensazione rimane sempre di qualcosa slegata completamente dal resto di tutte le altre storyline.
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!