Recensione film Creed III 3
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Creed III

La discreta regia dell'esordiente Michael B. Jordan non salva un terzo capitolo che è un netto passo indietro rispetto ai suoi due predecessori.

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Adonis Creed sta prosperando nella sua carriera e nella sua vita familiare. Finché un amico d’infanzia ed ex prodigio del pugilato ricompare dopo aver scontato la pena in carcere, ansioso di dimostrare di meritare la sua occasione sul ring.

 

Come poter avere un’idea originale per un terzo film? Domanda difficile. E se fosse il terzo capitolo di uno spin-off di un’altra saga di sei film? Diventa tremendamente difficile. Creed III non stravolge le aspettative e si rivela essere esattamente il film che lo spettatore poteva immaginarsi prima di entrare in sala. Tutto già scritto, nessun guizzo e un enorme passo indietro paragonato alla sorpresa del primo capitolo e la discreta operazione nostalgia effettuata in Creed II.
Spunti interessanti che invitano alla visione ce ne sarebbero, come il debutto alla regia di Michael B. Jordan. L’attore californiano ripercorre, per certi versi, i passi di Sylvester Stallone che da Rocky II prese in mano le redini, da regista, della saga sul famoso pugile italo-americano. Un esperimento non propriamente riuscito, a cui bisogna però dar merito di aver messo in piedi una tenera storia familiare.

We was like brothers.

COME FRATELLI


Creed III è un film sull’amicizia, sulla fratellanza. La storia si apre mostrando un flashback sull’adolescenza di Adonis, all’epoca della casa famiglia. Che il protagonista avesse avuto un’infanzia tormentata era già noto, ma questo terzo capitolo decide di voler scavare a fondo nel passato di Donnie per poterne ricavare una sfida quanto mai pericolosa. Una metafora di tantissime realtà, del classico “puoi togliere il ragazzo dal ghetto ma non il ghetto dal ragazzo“. Adonis oggi è un uomo realizzato, sposato e padre di una figlia dolcissima. Si è ritirato al culmine della sua carriera da campione dei pesi massimi e non ha null’altro da chiedere alla vita. Per questo, in teoria, potrebbe funzionare alla grande il villain: un vecchio amico d’infanzia che dal ghetto non se n’è mai andato.
Jonathan Majors è infatti un altro punto a favore di Creed III, confermando il suo talento nel cinema mainstream dopo Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Il suo Dame “Diamond” Anderson è un personaggio temibile, che fa tremare la scena col solo sguardo. Un avversario con tale carisma forse avrebbe meritato una posta in palio ancor più alta, una credibilità ancor maggiore. La sceneggiatura è infatti troppo debole e non insinua mai il dubbio nello spettatore di un esito diverso da quello scontato. Un vero peccato, considerando le potenzialità narrative del personaggio, che avrebbe potuto rovinare ancor di più la vita ad Adonis Creed.

RISOLVERE CON LA VIOLENZA


Un’altra tematica trattata da Creed III è la violenza. Per certi versi, questo film sembra prendere un po’ la scia da Cobra Kai, rielaborando concetti simili con una grammatica da lungometraggio. Nell’epoca del politicamente corretto, dell’apparenza e del perbenismo, non c’è più spazio per la violenza come soluzione ad un conflitto qualsiasi. Che sia un atto di bullismo a scuola o una vendetta sul ring. Un messaggio che potrebbe essere giusto o sbagliato, non è questo il luogo e il modo per stabilirlo, ma che certamente viene trattato in maniera fin troppo superficiale nel terzo atto, dopo una discreta preparazione per la prima metà della pellicola.
In genere, è forse proprio il terzo atto a deludere. La posta in palio promessa all’inizio dal personaggio di Dame svanisce, mentre la sceneggiatura procede col pilota automatico verso un finale già abusato considerando solo la saga di Rocky Balboa.
Per reinventarsi serve qualcosa di più, bisognerebbe varcare sentieri inesplorati, uscire dalla comfort zone rappresentata dal ring su cui alla fine inevitabilmente Adonis manderà al tappeto il suo rivale. Per chiudere, dispiace anche non vedere alcun riferimento al personaggio di Stallone, abbastanza determinante nel percorso di crescita di Donnie e totalmente dimenticato dalla pellicola. Non era necessario, non avrebbe salvato il film, avrebbe però dato un senso di coesione coi due predecessori.

SUL RING


Un merito per Michael B. Jordan come regista è certamente la messa in scena dei combattimenti. Il neo-regista dimostra di avere idee interessanti, proponendo soluzioni originali e che non rendono ripetitivi i duelli del film. Degna di nota soprattutto l’idea della nebbia attorno al ring, che isola i due protagonisti intenti a combattere non per il titolo di campione, bensì per regolare una vecchia ferita mai arginata tra amici. Proseguendo, lo slow-motion viene gestito correttamente, per evidenziare le strategie dei boxer sul ring. Un utilizzo di tale tecnica che richiama il lavoro svolto da Guy Ritchie per Sherlock Holmes. Dall’altro lato bisogna, però, menzionare l’ingombrante presenza dell’emittente televisivo DAZN come sponsor che, al costo di dare un tocco di realismo agli incontri, finisce più di una volta per risultare fastidioso, al limite della pubblicità ingannevole.

Look, all I’m saying, bro, Apollo Creed could take a chance on some underdog, why can’t you?


Creed III è un netto passo indietro rispetto ai suoi due predecessori. La colpa non risiede certamente nella discreta regia dell’esordiente Michael B. Jordan, capace di dirigere abbastanza bene gli attori, tra cui spicca la piccolissima Mila Davis-Kent. L’interprete della figlia di Adonis, Amara, è adorabile e riesce ad addolcire lo spettatore nell’attesa di vederla coi guantoni sul ring in futuro. La sceneggiatura è il vero problema del film, a cui manca una trovata che faccia sterzare il racconto dai classici binari ben noti. Promossa anche la colonna sonora, stavolta non più ad opera di Ludwig Göransson, bensì di Joseph Shirley (che ha ereditato da Göransson anche The Mandalorian). Ultima nota di demerito (ininfluente ai fini del voto) per il doppiaggio italiano, che accosta doppiatori dalla dizione perfetta ad altri che invece non ce l’hanno, con un risultato pessimo e straniante, capace di “buttar fuori” dal racconto lo spettatore più volte nel corso della pellicola.

 

TITOLO ORIGINALE: Creed III
REGIA: Michael B. Jordan
SCENEGGIATURA: Keenan Coogler, Zach Baylin

INTERPRETI: Michael B. Jordan, Jonathan Majors, Tessa Thompson, Wood Harris, José Benavidez Jr., Mila Davis-Kent
DISTRIBUZIONE: Warner Bros.
DURATA: 116′
ORIGINE: USA, 2023
DATA DI USCITA: 02/04/2023

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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