
il cervello non sa più che fare
Poi torno coi piedi per terra
e scoppiano folgore e tuono
non credo alla vita pacifica, non credo al perdono.”
(Pierangelo Bertoli – Certi momenti)
“Never My Love”, season finale di questa quinta stagione, si apre con una sequenza lunga, durissima e disturbante: quella di Claire violentata a turno, per tutta la notte, dai suoi rapitori. Non per niente, alla fine dell’episodio, viene pubblicato il numero di una linea telefonica statunitense per vittime di stupro.
Perlomeno, parlando strettamente dal punto di vista dell’economia della narrazione, la straziante avventura offre l’occasione per un importante incontro fra la protagonista e un’altra persona in grado di viaggiare nel tempo: Wendigo. Non è chiaro se gli aggressori siano morti proprio tutti, come non è chiaro se sia sopravvissuto qualcun altro della squadra con cui Otter Tooth è arrivato dal XX secolo, ma è stato introdotto un elemento intrigante, certamente da approfondire nella sesta stagione.
L’alternanza fra i momenti di violenza e le fantasie di Claire non servono molto a stemperare la bruttezza della situazione, ma presenta altri innegabili pregi. Le scene consolatorie che il cervello della malcapitata le propone sono luminosissime, ambientate negli anni ’70 del Novecento e mostrano tutti i membri della famiglia McKenzie – Fraser in abiti inconsuetamente moderni, durante un giorno di festa. Si rivede pure l’indimenticato Martaugh e sembra quasi un party di fine produzione per tutto il cast. Un plauso particolare al reparto trucco e parrucco: stavolta Catriona Balfe ha una tinta e una pettinatura che le donano moltissimo, mentre altre volte la si era vista malamente (troppo) cotonata e con ciocche grigie a casaccio.
Anche nei sogni, però, si intrufolano le paure derivanti dalla realtà, nel caso in oggetto quelli sulla sorte di Roger e Brianna. Per fortuna, si rivelano infondate, perché i due tornano a Fraser’s Ridge. Da questo punto di vista, da un lato si poteva davvero pensare ad un ritorno della coppia nel Novecento, perché la sceneggiatura ha anticipato alcuni eventi rispetto ai libri, ma non dispiace rivederli in famiglia con la carinissima giustificazione di aver pensato ad andare “a casa”.
Brianna, in particolare, in questa stagione si è meritata applausi a scena aperta per come ha saputo affrontare le situazioni più drammatiche (dall’utilizzare una testa di serpente come siringa al piantare una palla tra gli occhi al pirata).
A proposito di siringhe e di donne coraggiose, stavolta è Marsali a prendere in mano la situazione e a farla finita con Mr. Brown. Soluzione soddisfacente, almeno sul momento, ma probabilmente foriera di guai futuri, perché il fratello del defunto ha affermato di capire il gesto, ma di essere pronto a “fare quello che va fatto”, qualora se ne presentasse l’occasione. Non certo un buon viatico per i momenti in cui la popolazione della zona dovrà fare fronte comune.
Anche la sequenza finale, con il ritorno della serenità e il giovane Ian che gioca con il suo cagnolone Rollo, è turbata da un temporale in arrivo, simbolo della Rivoluzione americana ormai alle porte.
Forse proprio per accentuare il tono triste e drammatico di tutta la puntata, il brano Boat to Skye diventa sigla non iniziale, ma finale, in una versione molto scarna e quasi funerea, non certo un presagio di giorni migliori.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Journeycake 5×11 | 0.86 milioni – 0.1 rating |
Never My Love 5×12 | ND milioni – ND rating |
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).