Person Of Interest 2×05 – Bury The LedeTEMPO DI LETTURA 3 min

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Ogni puntata di Person Of Interest è sorprendente ma questa, questa è da standing ovation! Sono sempre abbastanza critico e il più obbiettivo possibile nel recensire e soprattutto nel dare il voto finale e non mi era ancora capitato di dare 5 Emmy su 5. Direi che c’è sempre una prima volta e l’onore spetta a questo episodio, ho ancora i brividi sulla schiena.
Quando si dà un voto al termine della recensione si tengono conto di diversi fattori come: evoluzione della trama orizzontale, divertimento, presenza o meno di strafalcioni, suspance, quanto ti rimane impresso l’episodio nei giorni seguenti. Inutile che vi dica che “Bury The Lede” raggiunge i massimi voti in ogni categoria toccando picchi che difficilmente ho visto toccare.
Avevamo trascurato l’HR da un po’ di tempo a questa parte, merito della varietà di scelte di nemici del dinamico duo e giusto una puntata dopo il ritorno di Elias ecco rispuntare fuori più forte di prima questa costola mafiosa della polizia di NY.
L’episodio in puro stile Person Of Interest ci rivela la vera identità del capo dell’HR che non è il candidato a sindaco di New York, bensi il gestore della campagna politica dell’altro candidato. Troppi giri di parole? Basta sapere che entrambi i candidati sono sulla sua lista paga e quini non cambia molto chi avrebbe vinto le elezioni. Il suo nome è Quinn e ci viene presentato come un uomo vissuto che si limita a gestire le campagne politiche, come dice a Maxine Angelus “i politici vanno e vengono ma tu ed io restiamo sempre”, il che la dice lunga sulla durata della sua carica nell’HR. E’ interessante notare che la sua seconda identità ci viene rivelata in maniera paritetica a quella di Elias, ovvero per tutto l’episodio ci viene presentato un personaggio a cui non attribuiresti mai l’identità di Elias o di capo dell’HR, eppure, a fine episodio, questo si rivela essere proprio la persona che meno ti aspettavi che fosse ed il tutto avviene sorprendentemente realizzato con la massima cura nei dettagli. Avete presente i giochi di prestigio? I maghi attirano su di sè l’attenzione dello spettatore con una mano e mentre tutti sono concentrati su di essa, con l’altra effettua il vero trucco che però agli occhi degli spettatori increduli risulta magicamente inspiegabile.
Bene, qui avviene la stessa cosa ed il mago si chiama Jonathan Nolan. L’episodio è concentrato sulla ricerca di un diario di un ex boss mafioso che lavorava per l’HR, il dinamico duo è concentrato invece sulla protezione di  Maxine Angelus che nel frattempo viene manipolata dal boss dell’HR In tutto questo Simmons, uno dei più alti esponenti della cricca di poliziotti corrotti, minaccia Fusco che appena prende in mano il diario, da bravo ex(?) poliziotto corrotto strappa via le pagine che possono incriminare lui e Simmons. Non una gran sorpresa ma sicuramente un intoppo che Reese e Fusco non avevano previsto e che tuttora non sanno. Solo in futuro ne potremo apprezzare i danni collaterali…
Interessante è il modus operandi di Reese in questa puntata, un finto industriale dotto e acculturato che guida auto che solo Bruce Wayne potrebbe permettersi, accostamento sicuramente non fatto a caso visto che dietro l’ultima trilogia di Batman ci stanno i fratelli Nolan. La difficoltà che ha nel proteggere Maxine senza poter rivelare chi è perchè la sua fama l’ha preceduto è un pericolo costante che mette in perenne discussione ogni sua azione e non bastano un paio di occhiali alla Clark Kent per proteggere la sua identità.
Insomma c’è tutto dall’azione agli intrighi, c’è pure il tempo per mettere sotto i riflettori Bear/Tito ed il lusso di mantenere altissima la tensione è un fattore da non scordare. Puntata ineccepibile che andrebbe studiata nei corsi di cinematografia vista la fattura.

PRO:

  • TUTTO
CONTRO:
  • NIENTE

 

Nient’altro da aggiungere, 5 Emmy conquistati di diritto. Fieri ed orgogliosi di averli potuto darli a Reese e Finch.

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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