Kindred (letteralmente “simile”, ma anche sinonimo di “spirito affine” o “anima gemella”) è la nuova serie horror targata Hulu. Una delle ormai tante piattaforme streaming americane che, negli ultimi tempi, si è fatta notare per prodotti sempre originali e innovativi (fra le altre, The Patient e The Dropout) .
Purtroppo, però, in questo caso qualcosa non sembra aver funzionato.
Questo nuovo show, ispirato ad un racconto omonimo della scrittrice Octavia Butler, pur presentando una vicenda e un significato abbastanza interessante e, oltretutto, più attuale che mai, non riesce a convincere né tantomeno ad appassionare, perdendosi in una trama che risulta già abbastanza prevedibile nel suo svolgimento.
TRAMA PRINCIPALE
La storia è quella di Dana (Mallori Johnson già vista in WeCrashed), sceneggiatrice televisiva (nell’ambito delle soap opera) e aspirante scrittrice che da Brooklyn torna nella sua città d’origine, più precisamente nella vecchia casa materna.
Questa sembra all’apparenza una normale casa, ma basta poco e improvvisamente Dana è preda di visioni molto (forse troppo) realistiche che la catapultano direttamente all’epoca della segregazione razziale e della schiavitù, portando alla luce un orribile segreto di famiglia che riguarda una sua antenata e che sembra coinvolgerla direttamente anche nel presente.
La premessa iniziale sembrerebbe essere buona, anche se il tema del trauma della segregazione rivissuta sulla pelle di personaggi afro-americani contemporanei appare abbastanza abusata da Get Out in poi. Va detto che questa commistione fra horror sovrannaturale e indagine noir (unito ad un contesto storico altamente drammatico) risulta perfetto, in quanto lascia sempre il beneficio del dubbio se quello che la protagonista sta vivendo sia più o meno un sogno. Tuttavia, Kindred non riesce a giocarsi bene questa carta, tanto più che non sembra brillare decisamente come originalità, neppure nel suo svolgimento. Fin da subito le tematiche principali vengono sviscerate tramite i dialoghi fra la protagonista e i parenti. Allo stesso modo, la sensazione di trovarsi di fronte ad un imminente pericolo lo si riscontra immediatamente senza purtroppo quel giusto grado di suspense che una trama del genere richiederebbe.
REGIA FIN TROPPO RICERCATA
La regia decide di soffermarsi, anche troppo, sui primi piani della protagonista (con eterni “F4 basito” sul volto) che scruta con timore l’orizzonte delle quattro mura di casa. L’interpretazione di Mallori Johnson non è tale da rientrare nella categoria della “cagna maledetta” ma certamente non si tratta della sua interpretazione migliore. E questo tipo di sceneggiatura, dove l’azione della protagonista viene ridotta ed è soprattutto la sua passività ad emergere, non aiuta di certo.
Per il resto, i restanti minuti di questo episodio pilota si concentrano sulla relazione fra Dana e l’inquietante Kevin (Micah Stock), che sembra promettere delle sorprese per i prossimi episodi, non fosse altro per l’attenzione che evidentemente gli sceneggiatori pongono ai loro dialoghi, altamente esplicativi dei rispettivi background.
Il tutto però con una regia e una fotografia che vorrebbero essere colte e ricercate, ma in realtà hanno solo l’effetto di rallentare tutta l’azione fino all’ultimo. E per una serie che già di per sé ha ben poco da dire, l’appesantire ulteriormente il tutto non è certo d’aiuto. Il duo Branden Jacobs-Jenkins e Janicza Bravo, rispettivamente showrunner e regista dell’episodio, sprecano ogni tipo di potenziale narrativo perdendosi in sequenze oniriche che richiamano simbolismi abbastanza superficiali e troppo prevedibili. Neanche il cliffhanger finale aiuta in questo senso, ripotando tutto alla realtà senza lasciare alcun spazio al dubbio se il “viaggio nel tempo” sia avvenuto realmente o no.
CONCLUSIONI
Kindred si rivela un prodotto alquanto ambiguo, e non in senso positivo. Se l’idea di base (essendo peraltro tratta da un racconto di una scrittrice abbastanza popolare nel suo genere) appare abbastanza solida, la sua realizzazione fa acqua da tutte le parti.
Il prodotto in sé non riesce ad appassionare, forse proprio per il suo eccessivo didascalismo, a meno di una particolare sensibilità riguardo la tematica trattata. Ma anche questa appare, almeno in questo primo episodio, abbastanza secondaria, quasi servisse solo allo scopo di trattenere il più a lungo possibile l’attenzione, in maniera però pigra e superficiale. Il personaggio stesso della Mallory non aiuta, poiché appare sempre fin troppo in balia degli eventi ma senza riuscire a creare una qualche empatia con lo spettatore.
Come presentazione “Dana” non è certamente un pilot riuscito, c’è da sperare che gli episodi successivi siano migliori, sempre che lo spettatore sia ancora sveglio dopo questi 50 minuti.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Kindred, nuova serie horror targata Hulu, non riesce a reggere il passo con i prodotti simili della propria piattaforma, perdendosi subito in costrutti narrativi fin troppo articolati e retorici per poter appassionare lo spettatore ad una storia che, già di per sé, non è poi così originale.
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!