L’epica avventura segue il viaggio di un robot – l’unità ROZZUM 7134, abbreviato “Roz” – che dopo un naufragio si ritrova su un’isola disabitata dove dovrà imparare ad adattarsi all’ostile ambiente circostante, costruendo gradualmente relazioni con gli altri animali dell’isola e adottando un’ochetta orfana.
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Il Robot Selvaggio è l’ultimo lungometraggio d’animazione prodotto interamente “in-house” dalla storica DreamWorks Animation, che dal 2023 ha annunciato di voler iniziare ad esternalizzare il processo di animazione presso studi esterni, segnando un passo importante nella storia della casa di Shrek, Madagascar e tantissimi altri titoli di altissimo livello, che hanno saputo competere per decenni al pari dei più solidi (finanziariamente parlando) Walt Disney Animation Studios.
Non poteva, dunque, che concludersi con un acuto la lunga storia di animazione DreamWorks, consegnando quello che potrebbe forse essere uno tra i suoi prodotti più riusciti. Una sfida non da poco, considerando la presenza nella lista di film capaci di raggiungere un livello altissimo, sotto ogni punto di vista, nel corso degli anni. Sicuramente merito dei libri illustrati di Peter Brown, di cui The Wild Robot rappresenta il primo capitolo di una trilogia, ma anche di Chris Sanders, guru dell’animazione formatosi in Disney, dove ha anche esordito alla regia con Lilo & Stitch.
Sometimes, to survive, you must become more than you were programmed to be.
ARTIFICIALITÀ NELLA NATURA
La prima grande idea narrativa de Il Robot Selvaggio viene subito illustrata alla grande grazie alle magnifiche animazioni, che sul grande schermo ricevono la giusta dignità che meritano. Un robot naufraga su un’isola e si attiva per puro caso, iniziando così a confrontarsi con la natura selvaggia che lo circonda. Un primo atto che subito inizia a scaldare il cuore dello spettatore, che si emoziona facilmente nel vedere un essere fondamentalmente buono e innocuo che cerca di sopravvivere imitando chi lo circonda, pur venendo sempre disprezzato per la paura che provoca.
Un’idea forte per un film “per bambini”, ma che infatti per bambini non è. Il Robot Selvaggio è una pellicola che parla al pubblico di ogni età, trasmettendo in maniera chiara ed evidente messaggi importanti, come il non avere paura del diverso, l’aiutare il prossimo sempre, e lo fa con colori vivaci e selvaggi come l’ambientazione e musiche orchestrate in maniera egregia da Kris Bowers, che sceglie di firmare una colonna sonora maestosa per accompagnare l’epopea di ROZZUM 7134 Roz.
IL TAPPETTO ADOTTATO DAL ROBOT
La grande svolta narrativa arriva quando, in una delle numerose peripezie del robot protagonista, Roz finisce per schiacciare un nido di uova d’oca, distruggendole tutte tranne una. È l’inizio di una storia tanto assurda quanto emozionante, che determinerà la nuova missione primaria per Roz: aiutare la piccola oca a sopravvivere al primo inverno, insegnandole a nuotare e soprattutto a volare. Una missione non di poco conto, considerando la piccola statura dell’ochetta, destinata normalmente a morire prematuramente a causa del suo difetto genetico.
La missione del robot è, sostanzialmente, di fare da mamma alla piccola oca. Il Robot Selvaggio parla infatti ai bambini e ai genitori, raccontando due facce della stessa medaglia con una sensibilità e una tenerezza incredibile, nonostante lo stravagante concept di partenza. Il film è la storia di un robot adottato dalla natura, capace di trasmetterle una coscienza propria al di là della programmazione imposta, in grado di regalarle anche un figlio, che vedrà poi crescere e allontanarsi, come giusto che sia nel corso della vita.
LACRIME E COLORI
Si può affermare senza ombre di dubbi, Il Robot Selvaggio è un film che strappa più di una lacrima. La costruzione della storia, ma anche la resa scenica, grazie alla sapiente regia di Sanders e a un character design capace di far provare emozioni a un robot grazie al semplice uso delle “sopracciglia” sono dei valori aggiunti della produzione. Una produzione importante e ambiziosa, che mantiene tutte le promesse fatte da una campagna promozionale volta a spingere più sulla fotografia che sul parlato, nonostante il film sia pieno di dialoghi, grazie ad una simpatica trovata di sceneggiatura che permette a Roz di comprendere il linguaggio universale degli animali.
Si ride anche molto, toccando spesso e volentieri delle vene di black humor alquanto inaspettate per un film del genere. Le voci in originale sono di quelle importanti, con Lupita Nyong’o a doppiare Roz e Pedro Pascal a doppiare il bellissimo personaggio di Fink, la volpe furbastra che, come il robot, saprà andare oltre la sua “programmazione”. Il cast variopinto di animali è infatti un comprimario perfetto alla vicenda principale, regalando caratterizzazioni uniche e originali, capaci di emozionare nonostante un risicatissimo screentime, simbolo di una sceneggiatura solida, di animatori in forma, e una regia di altissimo livello.
Il Robot Selvaggio è un ottimo film, che si piazza nell’olimpo dei lungometraggi prodotti dalla DreamWorks Animation, e di cui sancirà purtroppo la fine di un’era, chiudendo in bellezza un capitolo della storia di uno degli studi d’animazione più importanti della storia del cinema. Chris Sanders porta sul grande schermo un libro illustrato cogliendone tutte le potenzialità e sfruttandole al massimo, realizzando un film che parla a grandi e piccini, regalando risate ed emozioni fortissime a cui è veramente difficile rimanere impassibili.
TITOLO ORIGINALE: The Wild Robot REGIA: Chris Sanders SCENEGGIATURA: Chris Sanders INTERPRETI: Lupita Nyong’o, Kit Connor, Pedro Pascal, Mark Hamill, Ving Rhames, Catherine O’Hara, Bill Nighy, Matt Berry DISTRIBUZIONE: Universal Pictures International Italy DURATA: 102′ ORIGINE: USA, 2024 DATA DI USCITA: 10/10/2024 |