Queen Charlotte: A Bridgerton Story 1×06 – Crown JewelsTEMPO DI LETTURA 4 min

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Many historians believed that Queen Charlotte was of mixed cultural heritage. We wanted to take that in a different direction than what the history books had said happened, which is basically to bury that and not deal with it. Whe wanted to shine a light on that element. We asked: ‘What if society embraced those differences in diversity and elevated people of color in prominent positions and ranks?’ The Great Experiment (which didn’t happen in real – life England) allows us to imagine what that world could have looked like if that part of Charlotte’s identity had been embraced.

Così Tom Verica, regista e produttore esecutivo della serie.
Giunti all’ultimo episodio, comunque, è ora di tirare le somme e, detto francamente, il risultato non è per niente esaltante.

PARLARE ALLA NUORA PERCHÉ SUOCERA INTENDA


Per carità, la questione di come gestire una società sempre più multietnica è vivissima nell’Inghilterra di oggi e non solo. Basta considerare moltissime delle decisioni prese in occasione dell’incoronazione di re Carlo III, lo scorso 6 maggio.
Tanto per citare alcuni esempi: togliere dalla corona il diamante Koh-i-Noor, oggetto di discussione con l’India, ex colonia britannica. Affidare alla parlamentare Penny Mordaunt il compito, altamente onorifico, di porgere la spada al nuovo sovrano. Meglio ancora, affidare alla baronessa Floella Benjamin, di pelle nera, il non meno importante compito di porgere lo scettro.
Affrontare certi problemi odierni, ambientandoli nei secoli passati, può essere un’ottima idea. In Italia, poi, c’è il sommo esempio del Manzoni che ambienta I Promessi Sposi nel Seicento per parlare dell’Ottocento. Resta da vedere se il discorso viene svolto in modo convincente e, soprattutto, nella sede appropriata.
Come si diceva in una precedente recensione, quando lo spettatore sceglie il mondo di Bridgerton difficilmente si predispone ad un complicatissimo dibattito storico e sociale.

MOLTO MEGLIO IL GRAN BALLO


Lo show funziona molto di più in sequenze come quella del gran ballo organizzato per festeggiare la nascita dell’erede al trono (il futuro Giorgio IV).
Certo, non è tutto oro quello che luccica: il ricevimento è anche un modo per zittire sospetti e malelingue. Bisogna dimostrare che re Giorgio III è perfettamente padrone delle sue facoltà mentali e in grado di regnare. La principessa Augusta approva (e qui è gradita l’occasione per lodare l’interpretazione di Michelle Fairley). Le scene dei nobili che danzano alla luce delle torce, nei giardini del palazzo, fanno davvero sognare.
Secondo alcuni studiosi, la danza nasce come ballo in tondo, ad imitazione del girare delle stelle e dei pianeti, come tentativo di mettere in ordine il mondo. Di certo, guardando le sequenze del ballo, si ha davvero l’impressione che tutto vada bene, almeno per un attimo.

LIETO FINE (ALMENO PER ORA)


La puntata regala più o meno a tutti un lieto fine.
Lady Danbury sceglie l’indipendenza e rifiuta la proposta di matrimonio del fratello della regina, nientemeno. Intanto ha salvato il titolo nobiliare per sé e per il figlio, con l’appoggio della sovrana. Riesce persino a chiarirsi con l’amica Lady Violet. Sapere di una relazione fra il proprio padre e la propria amica non è decisamente la cosa migliore del mondo, ma il “fattaccio” risale a tanto tempo prima, quindi il reato è caduto in prescrizione. Anche ai primi dell’Ottocento, tutto si risolve per il meglio: arriva l’erede legittimo per Casa Reale.
Nelle ultime scene, inoltre, il legame fra Charlotte e il marito si conferma forte come non mai, nonostante le mille difficoltà affrontate negli anni. Il cerchio, quindi, si chiude in modo soddisfacente.
Gli ascolti, comunque, hanno premiato abbondantemente il progetto. Si parla quindi di un’eventuale seconda stagione.
A modesto parere di chi scrive, non se ne sente il bisogno. Meglio che Shonda Rhimes e soci si concentrino sulla terza stagione della serie madre.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il gran ballo per la nascita dell’erede
  • L’apporto allo show di Michelle Fairley
  • I personaggi principali, in versione sia giovane sia adulta
  • Il tentativo di trattare temi attuali con un’ambientazione nel passato non è riuscito come avrebbe potuto

 

I personaggi principali (Charlotte, Lady Danbury, re Giorgio) hanno funzionato, in versione sia giovane che adulta. Sentire canzoni moderne reinterpretate per archi e orchestra è sempre un piacere.  Al di là di questo, però, manca al tutto un po’ di leggerezza e brillantezza. Il voto complessivo, perciò, non va oltre la sufficienza “politica”.

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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