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Recensione film F1 Formula Uno Brad Pitt

F1 – Il filmTEMPO DI LETTURA 6 min

Il film sulla Formula 1 ha come protagonista Sonny Hayes (Brad Pitt),  un ex pilota di F1 che ritorna alle corse, affiancato da Joshua Pearce (Damson Idris), suo compagno di squadra all’APXGP, un team sulla griglia di partenza della F1. Nel film, girato durante i weekend dei Grand Prix, la squadra di Hayes e Pearce si trova a fronteggiare i veri titani dello sport.
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Il film sulla Formula 1 ha come protagonista Sonny Hayes (Brad Pitt),  un ex pilota di F1 che ritorna alle corse, affiancato da Joshua Pearce (Damson Idris), suo compagno di squadra all’APXGP, un team sulla griglia di partenza della F1. Nel film, girato durante i weekend dei Grand Prix, la squadra di Hayes e Pearce si trova a fronteggiare i veri titani dello sport.

La Formula 1 è la disciplina più famosa del motorsport, che ogni anno raccoglie milioni di appassionati in tutto il mondo in quel che è un vero e proprio circus itinerante. Sulla scia dell’NBA con Hustle, anche la FIA ha saggiamente deciso di mostrare i muscoli sul grande schermo, dando lustro e un meritato spazio all’incredibile competizione messa in campo. Difficile rendersene conto da casa osservando una gara, ed è proprio questa la sfida che si è proposto Joseph Kosinski: uno che dopo Top Gun: Maverick sembra voler diventare il regista dei film impossibili da realizzare.
F1 – Il film nasce infatti proprio da un’idea di Kosinski, sviluppata poi con la sua penna di fiducia, Ehren Kruger, e con il super-produttore Jerry Bruckheimer. Per convincere la FIA fu organizzata una proiezione privata di Top Gun: Maverick in IMAX per Stefano Domenicali, che rimase ovviamente colpito dall’incredibile esperienza e diede il via libera al super progetto, prodotto anche da Apple TV+. Un budget imponente che ha sfondato quota 300 milioni di dollari, anche se addolcito dalle costose partecipazioni di marchi quali MSC e EA Sports, che figurano come sponsor della fittizia scuderia della APXGP capitanata da Ruben Cervantes (Javier Bardem). Ulteriore segnale della portata del progetto è anche il nome di Hans Zimmer per la colonna sonora originale, e una sfilza incredibile di artisti (da Ed Sheeran a Tate McRae) che hanno realizzato delle canzoni originali per il film.

I’m offering you an open seat in Formula 1. The only place you can say if you win, you are the best in the world.

IN PISTA CON L’APXGP


Poi si parlerà della narrativa, della sceneggiatura, del plot. Ma qui innanzitutto c’è da parlare di fotografia, di riprese, di rivoluzione tecnologica su schermo, che mette in secondo piano il drama portato in scena per puntare sull’adrenalina, l’ansia e la pericolosità delle corse. Che la Formula 1 potesse avere del potenziale su schermo era ben noto sin dai tempi di Rush, rinnovando la fiducia con quel gioiellino di Le Mans ’66 e anche con la serie su Ayrton Senna. Dunque mancava solo qualcuno talmente folle, come le menti dietro Top Gun: Maverick, per scendere in pista e riprendere – con microcamere 6K posizionate ovunque – la pericolosissima esperienza della guida di una Formula 1 (anche se la monoposto guidata da Pitt è in realtà una Formula 2 mascherata).
Si può parlare delle bellissime panoramiche a schiaffo realizzate sulle monoposto APXGP, oppure delle riprese aeree realizzate con i droni, delle inquadrature posteriori ad inseguire la macchina davanti a sé. Tutte innovazioni tecniche che cambieranno lo standard in termini di film basati su corse automobilistiche, innalzando inevitabilmente l’asticella. Non sono immagini “televisive”, e non è nemmeno un documentario che cerca il realismo ad ogni costo, si parla sempre di cinematografia e finzione. Tuttavia d’ora in poi si dovrà fare i conti con la tecnologia messa in campo dalla troupe di Kosinski, e anche con la fotografia di Claudio Miranda, capaci di catturare la velocità come mai prima d’ora.

LA FORMULA KOSINSKI


Si sta nominando troppe volta Top Gun: Maverick parlando di F1 – Il film, ma sono veramente tante le analogie tra questi due progetti, al punto che diventa inevitabile parlare dell’uno senza menzionare l’altro. Oltre il lato tecnico e produttivo, si può infatti argomentare su come entrambi i film, con alle spalle lo stesso team creativo, sembrino seguire un paradigma narrativo ben consolidato. C’è la vecchia gloria, in questo caso l’affascinante Sonny Hayes (che ricorda parecchio il James Hunt di Chris Hemsworth, che fa anche un cameo), richiamato in pista per fare da chioccia a una giovane promessa. Tuttavia, toccherà proprio a Hayes prendersi involontariamente tutta la gloria, mentre cercava di ispirare il giovane Joshua Pierce.
Una formula narrativa che funziona alla grande, per quanto possa magari risultare prevedibile, seguendo qualche cliché, o tirando un po’ la corda sulla sospensione dell’incredulità per far sembrare Brad Pitt un Adone sfacciato, a metà tra il cowboy ed il giocatore d’azzardo. È evidente infatti che il personaggio di Sonny Hayes abbia ricevuto molta attenzione nella sua costruzione, convinti del fatto che per far funzionare uno one-man-show come F1 – Il film sarebbe servito un personaggio capace di far innamorare il pubblico, e sia la caratterizzazione sia il volto sono stati una scelta azzeccata.

F1 x CINEMA


Come già accennato, le note dolenti vengono tutte fuori quando si parla di sospensione dell’incredulità. Kruger svolge un ottimo lavoro per creare una storia di Formula Uno che riesce ad essere comprensibile per un pubblico generalista in tutti i suoi snodi narrativi, che si districano tra un regolamento complicato da assorbire e situazioni che non sempre possono essere chiare per uno spettatore non appassionato dello sport in questione. Tuttavia, lo spettatore appassionato di F1, per quanto potrebbe esaltarsi nel vedere adoperare alcune manovre accurate, oppure quando vengono pronunciati termini tecnici e ingegneristici appropriati, deve sforzarsi parecchio per rimanere dentro il film durante le numerose spericolate peripezie di Sonny Hayes in pista.
Nel corso dei nove GP in cui si articola la trama il pilota dell’APXGP è sempre al confine delle regole, anzi certe volte superandole tranquillamente, facendo passare la FIA e la direzione di gara come un branco di novellini, costantemente fregati dallo scaltro Sonny Hayes. Certamente questa è una tecnica utilizzata principalmente per rendere più attraente il protagonista, disposto a fare uno strappo alla regola “a fin di bene” pur di portare a casa il risultato. Tuttavia, questo escamotage narrativo – che diventa la principale discriminante tra un film che cerca di narrare una storia ambientata nella Formula 1 e un documentario di Formula 1 – potrebbe avere l’effetto inaspettato di attirare un pubblico “vergine” e di allontanare quella fetta di pubblico appassionata, che magari sarà già andata al cinema perché un film con riprese del genere lo aspettava da una vita.


F1 – Il film di Joseph Kosinski è un prodotto da godere assolutamente in sala. Dato il concept alla base, il film è un prodotto che merita la visione al cinema, sullo schermo più grande possibile (per chi ne avesse la possibilità, l’IMAX è certamente da considerare), per vivere le emozioni di correre 350 km/h sui circuiti più famosi della Formula 1: da Silverstone a Monza, passando per Suzuka e Spa-Francorchamps. La sceneggiatura fa certamente uso di alcuni cliché, così come si abusa della sospensione dell’incredulità per portare avanti la storia di un pilota in F1 dell’età di Brad Pitt, ma se si riesce ad andare oltre queste considerazioni (ed in tal senso, per uno spettatore meno avvezzo a questo sport potrebbe essere più semplice), ci si potrà godere un grande spettacolo adrenalinico e ansiogeno per tutta la famiglia.

 

TITOLO ORIGINALE: F1: The Movie
REGIA: Joseph Kosinski
SCENEGGIATURA: Ehren Kruger
INTERPRETI: Brad Pitt, Damson Idris, Kerry Condon, Javier Bardem, Callie Cooke, Kim Bodnia, Shea Whigham, Tobias Menzies, Sarah Niles
DISTRIBUZIONE: Warner Bros.
DURATA: 156′
ORIGINE: USA, 2025
DATA DI USCITA: 25/06/2025

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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