Il Mio Nome È Vendetta Recensione
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Il Mio Nome È Vendetta

Il tentativo di creare un "vengeance movie" da parte di Netflix e di Cosimo Gomez è apprezzabile, Alessandro Gassmann convince come sicario però tutto scema nelle scene di azione e nella colonna sonora.

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Domenico Franzé, ex sicario della ‘Ndrangheta, si è costruito una nuova vita in Trentino. Quando il passato torna a bussare alla porta, però, dovrà rivestire i panni della sua precedente identità per salvare sua figlia. 

vengeance movies – sottosezione dei film di azione – sono un genere narrativo che, in alcuni casi, sono riusciti a fare le fortune di interpreti e case cinematografiche. Si pensi, ad esempio, al franchise di Taken, che ha consacrato la carriera di Liam Neeson grazie a una serie di film altamente adrenalinici e di grande impatto. Il concept alla base di questi film è piuttosto lineare e di facile intuizione. All’inizio del film, gli antagonisti compiono un torto particolarmente significativo nei confronti del protagonista che, da quel momento, si imbarca in una sfrenata missione di vendetta.
In Italia, paese in cui tale genere non ha mai preso piede, uno dei primi tentativi è stato realizzato nel 2022 da Netflix. Il 30 novembre, la piattaforma ha rilasciato Il Mio Nome È Vendetta. Scritto e diretto da Cosimo Gomez, racconta la storia di un ex sicario della ‘Ndrangheta che si trova costretto ad affrontare il passato.

PROTEGGERE LA PROPRIA FIGLIA


Domenico Franzè (Alessandro Gassmann) è stato a lungo uno dei più spietati sicari della ‘Ndrangheta. Da decenni, Franzè si nasconde in Trentino Alto-Adige, dove utilizza una nuova identità, si è sposato e ha una figlia adolescente, Sofia (Ginevra Francesconi).
Come nel più classico dei vengeance movies, il passato torna a bussare alla porta di Franzè. Tramite sofisticati tool tecnologici, la cosca dei Lo Bianco lo rintraccia. Franzè non è in casa, quindi i sicari uccidono sua moglie. Da quel momento, il protagonista intraprende un viaggio lungo e pericoloso per proteggere Sofia e per completare la sua vendetta.

FACCIA DA DURO


Come si può notare dal paragrafo precedente, l’idea alla base del film è piuttosto classica. Il protagonista ha perso sua moglie e ora è ricercato sia dalla cosca che dalla polizia – che ha finalmente capito dove si nascondesse uno dei latitanti più pericolosi in circolazione.
Data la linearità della trama, il valore aggiunto deve essere rappresentato dalle scene di azione e da una narrazione veloce e adrenalinica. Da questo punto di vista, il film dimostra delle buone intuizioni ma la realizzazione è, nel complesso, senza infamia e senza lode.
Le scene di azione, infatti, tendono a essere monotone e ripetitive, replicando gli stessi meccanismi in vari momenti del film. Spesso, dunque, Claudio Gomez si è trovato costretto a rifugiarsi nella faccia dura e colma d’ira di Alessandro Gassmann. L’attore romano rappresenta infatti la nota più lieta dell’opera.

FU VERA VENDETTA?


Il tipico vengeance basa le sue fortune sul carisma del protagonista e sulla riuscita delle scene di azione. Il terzo elemento è rappresentato dalla capacità di chiudere la storia con un finale soddisfacente. Questo punto rappresenta la maggiore debolezza del film di Cosimo Gomez.
Nel corso dei 90 minuti di narrazione, infatti, il personaggio di Sofia non ha apportato il contributo di cui il film aveva bisogno. Si trattava del character più difficile da interpretare e anche dell’unico che doveva evolvere. Il padre, infatti, era già un sicario, così come i capi della cosca sono rimasti loro stessi. Sofia doveva invece passare da tranquilla adolescente di montagna a donna d’azione, in grado di uccidere a sangue freddo.
Tale evoluzione è presente nella narrazione del film, in quanto esso si conclude proprio con la consacrazione di Sofia come sicario. Tuttavia, la trasformazione non è stata avvertita dallo spettatore, in quanto la sceneggiatura e l’interpretazione attoriale non sono riuscite a mostrare sullo schermo la complessità di Sofia e i suoi cambiamenti.


In Italia, i film contemporanei di azione sono merce rare, e quelli riusciti sono ancora meno frequenti. Per questo motivo, il tentativo di Netflix e di Cosimo Gomez è senz’altro lodevole. Alessandro Gassmann è stato convincente nei panni del sicario che vuole difendere la sua famiglia, e il ritmo della narrazione è apprezzabile. Tuttavia, le scene di azione – vero cuore dei vengeance movie – non catturano l’occhio dello spettatore, così come la colonna sonora che le accompagna. La conclusione del film, per di più, necessitava di un certo lavoro sul personaggio di Sofia per essere credibile e coerente. Questo lavoro, però, non è stato svolto nel corso dei 90 minuti. In Italia è quindi possibile realizzare dei buoni film di azione, ma c’è ancora molta strada da percorrere.

TITOLO ORIGINALE: Il Mio Nome È Vendetta
REGIA: Cosimo Gomez
SCENEGGIATURA: Cosimo Gomez, Sandrone Dazieri, Andrea Nobile

INTERPRETI: Alessandro Gassmann, Ginevra Francesconi, Alessio Praticò
DISTRIBUZIONE: Netflix
DURATA: 90′
ORIGINE: Italia, 2022
DATA DI USCITA: 30/11/2022

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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.

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