“If you’re a killer, then I’m fucking Snow White. And I don’t see any dwarfs around.”
Durante l’undicesimo episodio della quarta stagione di Lost, mentre è alla ricerca della Cascina di Jacob insieme a John, Benjamin Linus afferma che “destiny is a fickle bitch“. In “Rulling Days” questo destino beffardo se la prende nuovamente con i Byrde: non era abbastanza averli resi partecipi di un furto ai danni del cartello messicano; non era nemmeno abbastanza che venissero inquadrati come sospetti dall’FBI dal momento che un loro amico era un collaboratore nell’operazione. Tutto ciò non era abbastanza, quindi il destino ha pensato bene di contrapporre la giovane coppia ad una persona simile a loro (un riciclatore di denaro sporco), per poi passare allo step successivo. La famiglia Snell, a capo delle operazioni di traffico che il proprietario dello strip club ripuliva, è l’ennesimo ostacolo che si para sulla strada di Marty.
Consapevole che con le due piccole attività fino a qui acquisite (la locanda e lo strip club) non sarebbero state in grado di coprire i milioni da ripulire, la scelta era ricaduta su di una branca di mercato in cui il fisco preferisce non interferire: la religione. Tuttavia l’universo trova sempre il modo di correggere la rotta, l’interessamento al giovane pastore ed alla sua chiesa nautica era dovuto anche al fatto che mettendosi in “affari” con lui si sarebbe scongiurata la possibilità di una guerra aperta con gli Snell. Ma date le premesse, sarà proprio questa guerra intestina (come tra due cartelli della droga che cercano di far proprio un mercato) la sicura protagonista dei prossimi episodi, salvo salvataggi o cambiamenti dell’ultimo momento.
“Is my money-laundering mother really playing morality police here?”
Una notevolmente ben costruita chiave di lettura del prodotto Ozark viene data allo spettatore durante un dialogo tra Wyatt e Charlotte: impegnato nello spiegazione della trama di un libro (la raccolta di racconti “The Martian Chronicles” di Ray Bradbury), il ragazzo sembra sottoporre allo spettatore una ricostruzione nel mondo alieno di ciò che sta succedendo alla famiglia dei Byrde. Per quanto il lago di Ozark rappresentasse la Terra Promessa presso la quale Marty poteva tentare di attenersi al patto stretto forzatamente, ora poco resta di quel vacuo pensiero, il desiderio di fuggire dai problemi che li affliggevano a Chicago (sia da un punto di vista sociale, sia da un punto di vista lavorativo) sembrano inesorabilmente inseguirli o rimanere loro attaccati nonostante la distanza e l’impegno profuso affinché tali problematiche venissero estirpate dalla loro vita.
Marty cercava una possibilità di ricominciare, ma si ritrova a dover lottare per la dominazione della zona con un altro trafficante spietato tanto quanto il suo datore di lavoro.
Wendy, d’altro canto, viene raggiunta dai propri fantasmi personali visto che il figlio di Gary le fa visita desideroso di portare chiarezza sulla morte del padre.
Questi problemi e questi fantasmi sembrano accompagnare la famiglia Byrde in ogni sua avventura, anche se fuori porta. Ma arriverà un punto in cui la fuga non rappresenterà più una opzione valida e credibile. Affrontare le questioni lasciate in sospeso o le rivalità createsi potrebbe essere una valida soluzione, sempre che Marty sia pronto ad affrontare le conseguenze di un tale assalto alla momentanea quiete del lago di Ozark.
“It’s about humans, right? So in this, it’s like we’re the Martians. We’re the aliens. We go to Mars, take the place over, wipe out all the Martians and like, try to make it our own. But then we realize it can never really be ours, like even the people that were born there, never known any other place, they’ll still always be aliens.
And the best part is like all these people move to Mars, try to escape their problems on Earth, and they get there and it’s like life on Mars isn’t any different. Like, they just bring all their old problems with them.”
La puntata si abbellisce di molti momenti decorativi che riguardano gran parte dei personaggi secondari e difficilmente non viene portata avanti una sottotrama potenzialmente fondamentale per il prosieguo della storia. L’unica lacuna sembra paventarsi nella porzione di trama riguardante l’agente Roy Petty e la sua operazione. L’aver stretto un rapporto carnale con Russ sembra essere parte del suo piano, ma si fatica a scorgere la linea di demarcazione tra lavoro e privato. Per quanto questo abbozzamento riesca a coincidere con la costruzione del personaggio dell’agente FBI (“I’m a sociopath”) fin qui presentata, c’è da chiedersi come il tutto potrà poi tornare utile nel momento in cui l’operazione riguardante Marty prenderà seriamente piede nella serie.
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Tonight We Improvise 1×04 | ND milioni – ND rating |
Rulling Days 1×05 | ND milioni – ND rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.