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PEN15 1×01 – First DayTEMPO DI LETTURA 4 min

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“You are my actual rainbow gel pen in a sea of blue and black writing utensils, like…I’m not doing it alone.”

Oggigiorno, con una produzione seriale in continua espansione, aumentano i prodotti che ogni anno si rendono protagonisti nel voler portare qualcosa di nuovo nel panorama della programmazione televisiva. Non si parla solo di produzioni originali, ma anche di trasposizioni che diventano ben presto qualcosa di iconico, rappresentativo e meritevole di attenzione.
Nella massa di prodotti che giustamente si guadagnano il proprio spazio nel pubblico, tuttavia, esistono anche prodotti sperimentali che puntano a far discutere prima ancora di voler raccontare la propria storia. Queste produzioni non puntano al riconoscimento di pubblico o di critica, ma al sensazionalismo della messa in onda.
Esistono poi le produzioni mediocri, quelle senza un vero scopo se non quello di rubare ulteriore tempo a persone come noi di RecenSerie, desiderosi di sperimentare ogni possibile nuovo pilot.
Ed infine esistono serie come PEN15, produzioni impossibili da categorizzare che non meriterebbero nemmeno un briciolo dello spazio che viene concesso loro. La serie creata da Maya Erskine e Anna Konkle (le due protagoniste) si presenta come comedy eppure non esiste una sola scena capace di strappare anche solo una risata allo spettatore. Rassegnati, quindi, si potrebbe facilmente concludere pensando “sarà l’ennesimo teen drama”: ebbene no, la serie parla sì di tematiche relative alla giovinezza ma lo fa con una superficialità ed una noncuranza tale da rendere tutta la puntata una orribile parodia di problematiche sociali (accettazione, bullismo e desiderio di sentirsi parte di un gruppo) fondamentali nella vita di un giovane ragazzo. E’ da annotare che la superficialità con cui le tematiche vengono chiamate in causa non è giustificata da un desiderio di volerle esporre in quel determinato modo. La prima pellicola che ricorre alla mente durante la visione è senza ombra di dubbio Napoleon Dynamite (2004) di Jared Hess che ha in comune con PEN15 la leggerezza della narrazione e dei protagonisti (Napoleon vs Anna e Maya) peculiari e a loro modo iconici e rappresentativi. Se da una parte, però, la leggerezza è sintomatica di un voler improntare la storia ad una pacata innocenza narrativa (Napoleon Dynamite), dall’altra abbiamo una leggerezza assimilabile ad una vera e propria idiozia di fondo. PEN15 non ha alcun desiderio di carattere sociale e non porta quindi avanti nessun argomento in tono serio, volendolo affrontare ed esporre al pubblico. Un fattore che non creerebbe nessun tipo di problema in quanto l’impegno sociale non deve essere obbligatorio, bensì spontaneo ed assimilato dal resto della storia.

“I’m not gonna do without you, ‘cause we do everything together.”

Il problema sorge quando, tolta la caratura sociale, la narrazione non esiste in nessun altro campo: detto della mancanza di veri e propri elementi narrativi capaci di far nascere qualche sincera risata nel pubblico, c’è da appuntare che la venatura drama è totalmente assente, per quanto riguarda il pilot chiaramente.
Del resto della puntata resta ben poco: dialoghi talmente parodizzanti dei giovani da risultare sciocchi in ogni frangente. L’unico effettivo momento di valido intrattenimento della puntata si ha quando, sul finale di episodio, la morale della puntata viene esposta direttamente dalle protagoniste che riescono a regalare alcuni minuti di riflessione. Quando la serie, quindi, cede a quel desiderio parodistico dei quindicenni andando invece ad abbracciare una narrazione più adulta, tutto riprende ad avere maggiore significato e a destare maggiore interesse. Peccato che ormai siano già passati oltre venticinque minuti dei ventisette totali e che quindi la puntata sia ormai terminata.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Se proprio si vuole andare a ricercare qualche elemento di valore si potrebbe far menzione del contesto storico/sociale della trama che rende tutto più interessante e vero, basti per esempio far menzione alla scena della telefonata tra Anna e Maya e dell’interruzione causata da Internet
  • Personaggi principali e secondari
  • Desiderio di parodizzare le problematiche sociali dei teenager che rende ogni singolo dialogo privato del benché minimo senso
  • Nulla di nuovo dal punto di vista dell’ambientazione teen
  • Un Napoleon Dynamite fatto veramente male
  • Necessitavamo davvero di questa serie tv? Non potevamo essere risparmiati?

 

Un teendrama della peggior specie. Statene alla larga, ma se proprio volete farvi male, in trenta minuti vi farete una vostra idea del nuovo prodotto di casa Hulu.

 

First Day 1×01 ND milioni – ND rating

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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