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Il Grande Gioco 1×01 – FuorigiocoTEMPO DI LETTURA 4 min

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recensione Il Grande Gioco 1x01Di serie tv di stampo sportivo ne sono state prodotte a bizzeffe. Un po’ meno in ambito calcistico in senso stretto, in quanto la predominanza è sempre stata più per gli sport singoli che non di gruppo (anche solo per la comodità di non dover gestire ben 11 personaggi protagonisti), sia perché l’immaginario sportivo è sempre stato una sorta di appannaggio della serialità americana, che notoriamente predilige altri tipi di sport (basket, baseball, football…).
Recentemente però, dato anche il proliferare della serialità in paesi extra-USA, anche quello che comunque rimane lo sport più praticato e seguito al mondo ha ricevuto un discreto interesse in ambito seriale. Prova è il successo di una serie tv come Ted Lasso, capace di catturare l’attenzione del pubblico meno calciofilo del mondo, ossia quello americano. E come poteva, allora, il paese che più di tutti è calciofilo non essere da meno e non cercare di creare una serie che mostrasse il mondo calcistico contemporaneo?
Ecco dunque Il Grande Gioco, ultima produzione di Sky Italia che cerca di far conoscere il retroscena di quello che è “il campionato di calcio più bello del mondo“.

FRANCESCO MONTANARI IL “RAIOLA DEI POVERI”


In particolare poi Il Grande Gioco si focalizza su un aspetto un po’ di “nicchia” dello storytelling legato a questo sport.
Il protagonista principale, infatti, non è né un giocatore né un allenatore, ma un procuratore sportivo. Una figura a metà fra un vero e proprio agente/scout e una sorta di “consulente d’immagine e finanziario” per gli sportivi. In questo senso già s’intuisce dove andrà a parare lo show: il tema della corruzione e dei giochi di potere all’interno del mercato finanziario calcistico.
Un argomento decisamente interessante, non fosse che ha ben poco a che fare con il lato emozionale e romantico che dovrebbe essere la base di una qualsiasi storia riguardante tale sport. Mentre infatti il già citato Ted Lasso racconta un percorso di formazione e rinascita di un allenatore considerato “bollito”, e altre serie raccontano lo spirito di gruppo e fratellanza fra i giocatori (si pensi alla mini-serie The English Game), qui l’attenzione è spostata su un versante che appare più “freddo” e “calcolatore”. Il protagonista, Corso Manni (Francesco Montanari) è un procuratore sportivo, caduto in disgrazia per l’accusa di aver falsato delle partite, che cerca un riscatto nei confronti della sua vecchia agenzia, la ISG, il cui presidente, Dino De Gregorio (Giancarlo Giannini), nonché padre della sua ex-moglie Elena (Elena Radonicich), probabilmente ha avuto un ruolo nel formulare le accuse contro di lui.

CLICHÈ E SPIEGONI A GO-GO


Malgrado tale cast (di tutto rispetto) e un argomento insolito ma comunque interessante (il calciomercato e la corruzione all’interno di esso), lo show non riesce però ad ingranare quanto dovrebbe.
Questo perché il risultato finale è uno strano miscuglio fra Devils e Club De Cuervos (serie comedy messicana di Netflix che raccontava dall’interno il mondo dei club calcistici), ma con un tono molto meno ironico e più soap-operistico.
Forse un po’ troppo dal momento che trame e sotto-trame sembrano essere prese assemblando vari cliché abusati (il giovane geniale contro la “vecchia guardia”, rapporti padri-figli tormentati, giochi di potere e corruzione all’interno di dinastie familiari…) ma che appaiono come fin troppo arzigogolate e “finte” che sembrano dare alle agenzie dei calciatori un potere paragonabile a quello di un clan mafioso.
In tutto questo viene pure tirato in ballo un villain sovietico degno dei migliori cliché del caso (Vladimir Aleksic), che vuole ovviamente fare l’interesse di imprenditori mafiosi russi passando, guarda caso, dalle agenzie dei calciatori.
Sebbene lo spunto narrativo può risultare anche coerente ed attinente all’attualità, il tutto non può non apparire fin troppo abusato e retorico, e quindi poco interessante. Si aggiunge poi il difetto di usare intere scene come “monologhi-spiegoni” sul passato dei personaggi (fin dai primi minuti, come dimostra l’entrata in scena di Corso Manni) che non aiutano certo in questo senso.

CONCLUSIONI


Questa trama orizzontale, fin troppo superficiale e prevedibile, fa perdere fin da subito interesse verso la visione dello show, che di fatto si regge solamente grazie all’interpretazione del cast, comunque valido.
Ma se questo non è sorretto da una buona storia purtroppo non basta, e in questo caso lo show riesce nel risultato (non facile, soprattutto in Italia) di rendere noiosa una serie basata sullo sport più popolare del paese.
Dal primo all’ultimo minuto lo spettatore intuisce dove le varie sotto-trame andranno a parare, e questo, unito ad un già scarso interesse verso il mondo rappresentato dallo show, non è certo positivo.
Il cliffhanger finale cerca di dare una svolta significativa alla trama presentata, ma ormai è troppo tardi poiché Il Grande Gioco è uno show che nasce già vecchio ben prima di cominciare.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Francesco Montanari e Giancarlo Giannini
  • Tema calcistico da una prospettiva interessante…
  • …peccato che poi risulti descritta in maniera motlo superficiale
  • Dialoghi-spiegoni
  • Cliché narrativi a go-go
  • Conflitti ben poco interessanti

 

Francesco Montanari e Giancarlo Giannini sono i protagonisti di questa nuova serie Sky Italia che racconta i retroscena del mondo calcistico da un punto di vista che finora era rimasto pressoché inesplorato. E forse c’era un motivo.

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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