House Of Gucci recensione
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House Of Gucci

Ridley Scott porta in scena una storia interessante macchiata da una durata smodata, una sceneggiatura che oscilla insopportabilmente tra italiano americaneggiante e inglese e delle interpretazioni che lasciano piuttosto indifferenti.

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Quando Patrizia Reggiani (Lady Gaga), una ragazza di umili origini, si fidanza con Maurizio Gucci (Adam Driver), figlio di Rodolfo (Jeremy Irons), le sue ambizioni finanziarie e sociali cominciano a prendere il sopravvento scatenando una serie di tradimenti, vendette e ricatti all’interno della famiglia Gucci. Un’escalation di eventi che culminerà con un omicidio.

 

DISCLAIMER: chi scrive queste righe ha visto la versione originale e non doppiata in italiano.

Per onore di cronaca, va detto sin dal principio che la pellicola di Ridley Scott è un diretto adattamento del libro scritto da Sara Gay Forden e pubblicato nel 2001 House of Gucci: una storia vera di moda, avidità, crimine che tratta l’assassinio di Paolo Gucci nel 1995 e l’ascesa di Patrizia Reggiani all’interno della famiglia Gucci. Quindi la sceneggiatura prende come base il libro per creare un drama famigliare fatto di avidità, giochi di potere ed invidie in un contesto italiano che agli occhi dell’americano medio non può che essere ricco di stereotipi.
Ed è esattamente di stereotipi che House Of Gucci è formato, stereotipi, esagerazioni e diverse lungaggini che cospargono la pellicola in lungo ed in largo mantenendo una superficialità di fondo che non viene scalfita nemmeno avendo a disposizione 158 minuti: grosso difetto.

And never confuse shit with cioccolato: they might look the same but the taste… they are different, trust me, I know.

UN FILM PIUTTOSTO IMBARAZZANTE


Come premesso nel disclaimer iniziale, il commento che viene fatto a questo film è basato sulla visione della pellicola in lingua originale. Potrebbe essere un disclaimer banale per chi è abituato a guardare tutto doppiato in italiano, ma in questo caso la ragione per sottolineare questa differenza c’è ed è fondamentalmente uno dei motivi principali del Burn Them All che è stato dato al film.
House Of Gucci è un film americano e come tale, avendo registi americani che devono interpretare personalità nostrane, le scelte erano fondamentalmente due: recitare tutto in inglese oppure far parlare gli attori direttamente in italiano ed aggiungere i sottotitoli per i mercati stranieri. Ridley Scott ha scelto un approccio diverso creando un qualcosa di estremamente disturbante e che ha intaccato palesemente la recitazione di alcuni attori, in particolare di Driver, Lady Gaga e Leto. La maggior parte dei dialoghi incomincia infatti con una o due frasi dette in un italiano goffo che vengono poi rigorosamente seguite da tutta una serie di battute e discussioni in inglese. Un cambio di lingua che non ha alcun senso per uno spettatore italiano ma che non ce l’ha nemmeno per uno spettatore americano o francese visto che questa scelta fa saltare ogni tentativo di rendere il tutto credibile e realistico. Un realismo che in realtà aumenta con il doppiaggio che migliora una recitazione disturbante che andrebbe addirittura punita per questo scempio, perchè non è aggiungendo qualche frase in italiano ed un accento marcato (che tra l’altro ogni tanto sparisce) che si fa un film realistico con protagonisti italiani.
Imbarazzante.

UN TRAILER CHE PROMETTEVA BENE ED UN FILM CHE RAZZOLA MALE


Nonostante una pletora di attori importanti ed un regista che non ha bisogno di introduzioni, House Of Gucci è un prodotto deforme e che non merita alcun tipo di gentilezza. Per la qualità dimostrata e la superficialità con cui molte decisioni vengono portate avanti, oltre due ore e mezza sono decisamente troppe. Sono troppe perchè la regia di Scott si adagia su sè stessa, prediligendo l’attenzione ai vestiti e alle location piuttosto che alla sceneggiatura e alla recitazione.
Specialmente sulla recitazione c’è veramente tanto di cui essere insoddisfatti:

  • Adam Driver è pressochè muto, dice poche frasi, è molto bidimensionale sulla scena e vive prevalentamente di luce riflessa e mentre gioca con i suoi grandi occhiali
  • Lady Gaga è probabilmente quella che si è sforzata di più per rendere Patrizia Reggiani interessante e si vede, però la sua eccessività è pedante per gran parte del film e non le si può comunque perdonare quest’alternanza di frasi in italiano maccheronico e inglese
  • Jared Leto è semplicemente da denuncia perchè, nonostante un trucco e parrucco che sicuramente non agevolano la recitazione del cantante, quando parla in italiano non si capisce assolutamente niente e c’è quasi bisogno dei sottotitoli, poi in inglese l’esagerata pronuncia prosegue portando la frustrazione dello spettatore verso nuovi lidi.

Ci sono tanti difetti in questo film, molti sono colpa di scelte fatte in pre-produzione, molte sono state fatte in condivisione con tutti e, palesemente, non possono non generare fastidio, delusione e anche rabbia per una bella occasione sprecata malamente.

NON QUEL HOUSE OF GUCCI CHE SI VOLEVA


Fa specie pensare che questa pellicola avrebbe dovuto vedere i natali 15 anni fa, ovvero nel 2006, con Ridley Scott alla regia e la mastodontica coppia Leonardo DiCaprio e Angelina Jolie a “sostituire” Lady Gaga e Adam Driver. Difficile dire se il film sarebbe stato anche solo paragonabile viste le quasi due decadi di distanza, ma non è impossibile immaginare un qualcosa di diverso.
Per quanto non se ne sia fatto poi niente, House Of Gucci è passata sotto le potenziali mani di altri registi e attori, come per esempio è accaduto sei anni più tardi, nel 2012, quando la figlia di Ridley, Jordan, e Penelope Cruz erano state affiancate al progetto, con la Cruz poi costretta a passare il testimone a Margot Robbie nel 2016. Insomma, come si è detto, tante versioni di uno stesso film che non hanno visto la luce ma che, verosimilmente, non avrebbero cambiato la sostanza visto che l’approccio molto americano al tutto (specialmente al costante cambio di lingua tra finto italiano e inglese) sarebbe comunque rimasto insieme alla superficialità che inonda quasi ogni scena.


Ridley Scott porta in scena una storia interessante macchiata da una durata smodata, una sceneggiatura che oscilla insopportabilmente tra italiano americaneggiante ed inglese, il tutto farcito con delle interpretazioni che lasciano piuttosto indifferenti (Driver, Irons) ed altre che urlano alla vendetta del popolo italiano (Leto e Gaga). E pensare solo che Lady Gaga si era vantata in diverse interviste di aver passato oltre 9 mesi rimanendo sempre nella parte senza mai cambiare accento…

 

TITOLO ORIGINALE: House Of Gucci
REGIA: Ridley Scott
SCENEGGIATURA: Becky Johnston

INTERPRETI: Lady Gaga; Adam Driver; Jared Leto; Jeremy Irons; Salma Hayek; Al Pacino
DISTRIBUZIONE: United Artists Releasing (USA), Universal Pictures
DURATA: 158′
ORIGINE: USA, 2021
DATA DI USCITA: 15/12/2021

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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