E anche la 19esima stagione è andata. Con il doppio appuntamento di questa settimana (“Wedding Bell Blues” e “Happily Ever After”), Grey’s Anatomy saluta il suo pubblico e dà appuntamento alla già annunciata 20esima stagione.
Una stagione che, tuttavia, potrebbe tardare ad arrivare dato l’attuale sciopero degli sceneggiatori che sta colpendo le produzioni americane (c’è già una certa preoccupazione per il palinsesto autunnale dei network, attualmente svuotato da programmi non ancora scritti). Prendendo in considerazione il longevo medical drama della ABC, però, non c’è niente da temere: in ritardo o no, Grey’s Anatomy tornerà grazie a quel rinnovo già intascato lo scorso marzo. Una notizia che qualche stagione fa poteva sembrare come una minaccia ma che, dopo quanto visto in questa annata, non crea più così tanta esasperazione.
Dopotutto, come ampiamente discusso nel nostro Podcast con la recente puntata dedicata anche a Grey’s Anatomy, lo show della ABC quest’anno ha saputo cambiare aria e il risultato è stato ben oltre le aspettative.
“Wedding Bell Blues” è dunque la prima parte del season finale che se da un lato “risolve” alcune situazioni già attese, dall’altra si presenta ovviamente come prologo, mettendo sul piatto tutte le questioni utili a creare un ultimo episodio fatto di attese e interrogativi.
UN MATRIMONIO CHE NON S’AVEVA DA FARE
Va specificato subito: tutti sapevano come sarebbe andato a finire il matrimonio di Simone. Lo sapevano gli spettatori e lo sapevano gli sceneggiatori, tanto che li stessi non hanno minimamente pensato di usarlo come povero cliffhanger finale.
Con un epilogo già scritto nell’immaginario collettivo, quindi, l’unica cosa da fare era costruirne il contorno. Un lavoro che non ha richiesto un impegno eccessivo di fantasia data la storyline scontata, ma che ha visto entrare in gioco vari fattori che hanno comunque reso godibile la narrazione.
Un mix di segni del destino, ripensamenti dell’ultimo momento, storie di famiglia che sbucano dal nulla e svariate frasi fatte che compongono un quadro senza sorprese. Eppure, vedere Simone sbucare nei corridoi del Grey-Sloan con indosso l’abito da sposa e raggiungere Lucas è apparso alquanto soddisfacente. Un scena, quella tra i due specializzandi, che è stata montata anche in maniera delicata e sentimentale, senza quella frenesia che spesso e volentieri prende il sopravvento nelle rappresentazioni romantiche dello show.
LA SALVEZZA HA IL CAMICE CELESTE
Ma Lucas e Simone non sono i soli specializzandi ad essersi già conquistati un posto di rilievo nelle dinamiche dello show. Gli autori sono riusciti finalmente a creare personaggi ben amalgamati con la quotidianità dell’ospedale, producendo di rimando storie che intrattengono e provocano un discreto interesse in chi guarda.
Dopo aver fatto affezionare il pubblico alla vecchia coinquilina di Jules, e quindi aperto un’interessante parentesi più personale su quest’ultima, vengono premiati gli sforzi anche sugli altri specializzandi. A partire da Mika, ormai destinata ad un’entusiasmante relazione con Helm, andando a rimpolpare la sezione romantica di uno show che ultimamente ha peccato parecchio in questo ambito e consegnando un duo simpatico e dinamico. L’ennesima ventata d’aria fresca portata dai nuovi personaggi che, di conseguenza, vanno a rinvigorire le trame anche di chi non ha mai davvero avuto spazio (in questo caso Helmn, ultimamente relegata a qualche comparsata).
Ma funziona bene anche l’ambito medico dei nuovi specializzandi e, in quest’episodio, ulteriore prova è arrivata da Kwan. Anche qui, la storia non differisce da altre situazioni simili di neo dottori del passato troppo coinvolti nelle dinamiche dei pazienti. Eppure funziona, e il coinvolgimento dello spettatore con i nuovi dottori continua a prosperare.
QUEL CHE RIMANE
Ormai sembra ripetitivo sottolinearlo ancora, eppure, laddove le storie dei nuovi specializzandi attirano l’attenzione, quelle degli strutturati la perdono. Un problema poco comprensibile se si pensa alla non originalità totale delle storie messe in scena. E allora l’unica spiegazione possibile sembra essere la stanchezza verso i “vecchi” character.
I personaggi storici appaiono sempre più usurati tanto che, anche la ormai attesa unione tra Link e Jo, anziché creare suspense provoca esasperazione per la troppa lungaggine. I due finiranno ovviamente insieme e, dopo averli visti già affrontare situazioni simili con altre relazioni, forse c’è una sorta di stanchezza in chi guarda che vuole solo arrivare al sodo.
Poco da raccontare, invece, per il resto della squadra. Gli strutturati in volo verso Boston, tra situazioni grottesche e discussioni ridondanti, sicuramente avranno maggiore spazio nell’ultimo episodio. Intanto, gli autori non potevano di certo risparmiarsi l’abbozzo di un cliffhanger in chiusura di puntata. Meredith è pronta a tornare in scena, sarà questa l’opportunità per sistemare la questione con Nick brutalmente spezzata in “I’ll Follow The Sun”? Al finale di stagione la sentenza.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Grey’s Anatomy sembra aver trovato la giusta formula per rinnovarsi: “l’usato sicuro”. A patto che venga messo in scena dai personaggi giusti.
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.