Quicksand 1×01 – MajaTEMPO DI LETTURA 5 min

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Non si perde troppo in dettagli o chiacchiere la prima produzione Originale svedese di Netflix. Con uno stile crudo e diretto che ricorda, sotto molti aspetti, il primo Gus Van Sant (soprattutto per l’uso della camera a mano). In particolare per quanto riguarda il tema della violenza adolescenziale e della descrizione dei personaggi con un ritmo sempre a metà tra l’onirico e il documentaristico, per cui il rimando è inevitabilmente a capolavori come Paranoid Park e, soprattutto, Elephant.
Ma, a differenza del regista statunitense, Quicksand non rinuncia a una narrazione più “pop” e “mainstream”, anche per non cadere in un eccessivo sperimentalismo che rischierebbe poi di portare lo spettatore alla noia per colpa della sua presunzione.
Si tratta, in definitiva, di un thriller/noir dai toni onirici e malinconici, il cui ritmo è molto altalenante e lento in alcuni punti, ma comunque godibile.
La serie è tratta dall’omonimo romanzo della scrittrice Malin Persson Giolito, autrice appartenente al fortunato filone del “nordic noir” (lo stesso della serie Millennium di Stieg Larsson per intenderci).
In una giornata apparentemente normale avviene una sparatoria all’interno del liceo di Djursholm, uno dei quartieri più “in” di Stoccolma (una sorta di “Parioli” svedese, tanto per citare un’altra produzione Netflix in questo caso molto discutibile).
Detta così potrebbe sembrare una trama già vista e rivista in mille altri teen drama adolescenziali che paiono andare molto per la maggiore oggigiorno (qualsiasi riferimento a 13 Reasons Why è voluto e pensato apposta), in realtà la trama è un po’ più stratificata di così e si basa più sulla suspense e la ricostruzione “a posteriori” dell’evento, con uno stile narrativo e registico davvero originale che la fa risaltare rispetto ad altre dello stesso genere.
Tutto questo primo episodio ha il solo scopo di introdurre i personaggi di Maja Norberg (Hanna Ardéhn) e Sebastian Fagerman (Felix Sandman), i due “presunti” colpevoli della vicenda. Alla fine dell’episodio, infatti, l’opinione su di loro è alquanto vaga: nulla dice con esattezza che siano stati loro a compiere il folle gesto, ma nulla sembra anche negare il contrario.
Il punto di vista è soprattutto quello di Maja, la cui attrice riesce, con incredibile mimica e gestualità, a conferire un’aura malinconica e (allo stesso tempo) gioiosa, di un’euforia ingenua e tipicamente adolescenziale. Forse anche un po’ troppo ingenua se, fin da subito, viene trascinata (si potrebbe anche dire “abbindolata”) dall’amico e futuro fidanzato Sebastian, il quale dopo la descrizione iniziale, che lo fa apparire come un “bravo ragazzo della porta accanto”, mostra fin da subito alcuni “lati oscuri”. Uno su tutti il rapporto di odio/affetto nei confronti del padre e il mistero della scomparsa della madre, che ricorre nei suoi discorsi.
Ma è soprattutto il rapporto, fin da subito morboso, che si crea nei confronti di Maja a far dubitare delle sue azioni, considerando che i suoi tentativi di approccio da parte sua sono al limite dello stalking (e stranamente nessuno dei genitori, dell’una o dell’altra parte, pare preoccuparsi più di tanto di questo!).
E qui si vede fin da subito il principale difetto della serie, che è quello di presentare dei personaggi che, per loro natura, sono”estremi”. Entrambi, infatti, appartengono a un’élite agiata che pare non farsi problemi nel mostrare la propria agiatezza economica. La protagonista femminile, in teoria apparterrebbe a una classe più “media”ma la cosa in realtà non crea nessun problema o conflitto “a la Romeo e Giulietta”, anzi. Neppure si capisce bene (ma è probabile che ci saranno rivelazioni nelle prossime puntate) il rapporto spesso conflittuale che la protagonista dimostra nei confronti della sua famiglia.
La parentesi narrativa dell’amore tra questi due ragazzi scorre inesorabile per buona parte di questo pilot senza che vi sia alcun problema di fondo. E paradossalmente proprio questo è la parte più inquietante del racconto, soprattutto considerando il cliffhanger finale che pare dare ragione alle accuse nei confronti della ragazza.
Va detto però che tale “lentezza narrativa” è ben mascherata sotto la patina thrilleristica della vicenda, ed è saggiamente inframmezzata dalle indagini della polizia e dalla narrazione “a ritroso” degli eventi, per cui alla fine il pilot riesce effettivamente a rilasciare una certa curiosità attorno alle vicende.
In particolare l’uso dei primi piani e della camera a mano riescono a rendere al meglio il clima di suspense e di confusione di cui è intrisa la storia. A questo si unisce una soundtrack molto nostalgica e vaporwave che si abbina perfettamente con quanto mostrato.
Uno stile visionario e sperimentale che, come già detto, s’inserisce però in una trama che è fortemente “pop” e che, proprio per questo motivo, non rischia di far perdere l’attenzione.
Quicksand perciò si rivela essere una bella sorpresa, almeno per quanto riguarda questo primo episodio, e una delle poche serie teen drama che cercano veramente di innovare un genere che è stra-abusato.
In attesa di capire se Maja e Sebastian sono gli effettivi autori della strage a scuola e quali segreti nascondono le rispettive famiglie, non si può certo dire che questo pilot non abbia colpito nel segno!

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Maya
  • Sebastian (e il suo stalkeraggio inquietante)
  • Ritmo lento e descrizione dei personaggi…
  • Narrazione a ritroso
  • Regia
  • Soundtrack
 

  • …forse un po’ troppo lento in alcuni punti!
  • Protagonisti un po’ troppo “inverosimili”

 

Pilot che presenta alcuni difetti strutturali di fondo, i quali però passano quasi subito in secondo piano rispetto all’estetica mostrata e allo stile narrativo. Tali elementi, di fatto, salvano la puntata e fanno sì che Quicksand, al contrario, si riveli una bella sorpresa. Soprattutto per lo spettatore che ne ha piene le tasche dei soliti teen drama!

 

Maja 1×01 ND milioni – ND rating

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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