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Recensione Cocaine Bear
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Cocaine Bear

La pellicola, prodotta da Phil Lord e Christopher Miller e diretta da Elizabeth Banks, trae ispirazione dalle vicende realmente accadute nel 1985 in Georgia, quando venne rinvenuto il cadavere di un orso nero morto d'overdose dopo aver ingerito un'ingente quantità di cocaina

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Nel 1985, il trafficante di droga Andrew C. Thornton II (Matthew Rhys) lancia un carico di cocaina dall’aereo sul quale sta volando, tentando poi di paracadutarsi con un borsone pieno di droga, ma perde i sensi sbattendo la testa sul portellone e muore nella caduta. Il suo corpo precipita a Knoxville, nel Tennessee, dove viene identificato da Bob (Isiah Whitlock Jr.), un detective locale, il quale conclude che la cocaina provenga probabilmente dal boss della droga di St. Louis Syd White (Ray Liotta). Nel frattempo, nella foresta nazionale di Chattahoochee-Oconee, un orso nero ingerisce parte della cocaina, diventando estremamente aggressivo e attaccando due escursionisti, Olaf (Kristofer Hivju) ed Elsa (Hannah Hoekstra), uccidendo brutalmente quest’ultima. Il film seguirà quindi le storie di Sari (Keri Russell), infermiera alla ricerca di sua figlia Dee Dee, a zonzo nella foresta con l’amico Henry; dei due uomini incaricati da White di recuperare la cocaina dispersa, il sicario Daveed (O’Shea Jackson Jr.) e il figlio del boss Eddy (Alden Ehrenreich); e di tutti i malcapitati che si troveranno sulla strada dell’inarrestabile “Cocainorso”.

La pellicola, prodotta da Phil Lord e Christopher Miller (How I Met Your Mother, Brooklyn Nine-Nine, The Last Man On Earth, Son Of Zorn) e diretta da Elizabeth Banks, si basa sulle vicende realmente accadute nel 1985 in Georgia quando, nella foresta nazionale di Chattahoochee-Oconee, venne rinvenuto il cadavere di un orso nero morto d’overdose dopo aver ingerito inavvertitamente un’ingente quantità di cocaina.
Naturalmente, e i nomi coinvolti nella produzione dovrebbero già essere un inequivocabile indizio in tal senso, il film prende volontariamente le distanze dalla dimensione realistica della vicenda, trasformandosi in una parodia ultraviolenta dei fatti realmente accaduti. Il risultato è una commedia assurda e scanzonata che rappresenta un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti del genere comedy horror.

The bear, it fu*king did cocaine. A bear did cocaine!

LA STORIA (QUELLA VERA) DI ANDREW C. THORNTON II


Sebbene il personaggio di Andrew C. Thornton II, interpretato da Matthew Rhys (The Americans, Perry Mason, The Bastard Executioner), compaia letteralmente per meno di un minuto durante la sequenza di apertura del film, è comunque interessante soffermarsi sull’approfondimento della sua figura, visto che di fatto si tratta della scintilla che mette in moto l’intera macchina narrativa.
Nato e cresciuto nello stato del Kentucky, Thornton ha fin da giovane mostrato interesse nei confronti della vita militare, studiando prima presso la Sewanee Military Academy in Tennessee, poi unendosi ai ROTC (Reserve Officers’ Training Corps), un programma universitario di addestramento e formazione di ufficiali militari sotto la direzione delle forze armate degli Stati Uniti, e infine arruolandosi nell’esercito nella 82nd Airborne Division, unità specializzata in operazioni di attacco con paracadute in zone a rischio.
Una volta terminata la sua esperienza militare, si unisce alle forze di polizia della contea di Lexington, entrando a far parte della sezione narcotici e comincia, durante il suo mandato, a contrabbandare droga, e nel 1981 viene accusato, insieme ad altre 24 persone, di furto d’armi dal China Lake Naval Weapons Center e di aver cospirato per contrabbandare circa 450 kg di marijuana negli Stati Uniti. Thornton lascia quindi la California, dopo essersi dichiarato non colpevole, finendo poi con l’essere arrestato da fuggitivo nella Carolina del Nord. Alla fine viene condannato a sei mesi di prigione, multato per una somma di 500 dollari e messo in libertà vigilata per cinque anni.
L’11 settembre 1985, partiti dalla Colombia per contrabbandare un grosso carico di droga, Thornton e un suo complice saltano dal suo Cessna 404 Titan con pilota automatico dopo aver scaricato diversi pacchi di cocaina vicino a Blairsville, in Georgia, ma Thornton rimane impigliato nel suo paracadute durante il lancio e si schianta a terra morendo sul colpo. Il suo corpo viene poi trovato nel vialetto dell’abitazione di un tale Fred Myers, residente a Knoxville, nel Tennessee, mentre l’aereo si schianta a quasi 100 km di distanza, a Hayesville, nella Carolina del Nord.
Al momento della sua morte Thornton indossava un giubbotto antiproiettile, un paio di mocassini Gucci, occhiali con visore notturno, un borsone militare contenente 35 chilogrammi di cocaina del valore (in quegli anni) di circa 15 milioni di dollari, 4.500 dollari in contanti, sei Krugerrand d’oro da 31 g, svariati coltelli e due pistole.

LA RIVINCITA DI PABLO ESCOBEAR


In un panorama cinematografico all’interno del quale pare obbligatorio girare solo pellicole da almeno due ore e mezza, a prescindere che si tratti di film d’autore o blockbuster con attori in calzamaglia imbottiti di steroidi, è sempre un piacere potersi godere un film di un’ora e mezza che non perda tempo in inutili preliminari andando direttamente al sodo, dando al pubblico esattamente ciò che desidera.
Certo, sarebbe stata una follia protrarre l’epopea di un orso cocainomane per più di 95 minuti, ma tant’è che Cocaine Bear, nella sua immediatezza e semplicità, riesce immediatamente a conquistare il pubblico.
Dall’iniziale divoramento di un’escursionista, avvenuto dopo un iniziale momento di calma apparente, quasi un richiamo a sequenze d’apertura molto più celebri come quella de Lo Squalo, tanto per scomodare i classici, passando per le note di basso della colonna sonora di Mark Mothersbaugh (The Last Man On Earth, What We Do In The Shadows, Shameless) che segnalano l’arrivo del mostro, Cocaine Bear mette subito in evidenza tutte le influenze rispetto ai più celebri film di genere horror. Ecco quindi il gore-slapstick alla Evil Dead di Sam Raimi, la commedia grottesca dei personaggi alla Fargo dei fratelli Coen, mentre i produttori Phil Lord e Chris Miller, con il loro peculiare stile comico demenziale, si rifanno a una lunga tradizione di creature stupidamente letali che comprende grandissimi B-Movie del calibro di L’attacco Delle Sanguisughe Giganti, La Mantide Omicida, Toporagni Assassini o La Notte Della Lunga Paura (incentrato su un’invasione di conigli assassini). La lista comunque è infinita, qui intanto ne trovate un centinaio selezionati da Imdb.
In piena tradizione B-Movie, la pellicola viene spacciata come storia basata su fatti realmente accaduti, quando in verità l’unica conseguenza dell’indigestione di cocaina, nella realtà, fu la morte del povero orso, ritrovato senza vita circondato da circa 40 container aperti contenenti appunto il carico lanciato da Thornton dal suo aereo. E tra l’altro attualmente esposto nel Kentucky for Kentucky Fun Mall di Lexington.
In realtà, come ha dichiarato la stessa Elizabeth Banks, le sue intenzioni erano quelle di regalare al povero animale una sorta di rivincita, vendicandone la morte essendo un semplice danno collaterale di un’operazione di contrabbando finita male, e mostrando così la sua solidarietà nei confronti della creatura, denunciando allo stesso tempo la congenita arroganza dell’essere umano. Una sorta di “rivolta della natura” che poi, nelle battute finali del film, finisce col convergere in un’altra direzione, sottolineando la consonanza tra istinto materno umano e animale e la somiglianza che, nel bene o nel male, unisce tutte le specie animali, esseri umani compresi.


Insomma, una pellicola che può già essere inclusa di diritto tra i film dell’anno. “Non stamo a fa’ Kubrick“, direbbe René Ferretti, ma se volete passare un’ora e mezza di ignoranza pura con un cast decisamente stellare per un B-Movie – il film è anche dedicato a Ray Liotta, qui alla sua ultima interpretazione prima della scomparsa avvenuta il 26 Maggio 2022 – allora Cocaine Bear è decisamente il film che fa per voi.
Piccola nota conclusiva: la Asylum, nota casa di distribuzione americana specializzata in pellicole low budget solitamente destinate al circuito direct-to-video, nella maggior parte dei casi ispirate a produzioni di ben più famosi studi cinematografici, ha prontamente annunciato tramite il suo account Twitter l’uscita di un nuovo film intitolato Attack Of The Meth-Gator.

 

TITOLO ORIGINALE: Cocaine Bear
REGIA: Elizabeth Banks
SCENEGGIATURA: Jimmy Warden

INTERPRETI: Keri Russell, O’Shea Jackson Jr., Christian Convery, Alden Ehrenreich, Brooklynn Prince, Isiah Whitlock Jr., Margo Martindale, Ray Liotta, Jesse Tyler Ferguson, Kristofer Hivju, Matthew Rhys
DISTRIBUZIONE: Universal Pictures
DURATA: 95′
ORIGINE: USA, 2023
DATA DI USCITA: 24/02/2023

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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