Ormai non è più un segreto: Queen Charlotte: A Bridgerton Story ha deluso ogni tipo di aspettativa. Chi sperava in una bellissima storia d’amore con una qualche profondità non può far altro che constatare, arrivati al penultimo episodio, che si trattasse in realtà di una grande pozzanghera con solo pallide immagini riflesse.
E questo non può che deludere e lasciare una sensazione sgradevole per i temi trattati che rimangono ridondanti, già sentiti e sviscerati in mille altri modi e la presenza costante di stereotipi abbigliati secondo la moda della Reggenza non li rende meno stereotipi.
Charlotte: “My skin is too light. Paint my skin darker. As it actually is.”
Augusta: “Let me see. No. Paint her skin lighter. Pale. His Majesty wants her to glow.”
IL GIARDINO DELLE VEDOVE
La povertà dei temi trattati si evidenzia ancora di più in questo episodio. “Gardens In Bloom”, infatti, vorrebbe essere alternativo, proponendo il tema della sessualità durante la vedovanza e usa questa immagine dei “giardini in fiore” per parlarne più liberamente. Che Violet Bridgerton abbia una qualche esigenza dopo la morte del marito non può sorprendere, data l’età non avanzata, ma d’altro canto la confidenza che fa a Lady Danbury rappresenta un bel momento di sostegno femminile. L’amicizia così raggiunta è una delle poche luci in questo episodio.
Episodio che tuttavia si perde nel narrare le vicende di gioventù di Lady Danbury, dipinta come un’arrampicatrice sociale, seppur per una buona causa, e una pessima amica per la Regina. Inoltre, il ricordo delle passeggiate con Lord Ledger e la loro relazione non lascia granché. Trattandosi poi dell’ennesimo uomo bianco molto ricco.
Risulta invece interessante la riflessione che fa sulla sua vita dopo la morte del marito: pensava di essere libera ma solo con la sua assenza si è resa conto di quanto sia difficile da donna vivere senza un marito. Altro aspetto è la sua lotta per conservare il titolo ma la soluzione dell’enigma è alla luce del sole.
LA SOLITUDINE DELLA REGINA
Violet Bridgerton: “I sometimes think our queen must be the loneliest woman in England.”
La Regina non ha un compagno ed è praticamente una vedova, anche se il re ancora è vivo. Il discorso di Violet e Lady Danbury tra gossip e compassione per la Regina dà modo alle due di ricordare la loro vita da sposate ma anche agli autori di esplorare un po’ lo stato mentale della Regina che ogni notte teme la morte del Re. La solitudine è la battaglia anche delle regine, come sottolinea lady Whistledown e Carlotta, che ha a disposizione eserciti e servitori di ogni sorta ma che desidera solo cose che nessuno può darle.
NESSUN AIUTO
Augusta: “Dearest. The hard part is done. You have done your duty. You have conceived an heir. Now you are free. As for my son, you never even have to see him again if you do not want. At least until we need another heir.”
La Principessa vedova Augusta poi non fa altro che mettere il carico sopra: accertata la gravidanza, ora Carlotta non esaurito il suo scopo. La triste immagine del ritratto di nozze senza Giorgio è l’ennesimo fallimento per la ragazza che non ha davvero niente a cui aggrapparsi.
Le continue lettere non lette di Carlotta verso il re Giorgio la spingono a chiedere aiuto altrove. L’unico che può portarla via e proteggerla è il fratello al quale alla fine il consiglio dei valletti decide di spedire la famigerata missiva. Adolfo si presenta quindi in men che non si dica a Palazzo per dare il suo supporto. La solitudine di Carlotta è evidente ma serve il cervello di un uomo per far notare che il matrimonio è stato organizzato unicamente con scopo politico. E così Shonda Rhimes distrugge l’intelligenza del suo personaggio, della povera regina che fino a ora era stata dipinta come donna dalla grande forza, nonostante tutto e tutti.
Nel futuro si troverà ancora nella stessa situazione, circondata di persone ma effettivamente sola, dal momento che nemmeno i suoi figli le saranno accanto di buon grado nel momento del bisogno con matrimoni combinati.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Con un minutaggio eccessivo e l’assenza continua e costante della controparte maschile della Regina Carlotta è difficile empatizzare e capire quanto grande sia l’amore che lega i due regnanti. Detto questo, l’episodio che dovrebbe traghettare verso la conclusione della stagione non sorprende e non lascia granché allo spettatore. Si spera in una conclusione migliore.
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La notte sognivaga passeggia nel cielo ed il gufo, che mai dice il vero, sussurra che sono in me draghi ch'infuocano approdi reali e assassini seriali, vaghi accenti d'odio feroce verso chiunque abbia una voce e un respiro di psicosfera che rende la mia indole quanto mai nera. Però sono simpatica, a volte.