La stand-up comedy è una tipologia di spettacolo che, in tempi recenti, ha visto un vero e proprio boom d’interesse. Questo per merito soprattutto delle piattaforme digitali, e nello specifico Netflix, che hanno reso fruibili molti show di questo tipo anche per il pubblico più mainstream.
Ed è proprio la stessa Netflix che, in questi giorni, ha fatto uscire una serie tv francese davvero interessante che riguarda, per l’appunto, proprio questo mondo.
Drôle è una serie comedy (come potrebbe essere altrimenti?) in cui fra un monologo comico e l’altro si parla di precariato giovanile e del potere dei social network. Ed è allo stesso tempo un ritratto preciso e puntuale della scena del teatro-cabaret contemporaneo. Insomma, un perfetto esempio di “si ride ma si riflette pure”.
FACCIAMO CABARET!
Lo show si caratterizza per la sua struttura corale. All’interno di esso vengono raccontate le vicende di alcuni stand-up comedian che si esibiscono nel locale omonimo che dà il titolo alla serie.
Il primo personaggio che viene presentato è quello di Nezir (Younès Boucif), giovane fattorino precario che sogna il successo come comico. Già dalle prime inquadrature se ne intuisce lo spirito ingenuo e scanzonato, che però nasconde parecchie fragilità. Alcune di queste vengono rivelate direttamente nei suoi monologhi comici che, tramite l’umorismo, lo aiutano ad esorcizzare la paura per il futuro, la mancanza costante di denaro e la convivenza con l’anziano padre malato.
Poi c’è Aïssatou (Mariama Gueye), giovane casalinga frustrata che cerca nel palcoscenico (e nell’affetto del pubblico) quell’attenzione che il marito Vladi (Olivier Kissita) non è in grado di darle. È senza dubbio la più talentuosa del gruppo di aspiranti comici, ma costantemente tenuta in disparte, rivelando un discreto maschilismo che permea l’ambiente del locale (e probabilmente dello show-business in generale). Il cliffhanger finale però rivela una svolta inaspettata quando decide di caricare su YouTube un suo pezzo comico che subito ottiene numerose visualizzazioni.
L’ultimo personaggio su cui si concentra questo episodio pilota è quello di Bling (Jean Siuen). Ex-comico di successo e proprietario del locale, dovrebbe essere il “mentore” dei giovani aspiranti comici. In realtà da tempo è alle prese con un blocco creativo (e con la dipendenza da cocaina) che gli impedisce di creare battute nuove, perciò spesso sfoga il proprio rancore sui giovani allievi. Dopo una serata andata decisamente male, intuendo il potenziale comico del giovane Nezir, decide di assumerlo come suo “ghostwriter” dando così il via al principale plot twist di questo primo episodio ed al cliffhanger che accompagnerà lo spettatore all’episodio successivo.
MONOLOGHI E RIFLESSIONI
Nonostante dunque la durata breve dello show (6 episodi da poco più di 30 minuti ciascuno) c’è già molta carne al fuoco in questo episodio pilota di Drôle.
La creatrice e showrunner Fanny Herrero (già autrice di quel piccolo gioiellino di serialità che è Chiami Il Mio Agente!, reperibile sempre su Netflix) riesce a delineare molto bene caratteri e personalità dei vari character che si alternano dentro il locale. E lo fa grazie all’uso dei monologhi comici che fa da specchio alle problematiche dei vari personaggi, esattamente come avviene per un normale spettacolo di stand-up comedy.
Certamente non un’impresa facile in quanto la scrittura degli episodi comporta in questo modo, oltre ad un ritmo molto frenetico delle scene, la stesura di veri e propri pezzi comici da inserire all’interno delle varie puntate.
E la cosa davvero incredibile è che, almeno in questo primo episodio, questi riescono effettivamente nell’intento di strappare una risata allo spettatore risultando così funzionali anche come sketch a sé stanti, ma allo stesso tempo arricchiti dal background che li accompagna e che ne rafforza soprattutto l’intensità emotiva.
Molti infatti, come già detto, sono i temi proposti dallo show. Sia quelli più prettamente sociali (precariato giovanile, questione femminista…) che quelli umani in senso lato (la voglia di riscatto e il riprendere in mano la propria vita).
COMICITÁ E POLITICALLY (S)CORRECT
In tutto questo è interessante soprattutto vedere cosa si cela dietro il mondo dello spettacolo dal vivo ed in particolare di questa forma d’arte.
Similmente ad un’altra miniserie francese ambientata in un locale jazz, lo show vive soprattutto del fascino che questo particolare ambiente esercita nello spettatore. Un mondo che viene sviscerato soprattutto nei suoi lati più ambigui come il rapporto spesso conflittuale con il pubblico, nonché una riflessione non da poco sul potere dei social, sia per esaltare che per distruggere emotivamente una persona. Quando ci si mette a nudo davanti ad altre persone purtroppo ci sono delle conseguenze e, in questo caso, il palcoscenico si rivela un mezzo adatto per esprimersi ma anche molto spietato.
Da un certo punto di vista alcune dinamiche potrebbero sembrare abbastanza prevedibili (l’alleanza fra Nezir e Bling e la decisione del primo di rinunciare ad un lavoro più remunerativo), ma sono difetti che passano in secondo piano rispetto alla freschezza ed originalità dello show.
“Faut Faire Rire La France, Mon Frère!” si rivela così un buon episodio pilota e fa venire voglia di procedere nella visione di altri monologhi comici. Oltre che ovviamente anche di vedere le conseguenze dei vari plot twist visti qui.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Drôle, nuova serie tv francese targata Netlfix, mostra il “dietro le quinte” del mondo della stand-up comedy. Aspirazioni personali, temi sociali e dinamiche relazionali si alternano a veri e propri monologhi comici che ricalcano esattamente quelli di uno spettacolo dal vivo. Insomma, come si dice in questi casi, “si ride ma si riflette pure”.
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!