Comunicazione di servizio
Fear The Walking Dead è una serie nelle cui recensioni scatta da sempre l’inevitabile paragone con la sua serie madre. Questo particolare (e la serie di commenti probabilmente ripetitivi che caratterizzano il resto delle recensioni) ha spinto la redazione di RecenSerie ad un nuovo sistema di stesura. Lo sparuto team di superstiti che ancora persevera nel recensire suddetta serie svolgerà un lavoro cooperativo. I lettori avranno modo di seguire un’interazione spesso negata dalla scrittura distaccata delle restanti recensioni. I tre recensori (Federico, Fabrizio, e Valerio) interagiranno tra loro, instaurando una dialettica che, con la forma del dialogo (anzi, del trialogo), punterà a commentare questa settima stagione di Fear The Walking Dead. Ogni settimana uno dei tre recensori assumerà il ruolo di “intervistatore” stuzzicando gli altri due con tematiche e punti di interesse individuati durante la visione. Oggi però proveremo a sostituire uno degli intervistati. Il nuovo malcapitato sarà qualcuno che non ha mai visto Fear per l’occasione, ma solo l’episodio in esame. Chiamatelo esperimento sociale.
DANIEL: TRA NONNA E “SIGNORA DELLA FEDE”
Aldo: Prima di tutto colgo l’occasione per ringraziarvi dell’invito a questo splendido format di recensioni. Molto italiano, ma anche molto apprezzato. Detto ciò arriviamo subito al punto: le domande.
Quanto era prevedibile un tragico epilogo nel preciso istante in cui Alicia accetta di entrare nella torre per incontrare (da sola) Strand? Altra domanda: Daniel come pensava di passare inosservato essendo vestito come sua nonna (oppure, per i più studiati, come la carta “Signora della Fede” di Yu-Gi-Oh?
Fabrizio: Qualcosa doveva pur succedere, e il testa a testa con annessa tragedia tra Strand ed Alicia non mi ha sorpreso più di tanto, la cosa che ancora non comprendo è come Strand si sia potuto fidare di Wes, che è arrivato alla torre tradendo i suoi precedenti alleati, e invece lanciare il suo amicone (che già mi sono scordato come si chiama) giù dal terrazzo anche dopo che ha saputo che era stato incastrato. Credo onestamente che questa sia la falla più grande in un telefilm basato interamente sulle falle. E per quanto riguarda Daniel, dico solo: “ma questo è un vecchio!”.
Valerio: In fin dei conti parliamo della classica resa dei conti da protagonista e antagonista, però con l’aggiunta di varianti, cambi di idea, cambi di fronte e inconvenienti tra il non-sense, l’assurdo e il demenziale. Il tutto con Daniel come variante impazzita.
Aldo: Ho avuto la fortuna di essermi unito da poco a questa schifezza… ma esattamente il senso di prendere possesso delle torri quale sarebbe? Anche perché a fine puntata Alicia lancia il messaggio di “adunata” ad eventuali superstiti, ma la zona in quel preciso istante è sotto assedio e totalmente impraticabile. Bella scena di merda.
Fabrizio: Sotto assedio e tra l’altro ad un passo dal finire completamente in cenere. Il senso sta probabilmente nell’altezza e quindi nella possibilità di resistere a qualsiasi assedio (naturalmente a parte se i nemici li fai entrare tu, abitudine che pare essere particolarmente diffusa), ma nessuno sembra aver capito che le radiazioni non fanno bene, soprattutto se nel posto radioattivo ci vivi stabilmente e senza indossare alcuna protezione del caso. Quindi, per rispondere alla tua domanda, non ha alcun senso.
Valerio: In realtà la torre è un po’ una specie di giocattolo che vogliono tutti, anche senza una particolare ragione. Tant’è che non è una grande idea avere contro tutta la gente che ci lavora dentro, oppure ucciderla senza colpire la testa. Quindi, ricapitolando, la torre che i nostri eroi andranno a prendere sarà mezza incendiata, con un palo ad alta tensione distrutto sopra, con gente morta che si potrebbe rialzare e soprattutto con tutti gli altri vivi non proprio contentissimi del cambio di rotta di Strand.
LA TORRE NERA ED ALTRE FANTASTICHE AVVENTURE CHE NON TROVERETE QUI
Aldo: Altra domanda riguardo il senso della trama (anche se deduco che si potrebbe fare a meno): ma perché nessuno dei personaggi sta riflettendo sul fatto che, essendo la zona ormai tossica, sarebbe meglio levarsi di culo? In tre episodi avrò contato come minimo 5-6 personaggi colpiti dalle radiazioni, ma nessuno sembra comunque prendere in considerazione questa cosa. Cosa ha di magico questa torre?
Fabrizio: Stessa ragione per cui Strand continua a fidarsi solo delle persone che fanno comodo agli autori per creare i loro siparietti, o perché Morgan parte in barca e lascia tutti a combattere la sua guerra, o perché la gente non si cosparge di budella prima di lanciarsi in mezzo ad un gruppo di zombie perché non c’è tempo da perdere e poi registra 5 minuti di ninna nanna per non far piangere il bambino che nasconde sotto la panciera. Perché sto telefilm fa cagare e nemmeno gli autori ci tengono a fare un buon lavoro.
Valerio: Domanda arguta, soprattutto considerando che a quanto pare c’è gente che è stata fuori dalla zona radioattiva neanche troppo lontano da lì. Ma, come ho avuto modo di dire altre volte, Strand sta talmente sulle scatole a tutti che verrebbe preso di mira anche se fosse una capanna di paglia nel cratere di un vulcano.
Aldo: Volevo condividere con voi il fatto che più il personaggio si veste in modo ridicolo, più risulta importanti ai fini della puntata. Dopo John vestito a metà tra un soldato ed uno scolapasta con la capigliatura di Christopher Lloyd in Ritorno al Futuro, ora tocca a Daniel che, come diceva giustamente Fabrizio, sembrava vestito come sua nonna. E’ un leitmotiv questa cosa del “vestito ridicolo=ruolo importante” oppure è uno schema narrativo nuovo anche per Fear?
Fabrizio: Non ricordo ora altri outfit particolarmente memorabili, però nella storia dell’universo narrativo di TWD abbiamo gente che si copre la faccia con maschere fatte di pelle di zombie, quindi in effetti potrebbe esserci una reale connessione tra il cattivo gusto nel vestire e l’importanza del character ai fini della trama.
Valerio: Non ho memoria di altri outfit risibili, ma probabilmente perché ho poca memoria di Fear in generale.
TOTO FEAR THE WALKING DEAD, FATE IL VOSTRO GIOCO
Aldo: Esattamente come la serie madre, anche in Fear mi sembra che spesso si perda il senso della narrazione e ci si vada ad incastrare in dialoghi e confronti inutilissimi (qui tra Alicia, Daniel e Strand) piuttosto che usare l’unica cosa funzionante di questa tipologia di show: gli zombie. Per la precisione qui il primo compare a 39:40. Anche in questo caso, chiedo per correttezza immaginando già la risposta, qualcosa di nuovo oppure è la normalità? Qualcosa di particolare da segnalare?
Fabrizio: In diverse recensioni di Fear, recenti tra l’altro, avevo parlato di questo problema, dicendo che ormai lo zombie è solo il contorno in una serie che preferisce prediligere dialoghi assurdi, risvolti di trama irrilevanti e sontuosi reset narrativi ogni 7-8 episodi massimo per portare a casa la stagione in corso. Zombie che, tra l’altro, hanno perso ogni tipo di credibilità e uccidono qualcuno solo se quest’ultimo si trova bloccato in qualche tunnel, sotto qualche frana o letteralmente sepolto da orde di morti viventi. In altre parole, qui l’unico “morto che cammina” è lo show stesso.
Valerio: Vabbè, come abbiamo avuto modo di vedere anche in The Walking Dead ogni tanto ci si dimentica che ci sono dei walking dead. Il problema qui è che, come ampiamente pronosticato, si sia deciso di far fuori personaggi diversamente utili (vedi Charlie) con brutte malattie, quando hai zombie e psicopatici a chili, utili per far fuori gente.
Aldo: Finalmente siamo arrivati alla domanda che ho partorito già durante la visione quando si è presentata una sequenza che ho mentalmente rinominato il “momento Mani In Alto“. Il riferimento è chiaramente con il celebre trailer di Maccio Capatonda. Ad un certo punto, mentre Daniel (allucinato ed in cerca di una persona evidentemente morta), Alicia e Strand stanno cercando di farsi strada verso il tetto della torre, compaiono magicamente una serie di fogli in cui sono appuntati i nomi di tutte le persone presenti nella torre. Tra cui non compare Ofelia, la persona cercata da Daniel, morta, a cui Strand mente per tenerselo buono dicendogli che è nei piani alti. Alla domanda di Daniel “cosa è questa lista?” la risposta di Strand è “i nomi di quelli che sono nella torre“. Come dissero a Mai Dire: “ma è un cretino!”.
Questa lunghissima premessa solamente per introdurre una veloce domanda: stupitemi e trovatemi un altro parallelismo (anche negli episodi passati) tra i prodotti di Maccio (film, serie tv e trailer) e Fear The Walking Dead. So che potete riuscirci.
Fabrizio: Adesso dovrei mettermi lì, riguardare la puntata, ripensare a tutte le possibili citazioni e darti quindi una risposta brillante. Ma non lo farò.
Posso però dirti che per quanto mi riguarda, ad ogni singola battuta di questa puntata il mio cervello risponde con un chiaro e fermo…. Ma che cazzo dici Amanda? Ovviamente avrei potuto optare per un ben più classico “ma questo è un coglione“, o per un più ricercato “voglio il mio orzo“, entrambi rivolti a quel vecchio demente (ma apparentemente immortale) di Daniel, ma tanto alla fine li ho citati tutti comunque quindi a me che cazzo me ne frega a me.
Valerio: Eh. Il problema è la mancanza di qualsivoglia ricordo di dettagli passati. Però a pensarci bene c’è tutta una parte che tu ti sei perso in cui c’è una vera e propria ossessione per la birra. A me quella ha ricordato tantissimo “Fernet 9/11”, con una pubblicità occulta completamente senza senso.
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Per me probabilmente finisce qui l’avventura con Fear The Walking Dead. E’ stato un piacere. Ed ora…è coffee break signori!
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.