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Niente Di Nuovo Sul Fronte Occidentale

Il film candidato agli Oscar 2023 per la Germania, nonchè terzo adattamento del romanzo di Erich Maria Remarque, approfondisce in modo delicato la tematica della guerra ed incarna alla perfezione gli stilemi narrativi del romanzo

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Le terrificanti esperienze e l’angoscia di un giovane soldato tedesco sul fronte occidentale durante la prima guerra mondiale.

Si tratta del terzo adattamento per il romanzo di Erich Maria Remarque dopo quelli americani del 1930 e del 1979. Una produzione tedesca, questa volta, distribuita da Netflix e selezionato per rappresentare la Germania agli Oscar come Miglior Film Internazionale. Si tratta di una pellicola che incarna alla perfezione gli stilemi narrativi del romanzo: il trauma del conflitto; la critica ad una generazione che ha spinto i giovani sui campi di battaglia; la disumanità e l’umanità latente di tutti i soldati; la semplicità nel pensare al futuro.
Niente Di Nuovo Sul Fronte Occidentale incarna alla perfezione il messaggio anti-guerra e lo fa con una semplicità disarmante, una regia impeccabile ed un’ottima gestione dei vari personaggi presentati all’interno della pellicola.
Difficile trovare punti deboli per un film che colpisce per il realismo espositivo: piccole sequenze aiutano a dare una profondità non semplicemente umana dei personaggi, ma anche militare con “trucchi del mestiere” e piccoli accorgimenti che aiuteranno Paul e i suoi compagni a sopravvivere più a lungo.
La conquista della Francia doveva essere una guerra lampo (blitzkrieg) di poche settimane, tradottasi poi in una logorante guerra di trincea dove le conquiste spesso e volentieri spostavano il fronte di poche centinaia di metri. Una staticità restituita con altrettanta fedeltà dal film di Edward Berger.

Siete sulla soglia dell’esistenza. Ricordate questo momento! È un momento importante.
Negli anni a venire, sarete giudicati per ciò che avete osato diventare oggi. La Gioventù di Ferro della Germania. Amici miei, siete fortunati a vivere in tempi memorabili. Le vostre azioni saranno l’acqua che nutrirà una radice forte e nobile. […]
Sono certo che la maggior parte di voi farà presto ritorno a casa. La vostra spada tornerà nel fodero con onore. Con una Croce di Ferro appuntata al vostro fiero petto.
Però, non fraintendetemi. Nelle ore più buie, mentre aspettate un attacco, potreste iniziare a nutrire dei dubbi. Non cedete alla debolezza di spirito! Ogni indecisione, ogni esitazione è un tradimento della patria! La guerra moderna è una partita a scacchi. Non si tratta mai del singolo, ma di tutti. Dimostrerete di essere degni delle vostre uniformi e sfonderete il fronte nemico nelle Fiandre.
E poi, tra qualche settimana, marcerete su Parigi!
Il nostro futuro, il futuro della Germania, è nelle mani della sua generazione più grandiosa. E siete voi, amici miei! Quindi, in battaglia! Per il Kaiser, per Dio e per la patria!

Il film prende in esame gli ultimi scorci della Prima Guerra Mondiale (dalla primavera del 1917 all’11 Novembre 1918, giorno della fine) raccontando le vicende di un gruppo di giovanissimi tedeschi che decidono di arruolarsi, esaltati dalla propaganda dell’epoca e dagli appelli/monologhi sensazionalistici in cui la figura del soldato veniva esaltata oltre ogni misura. Un’esaltazione che non coincideva minimamente con la realtà, cosa che il gruppo realizzerà sulla propria pelle troppo tardi per poter cambiare idea.
La visione della guerra è a tratti romantica, quasi si trattasse di una esperienza non tanto formativa, quanto di uno strumento in grado di trasmettere insegnamenti ed esperienza in ogni ambito.
Una visione che dura giusto il tempo di arrivare nella zona adiacente il fronte visto che al primo attacco ciò che appare di fronte agli occhi di Paul (Felix Kammerer) è una desolazione infinità costellata da sangue, morte, tristezza e rassegnazione relativamente ciò che sta avvenendo.
Gli occhi disincantati dei ragazzi diventano, con il passare del tempo, sempre più abituati a ciò che sta attorno a loro e lo stupore iniziale per un colpo di mortaio o una granata viene soppiantata dalla totale indifferenza rispetto all’ambiente circostante. Emblematiche alcune sequenze, tra cui per esempio quella in cui Paul ed un suo commilitone passeggiano, sorridendo, a passo spedito verso il bosco per poter leggere la lettera arrivata poco prima per posta mentre sopra di loro imperversa la battaglia tra due aerei a colpi di mitragliatrici. La normalità della guerra ormai permea l’esistenza dei giovani ragazzi e ne rappresenta l’habitat naturale, ormai accettato come quotidianità.

Loro sono in pace. Noi siamo vivi. Tutto qui è come la febbre. Nessuno la vuole, ma all’improvviso, eccola. Noi non la volevamo. Gli altri neanche. Eppure, eccoci qui. Mezzo mondo è qui. E Dio ci guarda…massacrarci a vicenda. Ma che ne so io? Io non so nulla. Sono un paio di stivali e un fucile. Dormi. Siamo fortunati..

Il fronte è un carnaio senza vincitori, ma solo vinti dove i soldati parlano dei propri sogni, delle proprie aspirazioni. Sogni semplici, realizzabili, e che proprio per questo aiutano a percepire ancora di più l’umanità dei giovani ragazzi incastrati in un periodo storico a loro avverso.
A Novembre 1918 la notizia di un imminente armistizio è nell’aria e tra le truppe si vocifera su quanti giorni ancora occorrerà attendere. Forse, all’interno di Niente Di Nuovo Sul Fronte Occidentale, è proprio la parentesi delle trattative ad essere gestita in maniera eccessivamente rapida e senza la dovuta accuratezza. In particolar modo il personaggio di Matthias Erzberger (Daniel Brühl), a cui viene dedicato un minutaggio piuttosto risicato.
L’abituarsi dei soldati alla guerra ha l’effetto di limarne il lato umano, oscurato dall’adrenalina che scaturisce dalle pallottole sparate dai nemici, dalle grida di battaglia e dai profondi crateri fatti dall’artiglieria nemica. Tuttavia si tratta di un’abitudine effimera che scompare nel momento in cui i soldati si ritrovano anche solo per una manciata di secondi estraniati da quanto sta avvenendo attorno a loro. Accade a Paul, accade ai soldati francesi con cui si scontrerà all’interno delle trincee: il lato umano c’è, vive, ma è sepolto da una coltre di fango e polvere da sparo, accecato dalla propaganda idealista di un regime pronto a sacrificare il proprio popolo per puro e semplice orgoglio.

Soldati. Siamo qui come fratelli in un mondo di nemici, costretti a guardare mentre i socialdemocratici tedeschi rendono indifeso il nostro amato popolo accettando un perfido armistizio. Compagni. Presto tornerete a casa dai genitori, dalle mogli e dai figli. La guerra è finita. Dopo anni di sacrifici e sofferenze, potete aspettarvi la vostra ricompensa.
La ricompensa dell’ammirazione per tutto ciò che avete conseguito. Ma, compagni, volete essere accolti come soldati ed eroi? O come codardi tiratisi indietro quando è arrivato il momento? Soldati.
Li colpiremo con tutta la nostra forza e potenza. Latierre appartiene ai tedeschi. Ci prenderemo le pianure prima delle 11:00 e finiremo questa guerra con una vittoria! Carica! Con Dio, che sarà con noi come lo è stato con i nostri padri.


1917 di Sam Mendes ha raccontato, attraverso una regia ed una fotografia d’altissimo livello, la lotta contro il tempo di un soldato asservito al proprio paese, intento a compiere il proprio dovere.
Niente Di Nuovo Sul Fronte Occidentale, invece, presenta dei soldati che sì, compiono il proprio dovere, ma dove la fiducia verso gli ideali in cui inizialmente credevano fortemente scema con il prosieguo della pellicola. L’attonito silenzio (“come se fossi sordo”) che accompagnerà lo spettatore nelle sequenze finali è il silenzio di un popolo abbandonato a sé stesso ed obbligato a ricoprire il ruolo di ariete-umano all’interno di una operazione, come detto in precedenza, dettata dal puro e semplice orgoglio di alcuni gerarchi.
Un film che approfondisce in modo delicato la tematica della guerra, mostrando uno spaccato presente in molte pellicole di questa tipologia, ma raramente fatto con questa cura. Difficile non immaginarlo agli Oscar 2023.

Ascolta. È così silenzioso. Forse sono diventato sordo.

 

TITOLO ORIGINALE: Im Westen Nichts Neues
REGIA: Edward Berger
SCENEGGIATURA: Ian Stokell, Lesley Paterson, Edward Berger; soggetto Erich Maria Remarque
INTERPRETI: Felix Kammerer, Albrecht Schuch, Aaron Hilmer, Daniel Brühl, Thibault de Montalembert, Devid Striesow
DISTRIBUZIONE: Netflix
DURATA: 147′
ORIGINE: Germania-USA, 2022
DATA DI USCITA: 28/10/2022

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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