Ambientato nello stesso universo di Bird Box (2018) ma sponda europea, Sebastian dovrà sopravvivere tra le strade di Barcellona e lottare per sopravvivere con sua figlia sempre tenendo gli occhi chiusi per non essere vittima di questi strani esseri che generano istinti suicidi in chi li guarda. |
Netflix ha da sempre avuto un modello diverso rispetto agli altri colossi streaming, con produzioni internazionali e non solamente americane o inglesi, serie tv e film nati, girati e recitati nella lingua del posto ma tenendo sempre un occhio aperto al mercato internazionale visto che il catalogo è disponibile praticamente ovunque. Ci sono quindi prodotti seriali noti a tutti come Squid Game, Dark o The Playlist che hanno decisamente oltrepassato il loro confine e le barriere linguistiche naturali, ma anche film come il vincitore dell’Oscar come Miglior Film Internazionale Niente Di Nuovo Sul Fronte Occidentale (qui anche in formato podcast) che sono stati apprezzati dal pubblico internazionale.
In un momento storico in cui il doppio sciopero degli sceneggiatori e degli attori americani sta avendo i primi effetti tra film spostati e premi rimandati a data da destinarsi, la decentralizzazione delle produzioni sembra essere una strategia vincente pronta a ripagare gli investimenti di Netflix.
Sfortunatamente però Bird Box: Barcelona non fa parte di questa categoria visto che, qualitativamente, è un qualcosa di altamente evitabile pur avendo una buona idea alla base. La sceneggiatura dei fratelli Pastor però fa acqua da tutte le parti, la loro regia un po’ meno.
What are you doing in Barcelona?
GLI HERMANOS PASTOR
In principio ci furono i fratelli Coen, poi sono arrivatie le sorelle Wachowskis, i Russo e i Duffer Brothers sono assurti agli onori della cronaca per un altro genere di prodotti e ora, direttamente dalla Spagna, arrivano gli Hermanos Pastor, al secolo Álex e David Pastor. Il duo è in circolazione già da diversi anni, da quell’ignavo Self/Less con Ryan Reynolds protagonista, ma solo di recente si sono focalizzati su sceneggiature e regie per lo più post-apocalittiche, come i non memorabili Los Últimos Días (sempre ambientato a Barcellona) e Carriers – Contagio Letale con Chris Pine.
Lo spin-off di Bird Box ambientato a Barcellona è una loro idea, i due hanno infatti approcciato Netflix ed il team di produttori della pellicola originale quando hanno saputo che questi ultimi erano alla ricerca di nuove idee per espandere il franchise. Niente di male fino a qui visto che assistere a qualcosa che non accade negli Stati Uniti d’America è sempre una boccata d’aria fresca, e l’ambientazione catalana non fa rimpiangere in alcun modo le cittadine statunitensi. Il problema è alla base della pellicola stessa e risiede nella storia in sé che non ha molto senso ed è fondamentalmente un classico copia-incolla di quei tanti prodotti che hanno come unico scopo lo spostare dei personaggi dal punto A al punto B promettendo un rifugio sicuro per chiunque sopravviva.
Bird Box: Barcelona è esattamente tutto questo, con l’aggiunta di molte allucinazioni ed un protagonista che in realtà non è così “buono”.
LET’S MAKE IT INTERNAZIONALE
Come si potrà constatare anche dal trailer, il film non è recitato solo in spagnolo ma ha anche degli spezzoni in inglese e tedesco volti a stuzzicare il palato dei rispettivi paesi (sorprendente l’assenza di almeno un attore italiano visto quanti italiani ci sono a Barcellona). La scelta, spiegata in maniera anche abbastanza razionale nel film, non guasta e supporta l’ambizione già citata di Netflix di creare prodotti europei che possano funzionare sui mercati internazionali.
La costruzione a tavolino può essere serenamente accettata dal pubblico che non fatica a digerire la serie di coincidenze messe in piedi dai fratelli Pastor e all’inizio ciò che funziona di più è proprio il fatto che il protagonista non viva i valori morali comuni, però più passano i minuti e più il film si riassesta su dei binari canonici che non sorprendono e, anzi, enfatizzano dei clamorosi buchi nella trama (specialmente nelle scene all’interno di un palazzo in cui la gente muore e nessuno si fa troppe domande).
Dal punto di vista recitativo Mario Casas, nei panni di Sebastián, ha un buon carisma e riesce a sorreggere da solo diverse scene, così come le scene d’azione sono sorprendentemente decenti, però tutto ciò che ricade al di fuori di questi due elementi non è sufficiente e non può essere considerato come accettabile dal pubblico. Se i fratelli Pastor avessero continuato ad osare come nei primi 30 minuti, allora la pellicola avrebbe avuto tutto un altro risultato.
Don’t open your eyes…
Probabilmente con mezzora in meno sul groppone e qualche tentativo in meno di redenzione forse si sarebbe potuta raggiungere una sufficienza scarsa. Invece il risultato è uno spin-off mal riuscito che ricade nei soliti binari del già visto e prova a salvare tutto negli ultimi secondi con qualche esperimento scientifico insensato. Peccato.
TITOLO ORIGINALE: Bird Box: Barcelona REGIA: Álex Pastor, David Pastor SCENEGGIATURA: Álex Pastor, David Pastor INTERPRETI: Mario Casas, Naila Schuberth, Georgina Campbell, Diego Calva DISTRIBUZIONE: Netflix DURATA: 112′ ORIGINE: Spagna, 2022 DATA DI USCITA: 14/07/2023 |