Star Trek: Picard 3×03 – Seventeen SecondsTEMPO DI LETTURA 4 min

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Star Trek: Picard 3x03 RecensioneCi sono voluti tre episodi ma adesso il quadro appare finalmente chiaro. Ciò che era stato promesso nelle due puntate introduttive di questa stagione finale di Star Trek: Picard è stato presentato agli spettatori in circa cinquanta minuti che rappresentano uno dei punti più alti dell’ultimo corso televisivo di Star Trek. In cabina di regia siede stavolta Jonathan Frakes, l’interprete del Capitano William T. Riker, che deve proprio a questo franchise l’inizio della sua carriera come regista.
La scelta è più che giustificata, essendo “Seventeen Seconds” un episodio molto più incentrato sugli attori, sul dialogo e sulle emozioni che il cast riesce a trasmettere battuta dopo battuta. Il tutto mentre viene data risposta alle grandi domande relative a quell’arco temporale che va da La Nemesi fino alla prima stagione. “Seventeen Seconds” ha comunque tanta azione, battaglie fantascientifiche tra astronavi e chicche pescate da Deep Space Nine, per allestire una trama orizzontale che vale la posta in palio ed è meritevole per un’ultima grande avventura.

Jean-Luc:Will, I think it might be time you called me Number One.

GENITORI


Pronti via e la sceneggiatura comprende la necessità di regalare un confronto tra Jean-Luc e Beverly Crusher. Troppa carne al fuoco che richiedeva di essere chiarita. Partendo dalla loro relazione, appena iniziata nel finale di The Next Generation e mai menzionata in Picard, fino ad arrivare a quel Jack Picard Crusher che è entrato a gamba tesa nella vita dell’Ammiraglio della Flotta Stellare.
In realtà “Seventeen Seconds” è un episodio totalmente incentrato sul tema della genitorialità, in tutte le sue sfaccettature. Si evince, infatti, già dalla cold open, ambientata due anni dopo l’ultimo film del cast della “nuova generazione”, in cui un Riker dagli occhi lucidi descriveva a Jean-Luc cosa si provasse a diventare papà.
Diciassette secondi, necessari per andare dalla plancia all’infermeria, in cui tutti i ricordi scorrono davanti agli occhi di Picard, così come fu per William. Un modo per comprendere indirettamente anche cosa significhi perdere un figlio, scoprendo anche cosa sia alla base dell’attuale freddezza con Deanna Troi. Eventi contro natura che finiscono per cambiare il modo di comportarsi, di pensare. L’irruento Will Riker di TNG non c’è più, la paura di perdere qualcun altro è troppo forte. Si invertono i ruoli, con Will al comando e Jean-Luc primo ufficiale, e si arriva al punto di rottura, con il neo-capitano della Titan che allontana dalla plancia il suo mentore e migliore amico.

WORF IN AZIONE


Spostando l’attenzione sulla trama secondaria c’è spazio finalmente per Worf, dopo la sua introduzione nell’episodio precedente. Anche qui emergono dettagli interessanti sul passato di un personaggio che ha fatto la storia di Star Trek, arricchendolo di sfumature ed approfondendo la lore. Anche l’ex ufficiale klingon sente il peso degli anni su di sé, con una conseguente evoluzione in un personaggio maggiormente riflessivo, pur non disdegnando la lotta nuda e cruda, nel rispetto delle sue tradizioni.
In particolare, Worf sta indagando su un presunto complotto messo in atto dalla famosa specie dei Cambianti, andando dritto dritto a ripescare dalla Guerra del Dominio, Odo, i Fondatori, ed altre tematiche che si trovano al centro di Star Trek: Deep Space Nine. Sarà necessario un rewatch obbligatorio per rinfrescare la memoria. Il duo composto insieme a Raffi risulta un esperimento riuscito, mettendo in scena il classico poliziotto buono (Raffaela) e poliziotto cattivo (Worf). Il paradigma del buddy movie viene adattato in salsa sci-fi, calando nel contesto Star Trek un genere totalmente nuovo per la ricerca dei mandanti della strage al “Giorno della Frontiera”.

INVASIONE SEGRETA


Tornando alla trama principale, è ormai chiaro come il complotto che suggeriva Beverly Crusher nel suo messaggio criptato sia effettivamente reale. Ai fan dei fumetti Marvel tutto ciò richiamerà probabilmente la famosa saga Secret Invasion, che arriverà presto anche con una miniserie su Disney+. Una fazione terrorista della specie dei Fondatori/Cambianti/Mutaforma si è ribellata al Grande Legame ed è assetata di vendetta nei confronti della Federazione, forse ancora scottati dopo gli eventi della Guerra del Dominio, narrata in DS9.
Una trama che va a ripescare nel passato del franchise e che quindi scommette su sé stesso, provando in tal modo a far scoprire anche agli spettatori più giovani le storie più importanti di Star Trek. Bisogna dare quindi agli autori il giusto merito, dopo le giustissime critiche apportate per le stagioni precedenti. Questa terza stagione sembra funzionare per davvero.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Le ottime prove di tutto il cast
  • Il flashback ambientato dopo La Nemesi
  • Il dialogo tanto atteso tra Beverly e Jean-Luc
  • La tridimensionalità acquisita dal personaggio di William T. Riker
  • I ruoli invertiti e il successivo scontro tra Riker e Picard
  • L’evoluzione più riflessiva di Worf
  • Collegamenti a Deep Space Nine e i Cambianti
  • Adattamento italiano superficiale e spesso fuorviante

 

Dopo un discreto avvio di stagione, che lasciava ben presagire pur non avendo ancor mostrato nulla, ecco che arriva la certificazione delle buone sensazioni. “Seventeen Seconds” è un perfetto episodio di Star Trek che piacerà sia ai fan più giovani che ai più datati.

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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